Michelangelo Alfano

mafioso italiano (1940-2005)

Michelangelo Alfano (Bagheria, 9 novembre 1940[1]Messina, 17 novembre 2005) è stato un imprenditore e mafioso italiano, appartenente a Cosa Nostra.

Biografia

Originario di Bagheria, in provincia di Palermo, nel 1979 si trasferì a Messina in qualità di titolare di un'impresa che aveva in appalto la pulizia delle carrozze ferroviarie e divenne inoltre per un certo periodo presidente della società calcistica dell'ACR Messina, all'epoca militante in Serie C1[2][3].

Indagato la prima volta per mafia nel 1984 dall'allora giudice istruttore Giovanni Falcone a seguito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Totuccio Contorno, fu condannato nel 1996 per associazione a delinquere nell'ambito del cosiddetto maxiprocesso quater poiché considerato il principale referente di Cosa nostra nella città di Messina e fu arrestato nuovamente nel 2000 per rapporti illeciti con la magistratura, in particolare con il sostituto procuratore Giovanni Lembo[4]. Secondo gli investigatori egli era il "ponte" di collegamento tra la mafia della sua città natale e il capoluogo peloritano, ed era inoltre in stretti rapporti con le cosche messinesi e la 'ndrangheta radicata nella città.[4]

Trovato morto nel 2005[5], si ipotizzò il suicidio[6].

Note

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