Alpenstock

L'alpenstock (tedesco per "bastone alpino"), in italiano pistocco[1][2], è un bastone dotato di una punta metallica, storicamente utilizzato per la progressione in montagna[3][4]. In uso fin dal medioevo, è l'antenato della moderna piccozza.

Jacques Balmat munito di alpenstock e di accetta legata alla cintura
Alpenstock del 1900 al MUSE di Trento

Uso

L'uso d'eccellenza era il sondaggio dei buchi o crepacci nei glacio-nevai: l'alpinista sondava il terreno prima di progredire, in modo da evitare i pericolosi ponti instabili. Un altro utilizzo, ma meno efficace, perché più pericoloso, era per la discesa dai pendii nevosi: la cosiddetta tecnica di discesa a "raspa" prevedeva l'uso dell'Alpenstock per dirigere, a mo' di timone, l'alpinista. Tale uso si è perso con l'introduzione della tecnica di discesa con lo sci.

Storia

L'alpenstock venne nominato già nel 1574 da Josias Simmler con il nome latino di alpinus baculus (cioè "bastone alpino")[5].

Fin dal Settecento[6] viene accompagnato da un'accetta da legna che serve agli alpinisti per tagliare gradini nel ghiaccio. Ben presto viene soppiantato da più comode asce da lavoro di carpenteria.

A metà Ottocento i due strumenti si fondono per creare la prima rudimentale piccozza, che tuttavia è sempre molto lunga ed ha la lama verticale come una scure[7].

Scomparso dalla pratica alpinistica, sopravvive nella tradizione scautistica come bastone che regge il guidone.

Inoltre vengono adesso chiamati alpenstock i bastoncini da escursionismo, derivati da quelli da sci.

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • (EN) All tooled up, su the british mountaineering council, 6 novembre 2011. URL consultato il 19 gennaio 2013.