Caffettano marocchino

indumento

Il caffettano marocchino (in arabo قفطان مغربي?) è un abito tradizionale marocchino. Sotto forma di una lunga tunica, e in generale con maniche lunghe, indossata con una cintura (mdama) che si dispiega in molti stili e colori, l'abito è il risultato del savoir-faire di artigiani e sarti (maalem) del Paese. È l'abito da cerimonia per eccellenza delle donne marocchine durante le tradizionali cerimonie (come matrimoni, battesimi e feste religiose).

L'attrice marocchina Fati Jamali con un caffettano

Storia

Il caffettano apparve in Marocco nel XVI secolo all'epoca della dinastia merinide[1][2], nella quale veniva indossato nelle corti reali.[3] La città di Fès era nota per le sue fabbriche tessili, all'epoca intorno alle tre migliaia.[4] I sultani merinidi inviarono caffettani in dono ad ogni nuovo sultano dell'Impero ottomano.[5]

Secondo Encyclopaedia of Islam, il caffettano fu introdotto negli Stati barbareschi dagli ottomani.[6]

Secondo Naima El Khatib Boujibar, il caffettano venne introdotto in Marocco durante la dinastia sa'diana dal sovrano Abu Marwan Abd al-Malik I, il quale visse ad Algeri e a Istanbul. Indossato prima dai dignitari e dalle cortigiane, divenne popolare anche tra la classe media a partire dal XVII secolo.[7][8][9]

Stile e varianti

Tradizionalmente, ogni città marocchina ha il proprio stile di caffettano.

Gli stili variano tra quello di Fès, lungo e diritto, e quello di Tétouan, corto e ampio. Ma al giorno d'oggi, lo stile si è generalmente uniformato.[1]

Keswa kbira

Nelle città settentrionali del Paese, la keswa kbira è una variante indossata tradizionalmente dalle donne ebree e risente dell'influenza della Spagna del XVI secolo, introdotta in Marocco dai rifugiati ebrei sefarditi e musulmani moriscos espulsi dalla Spagna in quel periodo. Questo caffettano è una composizione di velluto, seta e oro che di solito consiste di tre pezzi: una grande gonna, la zeltita, il cui taglio varia a seconda della regione, un plastron, il ktef, e un giubbotto chiamato gombaz. Quanto alle maniche, sono in mussola e non sono attaccate all'abito. Il plastron è la parte più preziosa del costume e la più riccamente ricamata nell'abito. Consiste in un pezzo di velluto, seta, pelle o cotone, ricamato con fili d'oro e i cui motivi differivano da una città all'altra.

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Note

Voci correlate

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