Callabiana

comune italiano

Callabiana (Calabian-a in piemontese) è un comune italiano di 147 abitanti della provincia di Biella in Piemonte.

Callabiana
comune
Callabiana – Stemma
Callabiana – Bandiera
Callabiana – Veduta
Callabiana – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Biella
Amministrazione
SindacoLorenzo Vercellotti (lista civica Per Callabiana) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate45°37′54″N 8°05′58″E
Altitudine731 m s.l.m.
Superficie6,56 km²
Abitanti147[1] (31-12-2021)
Densità22,41 ab./km²
FrazioniCordaro, Corte, Fusero, Lucca, Pianezze, Ribatto, Socco, Nelva, Pettani, Stellio, Trabbia, Vacchione, Valle, Virla
Comuni confinantiAndorno Micca, Bioglio, Camandona, Gaby (AO), Pettinengo, Piatto, Piedicavallo, Tavigliano, Vallanzengo
Altre informazioni
Cod. postale13821
Prefisso015
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT096008
Cod. catastaleB417
TargaBI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 253 GG[3]
Nome abitanticallabianesi
PatronoMadonna degli Angeli
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Callabiana
Callabiana
Callabiana – Mappa
Callabiana – Mappa
Sito istituzionale

Geografia fisica

Il territorio di Callabiana è collocato per la maggior parte nella parte alta del bacino dello Strona di Mosso; verso nord però raggiunge il crinale Strona-Sessera nei pressi del Bocchetto di Sessera e prosegue fino al fondovalle della Val Sessera. La montagna più rilevante è il Monte Casto, condivisa con i comuni di Tavigliano e di Andorno Micca. Nel territorio comunale è anche per la maggior parte compreso l'invaso del Ponte Vittorio, formato da una diga che sbarra il torrente. Una piccola isola amministrativa montana si trova in alta Valle Cervo e comprende il Colle della Mologna Piccola (2208 m) e la Punta Serange (2337 m)[4].La maggior parte delle frazioni che compongono Callabiana è situata sul versante esposto a sud della valletta del Rio Soccasca, tributario dello Strona.[5]

Storia

Callabiana fece parte del feudo di Andorno e ne seguì le vicende storiche restando a lungo unita al capoluogo sia a livello civile sia a livello religioso. Il vescovo di Vercelli istituì a Callabiana la parrocchia della Madonna degli Angeli[6] il 3 agosto 1533, anche se la costruzione della chiesa parrocchiale risale ad alcuni decenni prima; la stessa fu poi ampliata e abbellita più volte. Le patenti per la separazione civile tra i due comuni risalgono al 20 maggio 1700.Nel 1728 il feudo di Callabiana fu assegnato ai conti Nazari (tra cui il famoso arcivescovo di Milano Luigi Nazari di Calabiana), nobili di Savigliano; nel 1788 in paese venne invece eretto l'albero della libertà[7]. Molti abitanti di Callabiana durante il XIX secolo e la prima metà del Novecento emigravano, in genere all'estero, per dedicarsi a lavori in campo edilizio. Tra di essi alcuni divennero imprenditori di notevole successo e notorietà, come ad esempio l'ingegnere Pietro Gibello-Socco (1886-1943), che all'inizio del XX secolo partecipò alla costruzione della rete ferroviaria siberiana accumulando una notevole fortuna. Dopo la rivoluzione russa si ritirò a Karbin (città oggi chiamata Harbin, in Manciuria), dove venne soprannominato il nababbo biellese.[7] Morì a Shanghai nel 1943.[8]

Radio Libertà

Lapide presso la frazione Trabbia dedicata a Radio Libertà

A partire dal 14 dicembre 1944 operò a Callabiana Radio Libertà, che risulta essere stata la sola emittente radiofonica rivolta al pubblico (e che avesse quindi una funzione non direttamente militare) gestita dai partigiani nel corso della resistenza.[9] Le prime trasmissioni avvennero dalla Frazione Trabbia e proseguirono per diverse sere; nel gennaio del 1945 a causa dell'accresciuta minaccia nemica la radio fu smantellata e trasferita a Sala Biellese.

Lanificio Carlo Barbera

Nel 1949 l'imprenditore Carlo Barbera[10] fondò con il commendatore Rodolfo Caraccio il lanificio di Pianezze[senza fonte], che diventò nel 1969 di totale proprietà della famiglia Barbera assumendo la ragione sociale Carlo Barbera & C S.p.a. di Pianezze.[11] Nel 2019 l'impresa si trasferì a Pettinengo, nel grande stabilimento dismesso dalla storica azienda tessile Bellia.[12][13]

Simboli

Lo stemma comunale è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 15 aprile 1996.[14]

«Di rosso, ai tre corni da caccia d'oro, legati d'azzurro, bene ordinati; al capo di rosso, caricato dalla croce d'argento, sostenuto dal filetto d'azzurro. Ornamenti esteriori da Comune.[15]»

La parte superiore rappresenta la croce sabauda, argentata in campo rosso, ed è divisa con una linea azzurra da quella inferiore dove è riprodotto il blasone della famiglia Nazzari che era di rosso, a tre corni da caccia, d'oro, legati d'argento. Attorno allo scudo stanno fronde verdi, elemento decorativo esterno tipico degli stemmi comunali.[16]

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[18]

Infrastrutture e trasporti

Strade

Il centro comunale di Callabiana è collegato al resto del Biellese da due strade provinciali: la SP 105 Andorno - Mosso Santa Maria e la SP 106 di Callabiana - Pianezze. Per la porzione montana del territorio comunale situata nei pressi del Bocchetto di Sessera transita inoltre la Panoramica Zegna.[19]

Amministrazione

Il municipio in frazione Corte
PeriodoPrimo cittadinoPartitoCaricaNote
20042009Andrea Gibellolista civicaSindaco
20092014Lorenzo Vercellottilista civica Per CallabianaSindaco
2014in caricaLorenzo Vercellottilista civica Corni da caccia[20]SindacoII mandato

Altre informazioni amministrative

Il comune ha fatto parte della Comunità montana Val Sessera, Valle di Mosso e Prealpi Biellesi[21], mentre fino al 2010 apparteneva alla Comunità montana Valle di Mosso, abolita in seguito all'accorpamento disposto dalla Regione Piemonte nel 2009.

Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

  • Nuova guida di Biella e Provincia; Gabriella Giovannacci Amodeo, Libreria Vittorio Giovannacci, Biella, 1994
  • Comuni della Provincia di Biella, AA.VV, Nerosubianco edizioni, Cuneo, 2005

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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