Weird (letteratura)
Il weird è un genere letterario, sottogenere della narrativa fantasy e horror. Sviluppatosi fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, è principalmente incentrato su opere e temi che hanno come scopo quello di provocare paura, sbigottimento, orrore e suggestione nel pubblico, evitando però i cliché tipici dell'horror, del gotico e del sovrannaturale e cercando invece di introdurre nel proprio lavoro elementi originali e sovversivi[1]. Fra gli autori considerati come capostipiti del weird si trovano Edgar Allan Poe, Lord Dunsany, H.P. Lovecraft e Clark Ashton Smith.
La narrativa weird ebbe il suo apice durante gli anni '30 e '40 per poi decrescere fino agli anni '80, quando una rinascita d'interesse da parte di pubblico e autori ha dato vita al genere new weird[2].
Definizioni
Non esiste una definizione standard di narrativa weird.
Lo scrittore China Miéville lo definisce come, approssimativamente, una narrativa macabra e stupefacente, fuori dagli schemi e più vicina al dark fantasy o all'horror fantasy che al fantasy tradizionale[1]. Occasionalmente, si è anche riferito al weird come alla "narrativa del tentacolo", in riferimento al fatto che gli scrittori weird evitano solitamente di ricorrere a creature tipiche del folklore come fantasmi, vampiri o lupi mannari, a meno di non rivisitarli pesantemente[1][3][4], mentre abbondano mostri alieni non tradizionali e spesso dotati proprio di tentacoli, come ad esempio nei racconti lovecraftiani[1][4].
John Clute, critico e scrittore, definisce il weird come un termine approssimativo per descrivere una narrativa fantasy, horror o sovrannaturale incentrata su elementi trasgressivi o poco comuni[5].
Il critico letterario Jeffrey Andrew Weinstock ha sottolineato come il weird si concentri sul mostrare l'umanità come un elemento trascurabile e impotente all'interno di un vasto universo popolato da forze oscure e potenti al di là della sua comprensione e controllo e spesso maligne[3].
Secondo Jeff e Ann VanderMeer, coppia di editori e scrittori statunitensi, considerano il weird come una branca dell'horror, piuttosto che come un genere a se stante[6].
Infine, per il critico letterario e studioso della letteratura lovecraftiana S.T. Joshi, il genere weird abbraccia diverse branche e può essere catalogato a seconda dell'inclinazione verso l'horror, il fantasy, il sovrannaturale e persino la fantascienza; e che tali inclinazioni derivano da quelle estetiche e filosofiche, consce o no, dell'autore stesso[7].
Storia
Sebbene il termine weird non compaia se non alla fine del XX secolo, Edgar Allan Poe è solitamente indicato dai critici letterari, fra cui H.P. Lovecraft, come un pioniere del genere. Un altro autore solitamente associato al weird ante-litteram è Sheridan Le Fanu[1][3].
Inizialmente il termine weird venne usato indistintamente per indicare la narrativa sovrannaturale, come in una recensione del 1859 dello Scottish Review sui lavori di Edgar Allan Poe, E.T.A. Hoffman e Walter Scott[8]. Il termine ricorre anche nella recensione del 1889 del giornale irlandese The Freeman's Journal del Dracula di Bram Stoker[9]. Basandosi su ciò, alcuni critici letterari suggeriscono che ci sia stato un periodo di proto-weird precedente il genere vero e proprio, chiamato Old Weird o Haute Weird[1][3].
Alla fine del diciannovesimo secolo, un certo numero di scrittori decadenti scrissero opere che in seguito furono associate al weird, fra cui M.P. Shiel, Eric Stenbock, R. Murray Gilchrist[10], Algernon Blackwood, William Hope Hodgson, Lord Dunsany, Ambrose Bierce e M.R. James[11].
La narrativa weird trovò per la prima volta riscontro presso un vasto pubblico grazie alla rivista pulp Weird Tales, pubblicata in America fra il 1923 e il 1954 da Farnsworth Wright, che coniò il termine weird fiction per il materiale che pubblicava[1], e a cui si aggiunsero poi le riviste Strange Tales[12] e Unknown Worlds[13]. Gli scrittori che pubblicavano su queste riviste e che rimasero indissolubilmente legati al termine includevano Lovecraft, Clark Ashton Smith, Fritz Leiber e Robert Bloch[1].
Il termine raggiunse la sua definitiva connotazione grazie ai saggi di Lovecraft, che lo definì così:[1]
Il vero weird ha qualcosa di più di un omicidio segreto, ossa insanguinate o catene tintinnanti. Deve essere presente una certa atmosfera di terrore che lascia senza fiato, inspiegabile, forze esterne e sconosciute; e ci deve essere un accenno, espresso con una serietà e portentosità che ne diventano il soggetto, di quella concezione più terribile del cervello umano: una sospensione o sconfitta maligna e particolare di quelle leggi fisse della Natura che sono la nostra unica salvaguardia contro gli assalti del caos e i demoni dello spazio non scandagliato
Autori rappresentativi
Quello che segue è un elenco di autori indicati come scrittori di new weird rappresentativi, divisi per periodo ed elencati in ordine alfabetico per cognome.
Prima del 1940
- Ryūnosuke Akutagawa[4]
- E.F. Benson[11]
- Ambrose Bierce
- Algernon Blackwood
- Robert Bloch
- Marjorie Bowen[14]
- John Buchan[15]
- Leonora Carrington[4]
- Robert W. Chambers[1]
- Mary Elizabeth Counselman[4]
- Walter de la Mare[11]
- Lord Dunsany
- E. R. Eddison[11]
- Guy Endore[15]
- Robert Murray Gilchrist[15]
- Stefan Grabiński[16]
- L. P. Hartley[11]
- Nathaniel Hawthorne[17]
- William Hope Hodgson[11]
- E. T. A. Hoffmann
- Robert E. Howard[11]
- Carl Richard Jacobi[1]
- Henry James[1]
- M.R. James[1]
- Franz Kafka[4]
- C. F. Keary[18]
- Vernon Lee[19]
- Joseph Sheridan Le Fanu
- Fritz Leiber
- David Lindsay[20]
- H.P. Lovecraft
- Abraham Merritt[1]
- C. L. Moore[1]
- Oliver Onions[11]
- Thomas Owen[21]
- Edgar Allan Poe
- Ted Robbins[22]
- Eric Frank Russell[23]
- Bruno Schulz[4]
- M. P. Shiel[11]
- Clark Ashton Smith
- Eric Stenbock[15]
- Francis Stevens[4]
- E. H. Visiak[1]
- Donald Wandrei[5]
- H. G. Wells[1]
- Edward Lucas White[1]
- Henry S. Whitehead[24]
1940–1980[25]
- Robert Aickman
- J. G. Ballard
- Charles Beaumont
- Olympe Bhely-Quenum
- Jerome Bixby
- Jorge Luis Borges
- Ray Bradbury
- William S. Burroughs
- Octavia E. Butler
- Ramsey Campbell
- Angela Carter
- Julio Cortázar[26]
- Philip K. Dick
- Harlan Ellison
- Shirley Jackson[11]
- Stephen King
- Tanith Lee
- George R. R. Martin
- Richard Matheson
- Michael Moorcock
- Joyce Carol Oates
- Mervyn Peake
- Joanna Russ
- Sarban
- William Sansom
- Claude Seignolle
- Margaret St. Clair
- Peter Straub
- James Tiptree, Jr.
- Amos Tutuola
- Karl Edward Wagner[27]
- Gene Wolfe
1980-oggi
- Clive Barker[4][28]
- K. J. Bishop[4]
- Jonathan Carroll[5]
- Michael Cisco[4]
- Hal Duncan[1]
- Katherine Dunn[1]
- Karen Joy Fowler[4]
- Elizabeth Hand[4]
- M. John Harrison[4]
- Simon Ings[29]
- Caitlín R. Kiernan[1]
- T. E. D. Klein[11]
- Kathe Koja[4]
- Thomas Ligotti[1]
- China Miéville[1][30]
- Grant Morrison[1]
- Steph Swainston[4]
- Chet Williamson[5]
- F. Paul Wilson[5]
New weird
Il genere weird ha assistito a una rinascita verso la fine del XX secolo, il che ha portato al conio del termine new weird. Autori contemporanei che si autodefiniscono autori di weird e new weird includono China Miéville[30], Jeff e Ann VanderMeer[29], Clive Barker[28] e Ramsey Campbell[11][31].
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni
- H. P. Lovecraft, "Notes on Writing Weird Fiction"
- WeirdTalesMagazine.com, sito originale della rivista Weird Tales
- WeirdFictionReview.com, sito di Ann e Jeff VanderMeer dedicato al genere