Ignazio La Russa

politico italiano (1947-)
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Ignazio Benito Maria La Russa (Paternò, 18 luglio 1947) è un politico italiano, dal 13 ottobre 2022 presidente del Senato della Repubblica nella XIX legislatura.

Ignazio La Russa
Ignazio La Russa nel 2023

Presidente del Senato della Repubblica
In carica
Inizio mandato13 ottobre 2022
PredecessoreMaria Elisabetta Alberti Casellati

Vicepresidente del Senato della Repubblica
Durata mandato28 marzo 2018 –
12 ottobre 2022
PresidenteMaria Elisabetta Alberti Casellati

Presidente di Fratelli d'Italia
Durata mandato4 aprile 2013 –
8 marzo 2014
PredecessoreGuido Crosetto
SuccessoreGiorgia Meloni

Ministro della difesa
Durata mandato8 maggio 2008 –
16 novembre 2011
Capo del governoSilvio Berlusconi
PredecessoreArturo Parisi
SuccessoreGiampaolo Di Paola

Presidente di Alleanza Nazionale
(reggente)
Durata mandato12 maggio 2008 –
22 marzo 2009
PredecessoreGianfranco Fini
SuccessoreCarica cessata

Vicepresidente della Camera dei deputati
Durata mandato25 maggio 1994 –
8 maggio 1996
PresidenteIrene Pivetti

Senatore della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato23 marzo 2018
LegislaturaXVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
Fratelli d'Italia
CoalizioneXVIII: Centro-destra 2018
XIX: Centro-destra 2022
CircoscrizioneLombardia
CollegioXVIII: Rozzano
XIX: Cologno Monzese
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato23 aprile 1992 –
22 marzo 2018
LegislaturaXI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare
XI: Movimento Sociale Italiano
XII-XIII-XIV-XV: Alleanza Nazionale
XVI: Il Popolo della Libertà
XVII: Fratelli d'Italia
CoalizioneXIII: Polo per le Libertà
XIV-XV: Casa delle Libertà
XVI: Centro-destra 2008
XVII: Centro-destra 2013
CircoscrizioneXI: Milano
XII-XIV; XVI: Lombardia 1
XV: Liguria
XVII: Puglia
CollegioXIII-XIV: Milano 2
Incarichi parlamentari
XIV-XV legislatura:
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoFratelli d'Italia (dal 2012)
In precedenza:
MSI-DN (1971-1995)
AN (1995-2009)
PdL (2009-2012)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Pavia
ProfessioneAvvocato

È parlamentare dal 1992, prima alla Camera dei deputati e dal 2018 al Senato della Repubblica. Ha militato dapprima nel Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (per il quale era stato a lungo dirigente della sezione giovanile il Fronte della Gioventù), e poi in Alleanza Nazionale, avendone anche ricoperto il ruolo di presidente reggente dal 2008. Nel 2009, con lo scioglimento di Alleanza Nazionale, è confluito nel Popolo della Libertà con il ruolo di coordinatore nazionale, per poi fondare Fratelli d'Italia insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto a dicembre 2012.

Dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 è stato ministro della difesa nel governo Berlusconi IV. È stato inoltre vicepresidente della Camera nella XII legislatura (dal 25 maggio 1994 al 9 maggio 1996) e vicepresidente del Senato nella XVIII (dal 28 marzo 2018 al 12 ottobre 2022).

Biografia

Giovinezza ed educazione

Di origine catanese (il padre Antonino La Russa, già segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò negli anni '40, fu nel dopoguerra senatore del Movimento Sociale Italiano), La Russa si è trasferito a Milano nell'adolescenza, dove ha conseguito gli studi liceali[1], per poi studiare a San Gallo, in un collegio della Svizzera tedesca, e poi laurearsi in giurisprudenza all'Università di Pavia.

È fratello di Romano La Russa, ex europarlamentare di AN ed ex assessore alla protezione civile della regione Lombardia (nella giunta Formigoni), e di Vincenzo La Russa, avvocato e parlamentare DC. Ha assolto il servizio militare di leva in qualità di ufficiale di complemento[2] ad Ascoli Piceno. Prima di decidere di dedicarsi esclusivamente all'attività politica, intraprese la professione di avvocato e fu difensore di parte civile nei processi per l'assassinio di Sergio Ramelli a Milano.

Carriera politica

Movimento Sociale Italiano

La Russa intraprende un comizio a Milano, ripreso nel film Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio (1972)

Nel 1971 è responsabile del Fronte della Gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. La Russa appare anche nel film di Marco Bellocchio Sbatti il mostro in prima pagina (1972), che si apre con alcune riprese reali di un comizio a Milano della Maggioranza silenziosa, un movimento politico anti-comunista a cui aderivano esponenti democristiani, missini, liberali e monarchici.

Il 12 aprile 1973, quando era uno dei capi del Fronte della Gioventù di Milano, nella manifestazione organizzata dal Movimento Sociale Italiano contro quella che veniva definita violenza rossa furono lanciate due bombe a mano SRCM Mod. 35, una delle quali uccise il poliziotto di 22 anni Antonio Marino. L'evento verrà ricordato come il giovedì nero di Milano. La Russa fu indicato come uno dei responsabili morali dei lanci di bombe.[3][4]

Viene candidato alle elezioni regionali in Lombardia del 1985 dall'MSI, venendo eletto nel collegio di Milano con 24 096 preferenze in consiglio regionale della Lombardia. Viene poi riconfermato alle regionali lombarde del 1990 con 13 807 preferenze. Nel 1987 fu il legale della famiglia Ramelli al processo per l'omicidio del giovane militante missino.

Dal 1989 al 1994 è stato consigliere comunale d'opposizione di San Donato Milanese (MI).

Dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale

Ignazio La Russa eletto alla Camera nel 1992

Alle elezioni politiche del 1992 viene candidato, ed eletto, contemporaneamente sia alla Camera dei deputati nella circoscrizione Milano-Pavia con 26.098 preferenze che al Senato della Repubblica nella circoscrizione Lombardia nelle liste dell'MSI, optando per il seggio alla Camera[5]. Nella XI legislatura della Repubblica è stato componente della 7ª Commissione Cultura, scienza e istruzione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.[6]

Venne riconfermato tra le liste di Alleanza Nazionale alla Camera nelle politiche del 1994 nella circoscrizione Lombardia 1, nonostante la sconfitta nel collegio uninominale Milano 1 (vinto da Umberto Bossi per il Polo delle Libertà), totalizzando l'8,96%. Fu eletto successivamente vicepresidente della Camera[7].

Durante la Svolta di Fiuggi nel 1995, fu in prima linea nella fondazione di Alleanza Nazionale, guidata da Gianfranco Fini.Venne rieletto nuovamente nel collegio uninominale Milano 2 nel 1996 per il Polo per le Libertà con il 47,77% (superando Carlo Paris dell'Ulivo con il 37,18%) e nel 2001 per La Casa delle Libertà con il 52,03%, sopravanzando Marco Lamonica dell'Ulivo (38,36%). È stato capogruppo di AN dal 4 giugno 2001 all'8 ottobre 2003.

Si è candidato alle elezioni amministrative del 2004 come consigliere della provincia di Milano nel collegio di Busto Garolfo, ma non è eletto.

Viene rieletto deputato nella circoscrizione Milano 1 alle elezioni del 2006 e del 2008, questa volta nelle liste del Popolo della Libertà. Nel marzo 2008 inoltre assume il ruolo di difensore per i poliziotti accusati di tortura durante l'assalto alla scuola Diaz nel corso della manifestazione del G8 di Genova del 2001[8].

Ministro della difesa PdL

La Russa assieme al segretario della Difesa statunitense Leon Panetta nel 2011

Il 7 maggio 2008 viene nominato ministro della difesa all'interno del nuovo governo Berlusconi IV, giurando nelle mani del Capo dello Stato il giorno dopo, e l'11 maggio 2008 diviene reggente di Alleanza Nazionale; ha detenuto quest'ultima carica fino all'ingresso del partito nel Popolo della Libertà, fatto avvenuto il 29 marzo 2009, venendo poi nominato coordinatore nazionale del PdL assieme a Sandro Bondi e Denis Verdini.

Alle elezioni europee del 2009 si candida al Parlamento europeo, tra le liste del PdL nella circoscrizione Italia nord-occidentale, venendo eletto europarlamentare con 223 986 preferenze, secondo solo a Silvio Berlusconi, ma decide di rinunciare al seggio per mantenere quello alla Camera e il ruolo di Ministro della difesa.

Nel novembre 2009 contestò la sentenza di 1º grado del caso Lautsi v. Italia della Corte Europea dei diritti dell'uomo che contestava l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane, dichiarando: «Il crocifisso resterà in tutte le aule della scuola, in tutte le aule pubbliche. Possono morire, possono morire, loro e quei finti organismi internazionali che non contano nulla». A seguito di ricorso da parte dell'Italia la sentenza di 1º grado fu infine ribaltata[9].

A fine 2009, con la legge finanziaria 2010 La Russa avvia la Difesa Servizi S.p.A., società che nascerà con il compito di valorizzare i marchi della Difesa, dismettere beni non più utili alla difesa nazionale e per effettuare acquisti con il modello Consip.[10]

Fu lui a convincere Berlusconi a partecipare all'intervento militare in Libia del 2011, che pose fine al regime di Muʿammar Gheddafi.[11]

Inoltre era favorevole a un intervento di cessate il fuoco da parte dell'Italia nella seconda guerra in Ossezia del Sud, che vedeva un conflitto tra la Russia e la Georgia; emanò la legge 100/2009, in materia di contrasto alla pirateria, e istituì la giornata del ricordo dei caduti nelle missioni internazionali per la pace, oltre a ottenere il riconoscimento ufficiale del 17 marzo come festa nazionale in quanto festa della proclamazione del Regno d'Italia.

All'interno del PdL, il 2 maggio 2009 La Russa ha fondato «La nostra destra», per rivendicare la sua cultura politica di provenienza, e per sostenere come la corrente minoritaria dei cosiddetti finiani non rispecchi più quelle che sono a suo parere le posizioni della destra.[12]

Suscitò clamore la sua decisione di acquistare, per il ministero, diciannove auto blu blindate.[13]

Dal PdL a Fratelli d'Italia

Guido Crosetto, Giorgia Meloni e Ignazio La Russa alla presentazione del simbolo di Fratelli d'Italia nel dicembre 2012

Il 17 dicembre 2012 annuncia la sua uscita dal Popolo della Libertà e tre giorni dopo fonda, assieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto, il nuovo partito Fratelli d'Italia. Alle politiche del 2013 è rieletto deputato con Fratelli d'Italia, optando per il seggio nella circoscrizione Puglia.

Vicepresidente del Senato

Dopo 26 anni trascorsi ininterrottamente alla Camera dei deputati (dal 1992 al 2018), alle elezioni politiche del 2018 viene candidato al Senato della Repubblica nel collegio uninominale Lombardia - 04 (Rozzano) per la coalizione di centro-destra in quota Fratelli d'Italia, e viene eletto senatore con il 44,52% dei voti contro il candidato del Movimento 5 Stelle Daniele Pesco (26,3%) e del centro-sinistra, in quota Partito Democratico, Michela Fiorentini (23,44%).[14]

Il 28 marzo 2018 viene eletto vicepresidente del Senato della Repubblica con 119 voti.[15]

Presidente del Senato della Repubblica

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezione del Presidente del Senato del 2022.
La Russa incontra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella poco dopo la sua elezione alla presidenza del Senato il 13 ottobre 2022

Alle elezioni politiche anticipate del 2022 viene ricandidato al Senato per Fratelli d'Italia sia nel collegio uninominale Lombardia - 05 (Cologno Monzese), sostenuto dalla coalizione di centro-destra, che come capolista nel collegio plurinominale Lombardia - 02[16]; La Russa viene rieletto nel collegio uninominale con il 46,4% dei voti e superando la candidata del centro-sinistra, in quota Partito Democratico-IDP, Adriana Albini (29,07%).[17]

Con la vittoria del centro-destra alle politiche del 2022, il 13 ottobre 2022 viene eletto presidente del Senato della Repubblica, alla prima votazione con 116 voti a fronte di una necessaria maggioranza assoluta di 104 preferenze[18].

Vita privata

Ignazio La Russa si è sposato una prima volta con Marika Cattare. Hanno avuto un figlio, Antonino Geronimo.[19] Si è poi risposato con Laura de Cicco. Due i figli dal matrimonio: Lorenzo Kocis e Leonardo Apache.[19][20][21]

Controversie

  • La Russa è stato indagato dalla corte dei conti per peculato in relazione all'utilizzo di voli di Stato per recarsi alla partita Inter-Schalke 04 del 5 aprile 2011[22].
  • Il 24 gennaio 2013 La Russa ha affermato: «Noi diciamo no all'adozione per coppie gay. Crescere con due papà è un'induzione ingiustificata a crescere gay.»[23][24][25] Tuttavia, nel luglio 2014, presenta un disegno di legge a tutela delle coppie omosessuali, purché non vi sia la possibilità di adozione.[26] Nel marzo 2023, in un intervento nel podcast del quotidiano Libero, afferma di "non avere difficoltà" a immaginare un bambino affidato a una coppia gay piuttosto che all'orfanotrofio, ma che avere due mamme o due papà non sia la stessa cosa che avere una mamma e un papà.[27]
  • In un video del 2018 La Russa ha mostrato di possedere in casa alcuni cimeli fascisti tra cui una statuetta (erroneamente rilanciata dai giornali come "busto") di Mussolini.[28][29] Nel febbraio 2023 ha poi dichiarato che non la avrebbe mai buttata in quanto ereditata da suo padre, e che l'avrebbe conservata «anche fosse stato un busto di Mao Tse-Tsung[30][31]

Dichiarazioni sul caso Cucchi

Lo stesso argomento in dettaglio: Omicidio di Stefano Cucchi.

Nel 2009 La Russa, mentre rivestiva il ruolo di ministro della difesa, difese apertamente i carabinieri imputati di tortura e omicidio di Stefano Cucchi, affermando «La sola cosa di cui sono certo è il comportamento assolutamente corretto dei carabinieri» e continuando a difendere in più occasioni la stessa posizione nel corso degli anni[32]. Tuttavia il proseguimento delle indagini confermò la colpevolezza degli imputati, con una condanna in via definitiva a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale dalla corte di Cassazione nell'aprile 2022[33]. Inoltre Ilaria Cucchi, sorella della vittima, sottolineò come La Russa sia stato tra i principali responsabili della circolazione delle fake news sulla morte del fratello.[32]

Nella cultura di massa

Note

Voci correlate

Altri progetti

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