Creso (grano)

cultivar di grano duro

La Creso è una cultivar di frumento duro (Triticum durum) autunno-primaverile medio-precoce.[1]

Creso spiga

Storia

È stata ottenuta, nel 1974,[2] mediante ibridazione e successiva selezione: proviene dall'incrocio di un frumento duro messicano del Centro Internacional de Mejoramiento de Maíz y Trigo - CIMMYT ((Yt 54 N10-B) Cp2-63) Tc2, derivato da un incrocio tra grani duri e teneri con una linea mutante (Cp B144) indotta da una irradiazione combinata di neutroni e raggi gamma[3] nel frumento duro Cappelli, entrambi a paglia corta.[1][3][4]

Questa varietà ha portato la produzione di grano duro in Italia da 1,83 t/ha nel 1974, a 2,54 t/ha nel 1994; con un incremento rispetto il Capeiti del 20-30%, sostituendolo come varietà può produttiva, rapidamente.[2] A sua volta il Creso venne sostituito dal Simeto a partire del 1994.[2]

Caratteristiche

Alessandro Bozzini
Scarascia Mugnozza e Gianfranco Franco direttore del Centro, 1966

Il Creso fu ottenuto da Alessandro Bozzini e Carlo Mosconi[5][6] all'interno del gruppo di genetisti del Centro della Casaccia del CNEN, ora ENEA (Bagnara, D'Amato, Rossi, Scarascia Mugnozza ed altri). La sua principale caratteristica è quella di avere una taglia ridotta (70‐80 centimetri) rispetto ai frumenti duri esistenti all'epoca (130‐150 cm), che ha reso la cultivar molto resistente all'allettamento. Grazie anche alla resistenza a molte razze di ruggine bruna e al Fusarium graminearum, il Creso presentava livelli produttivi decisamente superiori a quelli delle cultivar italiane fino ad allora coltivate, come per esempio i grani antichi siciliani.[1]

La caratteristica più notevole della bassa statura del Creso, che impedisce l'allettamento, è dovuta al gene Rht 1,[7] gene presente sul cromosoma 4 codificante la produzione di gibberellina.[2]Altre caratteristiche innovative della varietà sono; l'adattabilità ai diversi climi, la possibilità di essere concimata in modo importante; insieme, alla presenza di culmi robusti che migliorano la resistenza del grano all’allettamento.[1][8]

Diffusione

Diffusione in Italia

Iscritto al registro delle varietà nel 1974, Creso ebbe immediata e ampia diffusione per la sua larga adattabilità, produttività, e buone qualità di pastificazione (negli anni '80 e '90 ha rappresentato oltre il 50% della produzione di frumento duro in Italia)[1][9].

La cultivar è ancor oggi largamente diffusa in Italia (rappresenta ancora quasi il 10% della produzione italiana di frumento duro), soprattutto nel Centro-Nord (dove ha sostituito il grano tenero in alcune aree) grazie alla sua tardività che le permette di esprimere appieno le sue potenzialità produttive (fino a 10 tonnellate per ettaro in condizioni particolari)[1][10].

Diffusione nel mondo

Inoltre, si può considerare che buona parte della produzione mondiale di frumento duro è ottenuta da cultivar derivate dal Creso. Esso è stato infatti utilizzato in programmi di miglioramento genetico in molti paesi, dalla Cina all'Australia, all'Argentina, agli USA, al Canada e presso i grandi Centri di Ricerca Internazionali (CIMMYT, ICARDA, CSIRO, ecc.)[11].

Alimentazione

Per quanto riguarda il Creso e le cultivar da esso derivate, sono state sospettate[12] di essere la causa di un aumento nel numero di casi di celiachia, in ragione del suo contenuto di glutine che si dice essere più elevato del normale; si tratta tuttavia di accuse prive di fondamento e non supportate da ricerche scientifiche, inoltre la quantità di glutine del Creso non è diversa da quello di diverse altre varietà di grano[12][13][14].

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni