Alexandreion

Alexandreion[1] (in latino: Alexandrium; nella Mishna e nel Talmud: Sartaba; in arabo: Qarn Sartaba), era un'antica fortezza costruita dagli Asmonei[2] , ubicata in cima a una collina a punta e brulla che sovrasta la valle del Giordano da ovest, tra Scitopoli e Gerusalemme.[3]

Muro ad Alexandreion.

Nome

Il Monte Sartaba, un tempo sormontato dalla fortezza di Alexandreion.

La fortezza chiamata "Alexandreion" in greco, semplificata in "Alexandrion" (e latinizzata come "Alexandrium"), è citata da Giuseppe Flavio nelle sue Antichità giudaiche. Fu menzionata nella Mishna e nel Talmud come "Sartaba" e ora è chiamato "Qarn Sartabe" (lett. "Corno di Sartabe") in arabo.[4]

Storia

Acquedotto di Khan Sartabeh realizzato dal 1871 al 1877.

Alexandrium fu costruita dagli Asmonei vicino al confine con la Samaria per ospitare una guarnigione militare, oltreché per proteggere i prigionieri politici. Fu poi menzionato durante la conquista della Giudea da parte di Pompeo Magno come roccaforte di Aristobulo II.[5]

Erode il Grande incaricò il fratello Ferora di restaurarla. Erode le conferì il carattere di una sontuosa fortezza nel deserto, simile a quelle che costruì o ricostruì a Masada, Erodione e Machero. La fortezza fu usata come prigione per i suoi oppositori politici, tra i quali la sua seconda moglie Mariamne e sua madre Alessandra, nel 30 d.C.Fu anche il luogo di sepoltura di due dei figli di Erode -Alessandro e Aristobulo IV- che egli aveva fatto giustiziare a Sebaste nel 7 a.C.[3]

Alexandrium fu infine rasa al suolo da Vespasiano o da Tito durante la Grande Rivolta.[6]

Note

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