Obviously 5 Believers

Obviously 5 Believers è una canzone di Bob Dylan contenuta nel suo doppio album del 1966 Blonde on Blonde. Come molte altre canzoni di Dylan del periodo 1965-1966 (From a Buick 6, Outlaw Blues, ecc.), la composizione è basata s'un arrangiamento rock blues con un testo surreale e pieno di immagini evocative.

Obviously 5 Believers
ArtistaBob Dylan
Autore/iBob Dylan
GenereBlues rock
Folk rock
Rock and roll
Edito daColumbia Records
Pubblicazione originale
IncisioneBlonde on Blonde
Data1966
Durata3'35"

Il brano

Il brano attinge liberamente dalla tradizione della musica blues statunitense: il ricorrente riff rimanda a quello della canzone Me and My Chauffer Blues di Memphis Minnie, a I Want to Be Your Driver di Chuck Berry e allo standard Good Morning Little Schoolgirl. In aggiunta, il ritornello è simile a quello di Trouble No More di Muddy Waters. Il primo verso del brano, Early in the morning... è una suggestiva citazione della celebre I Got a Woman di Ray Charles. L'ultima strofa ripete il verso «feel so all alone» presente anche nel brano di apertura di Blonde On Blonde Rainy Day Women #12 & 35.

Obviously 5 Believers non venne eseguita in concerto durante il tour del 1966, e non fu suonata dal vivo fino al 1995 quando divenne presenza fissa in scaletta durante le esibizioni di Dylan per circa diciotto mesi.

A eccezione del breve e inspiegabile riferimento in una strofa del testo a "quindici giocolieri" e ai "cinque credenti" del titolo, il brano è essenzialmente un'ardente canzone d'amore piena di desiderio per una misteriosa donna invocata dal narratore. A proposito della bizzarra abitudine di Dylan di intitolare le sue composizioni del periodo 1965-66 con titoli che poco avevano a che fare con il contenuto delle stesse, Al Kooper ricorda che mentre era in corso il missaggio finale del disco, il produttore Bob Johnston chiedeva a Dylan come volesse chiamare le diverse canzoni e Bob diceva i titoli della canzoni una per volta, in quel preciso momento, senza pensarci troppo. Le associazioni di idee e il nonsense giocarono un ruolo fondamentale, secondo Kooper, nella scelta dei titoli dei brani di Blonde on Blonde.[1]

Note

Collegamenti esterni

Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Rock