Basilio Sclero

Basilio Sclero (in greco Βασίλειος Σκληρός?; ... – ...; fl. X-XI secolo) è stato un aristocratico bizantino e governatore provinciale all'inizio dell'XI secolo.

Basilio era figlio del magistros Romano Sclero, un figlio del generale ribelle Barda Sclero che divenne uno stretto consigliere dell'imperatore Basilio II (r. 976-1025).[1][2][3]

Si sposò con Pulcheria, una sorella del futuro imperatore Romano III Argiro (r. 1028-1034). La coppia ebbe una figlia, Elena, che già durante il regno di Basilio II sposò un altro futuro imperatore, Costantino IX Monomaco (1042-1055).[1]

Lo stesso Basilio viene menzionato per la prima volta durante il regno di Costantino VIII (1025-1028), quando ricopriva il rango di patrikios.[1][4] In questo periodo entrò in conflitto con Presian, governatore del Thema dei Bucellari, che si inasprì al punto che finì a scazzottate. L'imperatore Costantino bandì entrambi gli uomini nelle Isole dei Principi: uno di loro nell'isola di Plati, l'altro a Oxeia. Sclero fu accusato di aver pianificato la fuga e di conseguenza fu accecato; secondo Giovanni Scilitze, Presian sfuggì per poco alla stessa sorte, ma fu invece rilasciato.[5]

Quando Romano III salì al trono, tuttavia, Basilio fu riabilitato e promosso a magistros.[1][4] Secondo un'opinione, fu ulteriormente promosso a vestes e gli fu affidata la carica di strategos del Thema anatolico.[4] Ad un certo punto, sembra che abbia anche cospirato contro il cognato, poiché sia lui che la moglie furono banditi da Costantinopoli da Romano.[1]

L'arroganza di Basilio Sclero e dei suoi parenti, che governavano i loro possedimenti quasi come signori indipendenti, è severamente criticata nella Peira del giurista contemporaneo Eustazio Romano.

Note

Voci correlate