Neogobius nigricans
Neogobius nigricans (Canestrini, 1867), conosciuto comunemente come ghiozzo di ruscello o ghiozzo etrusco[2], è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Gobiidae, endemico dell'Italia centrale.
Ghiozzo di ruscello | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa Bilateria |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Superclasse | Gnathostomata |
Classe | Actinopterygii |
Sottoclasse | Osteichthyes |
Superordine | Acanthopterygii |
Ordine | Perciformes |
Sottordine | Gobioidei |
Famiglia | Gobiidae |
Sottofamiglia | Gobiinae |
Genere | Neogobius |
Specie | N.nigricans |
Nomenclatura binomiale | |
Neogobius nigricans Canestrini, 1867 | |
Sinonimi | |
Gobius avernensis, Gobius fluviatilis nigricans, Gobius nigricans, Padogobius nigricans | |
Nomi comuni | |
Ghiozzo di ruscello |
Distribuzione e habitat
L'areale della specie è limitato al versante tirrenico dell'Italia centrale, tra il bacino del fiume Serchio a nord ed il fiume Amaseno a sud.La distribuzione della specie è comunque discontinua a causa di numerose estinzioni locali.
L'habitat ideale della specie è nei corsi d'acqua con acque pulite, limpide, fredde e con corrente vivace, con fondo costituito da ciottoli abbastanza grandi (necessari per la costruzione del nido). La sua zona di elezione è nella Zona dei Ciprinidi a deposizione litofila.
Descrizione
È un tipico gobide nell'aspetto, con testa grande, pinne ventrali riunite a formare una ventosa, due pinne dorsali separate di cui la prima con raggi spiniformi e la seconda molle ed occhi che sporgono sopra il profilo della testa.Le labbra sono molto carnose.
La livrea è caratterizzata da una macchia scura sull'opercolo branchiale branchiale e da 5/6 macchie scure a sella sui fianchi. La parte superiore della testa è marmorizzata di nero mentre il ventre è bianco giallastro. Alla base della pinna caudale è presente una fascia scura, le pinne dorsali hanno un'alternanza di fasce orizzontali grigio chiaro e scuro mentre la prima pinna dorsale è bordata di giallo arancio, quest'ultima pinna ha una macchia ocellare nel maschio. Il maschio in livrea nuziale è molto scuro, quasi nero.
Le dimensioni massime sfiorano i 10 cm ma sono usualmente assai inferiori, i maschi sono più grandi delle femmine.
Riproduzione
La riproduzione avviene tra maggio e giugno, il maschio assume comportamenti di tipo territoriale difendendo un rifugio, scavato sotto un sasso, che funge da nido. Il maschio attrae la femmina nel nido con l'emissione di suoni.Le uova (100-350) vengono deposte sul soffitto della tana e vengono sorvegliate dal maschio fino alla schiusa.
Alimentazione
Si ciba di piccoli invertebrati bentonici, soprattutto larve.
Conservazione
La specie si è rarefatta in numerosi habitat a causa del calo del livello dei corsi d'acqua (e conseguente aumento di temperatura), dell'introduzione di predatori (trote) e dell'introduzione casuale del congenere ghiozzo padano, che risulta avvantaggiato nella competizione per la conquista di ripari per la riproduzione. Nel 2017 è infatti scomparso dal fiume Amaseno a causa dell'azione sinergica di sovrasfruttamento delle acque, inquinamento ed esclusione competitiva da parte del ghiozzo padano.[3]
Tassonomia
Il ghiozzo etrusco è stato a lungo considerato parte del genere Padogobius, nonostante il disaccordo di alcuni ittiologi[3]. In seguito, grazie a una serie di studi molecolari, osteologici e bioacustici, è stato dimostrato come faccia invece parte del genere Neogobius[4][5][6][7].
Note
Bibliografia
- Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia, Ittiofauna delle acque dolci Edizioni PLAN 2005; pagg. 86-87
- Zerunian S. Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole 2002; pagg. 115-118
- Bruno S., Maugeri S. Pesci d'acqua dolce, atlante d'Europa, Mondadori 1992
- Kottelat M., Freyhof J. Handbook of European Freshwater Fishes, Publications Kottelat, Cornol (CH), 2007
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