Parabola del padrone e del servo

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La parabola del padrone e del servo (detta anche servire con umiltà) è una parabola di Gesù raccontata nel Vangelo secondo Luca (17,7-10[1]).

La preghiera di ringraziamento dopo la comunione di San Tommaso d'Aquino include una frase simile all'ultimo verso di questa parabola:
Ti ringrazio, mio Signore, Padre onnipotente, Dio eterno, che ti sei degnato, non per i miei meriti, ma per la Tua accondiscendenza, di soddisfare me peccatore, tuo servo indegno.
(dipinto di Alphonse Legros)

La parabola ricorda come "quando una persona ha fatto ciò che Dio vuole, ha fatto il suo dovere".[2]

Parabola

« Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: «Vieni subito e mettiti a tavola»? Non gli dirà piuttosto: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu»? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»». »   ( Luca 17,7-10, su laparola.net.)

Interpretazione

Questa parabola suggerisce che "persino i migliori tra i servi di Dio debbano essere umili perché essi svolgono unicamente il loro dovere e niente più."[3] Nessuno, "nemmeno il più virtuoso o il più lavoratore, può porre in debito Dio nei suoi confronti."[2]

William Barclay[4] ha collegato questa parabola all'ultimo verso dell'inno di Isaac Watts dal titolo "When I Survey the Wondrous Cross":

Were the whole realm of Nature mine,
That were an offering far too small;
Love so amazing, so divine,
Demands my soul, my life, my all.[5]

La frase "servo inutile" è utilizzata anche a livello liturgico nella liturgia di San Giovanni Crisostomo.[6]

Lo scrittore biblico scozzese William R. Nicoll la chiama "la parabola del servizio extra".[7]

Note

Voci correlate