Scirone

personaggio della mitologia greca, brigante o condottiero

Scirone (in greco antico: Σκίρων?, Skìrōn o Σκείρων, Skèirōn) è un personaggio della mitologia greca e fu un abitante della Megaride ucciso da Teseo[1].

Scirone
Teseo uccide il brigante Scirone - Disegno di J. C. Andrä
Nome orig.Σκίρων
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
ProfessioneBrigante o condottiero

Genealogia

Figlio di Caneto[1] e di una figlia di Pitteo di nome Enioche[1], è stato anche citato come figlio di Pila, re di Megara[2] o di Pelope o di Poseidone[3] ma è probabile che questi ultimi riferimenti siano rivolti al suo casato e ascendenza.
Fu il padre di un maschio di nome Alycus[1] e di una femmina di nome Endeide[4] avuta da Cariclo[5], oppure da una figlia di Pandione[2].

Mitologia

Le leggende su questo personaggio si dividono sulla sua reputazione in quanto secondo alcuni era un brigante mentre secondo altri era un benefattore e un condottiero.

Brigante e fuorilegge

Scirone viveva lungo una strada posta sulla scogliera della costa Saronica dell'Istmo di Corinto chiamata "Rocce Scironie". Era un passaggio molto impervio e con rocce sporgenti e a picco sul mare[6] e in questo luogo aggrediva i viandanti costringendoli a lavargli i piedi e così, quando loro si chinavano, li scaraventava in mare con un calcio e venivano divorati da una tartaruga marina[2].
In questa versione della leggenda fu ucciso da Teseo che gli riservò lo stesso destino che Scirone infliggeva alle sue vittime[7], oppure fu afferrato per i piedi e gettato in mare[3].

A riguardo di questa leggenda Pausania scrive che sul frontone della stoà reale di Atene, c'era un gruppo di figure che rappresentava Teseo nell'atto di lanciare Scirone in mare[8].

Benefattore e condottiero

Secondo Plutarco invece, gli abitanti di Megara sostenevano che Scirone non fosse un ladro o un uomo violento, ma un persecutore degli stessi e che fosse parente e amico di uomini buoni e giusti e che i legami della sua famiglia (virtuosa e rispettata) rendessero improbabile che una persona del suo rango potesse stringere alleanze familiari con quelle di un ladro[5].
Pausania inoltre scrive che quando il re Pylas fu esiliato da Megara e fu suo genero Pandione a succedergli, Scirone ne aveva sposato la figlia divenendone genero e che quando il trono fu passato a Niso (un altro figlio di Pandione), Scirone dapprima contestò il trono ma poi, e grazie all'arbitrato di Eaco, vi rinunciò in cambio del titolo di capo militare e del comando dell'esercito[2][7], fatti questi ultimi che lo identificano come un condottiero di quelle regioni.

Le due leggende convergono

Come figlio di Caneto e di Enioche (che era figlia di Pitteo), Scirone è di fatto un cugino di primo grado di Teseo in quanto la madre di Teseo (Etra) era un'altra figlia di Pitteo[5].

Plutarco scrive anche che Teseo istituì i Giochi istmici per poterlo onorare e fece espiazione per il suo omicidio a causa della loro parentela e aggiunge che altri contemporanei riferivano dell'esistenza di Sini, un altro bandito che viveva in quei luoghi e che fu ucciso da Teseo[1].

Sempre nell'area di Corinto viveva un altro brigante di nome Procuste che a sua volta fu ucciso da Teseo[5].

Note

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Scirone, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca