Città vecchia di Damasco
La città vecchia di Damasco offre numerosi siti archeologici e conserva alcune fra le principali moschee storiche. Vi hanno lasciato il loro segno molte civiltà, soprattutto quella romano-bizantina e quella islamica. Nel 1979 il centro storico della città, cinto da mura di epoca romana, è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Antica città di Damasco | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (i) (ii) (iii) (iv) (vi) |
Pericolo | dal 2013 |
Riconosciuto dal | 1979 |
Scheda UNESCO | (EN) Ancient city of Damascus (FR) Ancienne ville de Damas |
Storia
La città era circondata da una cerchia di mura di impianto romano ma, per come le vediamo oggi, risalenti al periodo degli ayyubidi, che misuravano circa 6 chilometri, delineando un perimetro di forma quasi rettangolare di circa 1900 metri per 1050. Dopo la conquista Araba, le mura furono rinforzate da Nur-ad-Din, per difendere la città dagli assalti dei Crociati, nel corso del XII secolo, mentre, nel secolo successivo, gli Ayyubidi le restaurarono e le modificarono definitivamente. Oggi le mura non sono più complete e parte del materiale originale delle mura è mancante in quanto usato come materiale da costruzione nei secoli scorsi, in quanto le pietre erano ben squadrate, quindi facili da usare; all'inizio del XX secolo questa pratica fu sospesa dalle autorità.
Le chiese cristiane si trovano quasi tutte entro la cerchia muraria della città vecchia, come le tre cattedrali, quella greco-ortodossa, quella siriaca-ortodossa e quella greco-melchita di osservanza cattolica, la Cappella di San Anania, mentre la Cappella di San Paolo è stata edificata all'interno dell'arco della porta, detta Bab Keisan, della vecchia cinta muraria della città di Damasco; per la precisione si trovano nella zona est, che i cristiani dividevano con gli ebrei, separati, tra loro, dalla via principale della città al tempo dei Romani, la via recta, che corrispondeva al decumano massimo: a nord i cristiani, nel quartiere denominato, Bab Tuma e a sud gli ebrei; nel quartiere (Harat al-Yahud) che un tempo era abitata dagli ebrei, oggi, per la maggior parte esuli; in questo quartiere, oltre alla sinagoga vi sono alcuni palazzi residenziali del XVIII secolo, molto belli e ben conservati.
Il nome via recta, per quello che era il decumano massimo dei Romani è citato negli Atti degli apostoli, quando Anania viene inviato da San Paolo:
- Atti degli Apostoli[1], Capitolo 9, versetto 11:
11 E il Signore a lui: "Su, va' nella strada chiamata Diritta (via Recta) e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco, sta pregando
Lungo la via recta, che però proprio dritta non è[2], si trovano alcuni reperti delle vecchie colonne e un arco a tre fornici che forse faceva parte del tetrapylon, che si trovava all'intersezione del decumano massimo col cardo maximus e che è stato portato alla luce e restaurato, nel 1947, durante i lavori di costruzione della attuale strada, che è molto più stretta[3] della via recta, che era larga 26 metri ed ora permette il passaggio di un unico veicolo e ha lo spazio per i pedoni, molto limitato; attualmente su questa via si aprono innumerevoli negozi, tra cui spiccano i negozi di oggetti di ottone e mosaici in legno.
La parte occidentale della città vecchia invece, dopo la conquista da parte degli Arabi, era riservata ai musulmani e in questa zona della città si trovano la cittadella (al-Qalha), alcune moschee, tra cui, la Moschea degli Omayyadi, la moschea Nur-ad-Din e la moschea di Sinan Pasha, diverse madrase, tra cui, la Madrasa Al-Adiliyah, la Madrasa Al-Zahiriyah, la madrasa Abdullah al-Azem Pasha e la madrasa Aziziyah o mausoleo del Saladino, dove sono conservate le spoglie mortali del grande condottiero; inoltre vi si trovano le rovine del tempio di Giove, il Suq al-Bazuriye (suq delle spezie e dei dolci), con, al suo interno, uno dei più vecchi bagni pubblici della città, l'hammam Nur-ad-Din o hammam al-Bazuriye, fatto costruire da Nur-ad-Din, tra il 1154 e il 1172, con la cupola dell'ingresso di epoca ottomana, il suq al-Hamidiyah, molto grande, una sorta di mercato generale, con al suo interno il maristan Nur-ad-Din, l'ospedale di Nur-ad-Din, fondato nel 1154, rimasto attivo per circa sette secoli e dal 1978, sede del museo arabo di storia medica e scientifica, ed infine palazzo Azem, oggi sede del museo delle Arti e delle Tradizioni Popolari.
Sempre nella parte occidentale della città vecchia vi sono alcuni dei più vecchi e meglio conservati Caravanserraglio di Damasco, come il grande khan Asad Pasha, del 1752 e il khan al-Gumruk (caravanserraglio della dogana) del 1609.
Fuori dalle mura, sotto le mura della cittadella, vi è la statua in bronzo del Saladino a cavallo con ai piedi Rinaldo di Châtillon e Guido di Lusignano, che commemora la vittoriosa Battaglia di Hattin.
Galleria d'immagini
- Arco della porta, detta Bab Keisan, della vecchia cinta muraria, oggi ingresso della cappella di San Paolo
- La vecchia cinta muraria
- Pasqua nel cortile dell'Arcieparchia cattolica
- Piazza di fronte alla cattedrale dell'Arcieparchia cattolica
- Chiesa Maronita dell'Arcieparchia cattolica
- Carrozzella nella piazza dell'Arcieparchia cattolica
- Casa inclinata in una via trasversale alla via recta
- La via recta, con sullo sfonda l'arco a tre fornici e l'al-Omariya (il minareto bianco)
- La via recta
- Balconi sulla via recta
- Portale nel Suq al-Bazuriye (suq delle spezie e dei dolci)
- Portone nel Suq al-Bazuriye (suq delle spezie e dei dolci)
- Un angolo del Suq al-Bazuriye (suq delle spezie e dei dolci)
- Una strada del Suq al-Bazuriye (suq delle spezie e dei dolci)
- La volta dell'hammam al-Bazuriye o di Nur ad-Din
- Il suq al-Hamidiyah (un mercato generale)
- Il suq al-Hamidiyah (un mercato generale)
- Piazza della Grande Moschea degli Omayyadi
Note
Bibliografia
- Alfonso Anania - Antonella Carri - Lilia Palmieri - Gioia Zenoni, Siria, viaggio nel cuore del medio oriente, 2009, Polaris, p. 132-161.
Voci correlate
Altri progetti
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