Dead mall

centro commerciale chiuso o quasi inutilizzato

Per dead mall (lett. "centro commerciale morto/abbandonato" in lingua inglese) si intende un centro commerciale chiuso o con un alto tasso di posti vacanti e che attrae un numero limitato di visitatori.[1][2]

Il Century III Mall di West Mifflin, negli Stati Uniti d'America

Il fenomeno dei centri commerciali deserti ha interessato nazioni di tutto il mondo e catturato l'attenzione di giornalisti ed esperti di economia specialmente a partire dagli anni 2010, quando una serie di fattori, tra cui i cambiamenti demografici e il generale aumento del divario tra ricchi e poveri, contribuì a ridurre il numero dei clienti che visitano i centri commerciali segnandone la crisi.

Cause

Cambiamenti demografici

Negozi vuoti dell'El Con Center di Tucson, negli Stati Uniti d'America

Dal momento che i centri commerciali emergono laddove vi sono solide dinamiche demografiche e redditi familiari sufficientemente elevati da sostenerli,[3] un mutamento delle realtà sociale può segnare l'inizio della loro crisi. Secondo quanto riporta il Weldon Cooper Center for Public Service dell'Università della Virginia:[4]

«Durante gli anni novanta, la maggior parte delle città degli Stati Uniti aveva una forma a "ciambella": i residenti più ricchi si trovavano in un anello in forte espansione che circondava un nucleo abitato decadente. Oggi le città assomigliano sempre più a quella che è stata definita "nuova ciambella" e dove vi sono tre anelli anziché due. Il centro è quello dove si concentrano le persone più facoltose, con un buon livello di istruzione e un alto reddito. Esso è abitato perlopiù da giovani adulti di età inferiore ai 35 anni. I poveri, nel frattempo, stanno migrando verso l'esterno, creando un "anello interno" di quartieri urbani e suburbani intorno al nucleo dove il reddito pro capite medio è inferiore e stagna il livello di istruzione. Oltre l'anello interno ve ne è un terzo composto da nuove e grandi periferie in continua crescita demografica.»

Nel caso del Cloverleaf Mall, che si trovava nella contea di Chesterfield (Virginia) ed ebbe grande successo durante gli anni settanta e ottanta, la decadenza sarebbe iniziata negli anni novanta quando "i suoi migliori clienti, le donne, cominciarono ad allontanarsi dal centro commerciale, timorose dei giovani che iniziarono a radunarsi abitualmente lì". Stando a quanto documenta un ex manager del centro commerciale, "la gente ha iniziato a vedere bambini che portavano enormi pantaloni e catene appese alle cinture; le persone intimidite iniziarono a pensare che facessero parte di bande giovanili".[5]

Crisi della vendita al dettaglio

Negozi vuoti nel Palm Springs Mall di Palm Springs, negli Stati Uniti d'America

La crisi dei negozi fisici di vendita al dettaglio, anche nota come apocalisse del commercio al dettaglio (dall'inglese retail apocalypse) ha inciso profondamente sui centri commerciali. Tra i fattori che hanno contribuito all'apocalisse dei retail vi sono la crisi finanziaria del 2007-2008, l'accumulo di titoli societari, i cambiamenti delle abitudini di spesa dei consumatori, il commercio elettronico[6] e la pandemia di COVID-19.[7]

Diseguaglianze sociali

Secondo quanto riporta Federico Rampini de la Repubblica, uno dei fattori scatenanti del fenomeno negli USA sarebbero le diseguaglianze sociali. Egli ritiene che i centri commerciali, destinati al ceto medio e a una classe operaia, avrebbero perso terreno con l'aumentare del divario di ricchezza tra poveri e ricchi in quanto i primi prediligono i discount, mentre i secondi preferiscono i grandi magazzini di lusso.[8]

Riqualificazione

Si è tentato più volte di riqualificare i centri commerciali falliti o sull'orlo del fallimento. Alcune società di leasing e management hanno modificato l'architettura, il layout, l'arredamento e altri componenti dei centri commerciali per spingere gli affittuari dei negozi a ottenere maggior profitti. Alcune strutture di questo tipo sono state convertite in centri di distribuzione.[9][10]

Note

Voci correlate

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