Ecce Homo (Antonello da Messina)
Ecce Homo è il soggetto di una serie di dipinti di Antonello da Messina, databili tra il 1465[1] e il 1475.[2]
Ecce Homo | |
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Autore | Antonello da Messina |
Data | 1475 |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 48,5×38 cm |
Ubicazione | Collegio Alberoni, Piacenza |
Antonello ha trattato questo soggetto almeno sei volte, di cui tre (b;c;d) sono variazioni dello stesso disegno, mentre un quarto (a) ne differisce totalmente, più altre due versioni ancora diverse.[2]
- a) Cristo incoronato con le spine, probabile 1465-1470, Metropolitan Museum of Art di New York[3][4]
- b) Datato 1473, galleria del Collegio Alberoni di Piacenza[5]
- c) Datato 1474, conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna finché non fu trafugato durante la Seconda guerra mondiale[6]
- d) Ecce Homo, 1475, Galleria nazionale di palazzo Spinola di Genova[7]
Descrizione
Questa tavola fa parte del lascito del Cardinale Giulio Alberoni al Collegio da lui fondato a Piacenza nel 1752. Il soggetto costruisce una sintesi tra Ecce Homo e quella del Cristo appoggiato alla colonna della flagellazione, dove questo espediente mette in contatto il dipinto con lo spettatore, rendendo un significato maggiormente meditativo.
Rispetto alle altre versioni , la versione di Piacenza e senza dubbio la più riuscita, per la matura sicurezza dell'impostazione spaziale e la sapiente gradazione degli effetti luminosi.
Antonello sembra aver definitivamente raggiunto in questo dipinto la perfetta sintesi tra il realismo di discendenza fiamminga, evidente nella raffinata resa di particolari quali i capelli e i peli della barba, le lacrime, le stille di sangue, il cartellino con la firma dove appare una data poco leggibile e la visione plastico- prospettica tipica del rinascimento italiano.