Prelato

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Un prelato (o presule) è un presbitero della Chiesa cattolica del Clero secolare o regolare insignito di tale titolo dalla Santa Sede.

La parola deriva dal latino prælatus, participio passato del verbo præferre, che significa preferire indicando in generale la persona preminente sulle altre in un dato consesso.[1] Viene inoltre definito prelato colui che regge una prelatura territoriale o una prelatura personale.

Descrizione

I prelati si distinguono in superiori e minori, identificando i primi come soggetti insigniti dell'ordinazione episcopale o della nomina cardinalizia, mentre i secondi sono coloro che per speciale concessione della Santa Sede godono di un incarico o titolo preminenti rispetto al resto del clero. Prelati inferiori sono i cappellani di Sua Santità, i prelati d'onore e i protonotari apostolici, ma prima della riforma della Corte pontificia, mediante il motu proprio Pontificalis Domus[2], i prelati si distinguevano in prelati di mantellone e di mantelletta[3].

Prelato di mantellone

Sono prelati di mantellone gli ecclesiastici della Corte pontificia che detengono il titolo di Cappellano segreto, Cappellano segreto d'onore, Cameriere segreto partecipante, Cameriere segreto soprannumerario e Cameriere d'onore in abito paonazzo[4]. Il loro titolo è temporaneo e cessa con la morte del pontefice che li ha eletti. Si fregiano del titolo di monsignore.

Il nome di prelato di mantellone è dovuto alla sopravveste caratteristica di questi prelati, di colore paonazzo, lunga fino ai piedi e da indossarsi sopra la talare o sottana paonazza[5]. La fascia è sempre paonazza, solo di un tono diverso rispetto all'abito, e termina con un fiocco. Indossano altresì le fibbie alle scarpe ed il collare violaceo. Nei solenni cortei papali e nelle sacre funzioni, i prelati di mantellone possono indossare la cappa rossa con seta in estate ed ermellino in inverno[6]. Non hanno l'uso del rocchetto, ma della sola cotta, salvo particolari concessioni come per il capitolo dei Santi Celso e Giuliano, i cui canonici avevano dapprima il titolo di Cappellani segreti d'onore[7]e, dal 1939, quello di Camerieri segreti soprannumerari[8]. Ai canonici dei Santi Celso e Giuliano, papa Benedetto XV aveva concesso l'uso del rocchetto, nelle sacre funzioni ed in coro[9].

Vi erano quattro cariche prelatizie che potevano essere occupate da uomini coniugati ed indossare un mantellone: l'Avvocato fiscale, il Procuratore generale, l'Avvocato de' poveri, e il Commissario della camera[4]. Costoro avevano funzione di prelati, ma potevano convivere con la moglie e vestire l'abito ecclesiastico con un mantello mezzano che giungeva fino ai polpacci e che si chiamava anch'esso mantellone, senza cotta né rocchetto[10].

Nel 1969 la Santa Sede abolì l'uso del mantellone[11].

Prelato di mantelletta

I prelati di mantelletta sono di rango superiore rispetto ai prelati di mantellone e si fregiano sempre dell'appellativo di monsignore[12]. Il loro titolo è a vita e non cessa con la morte del pontefice. Appartengono a questo rango della Corte pontificia i prelati domestici e i protonotari apostolici.

Indossano collare, abito talare con coda, ma da mantenere sempre legata, e fascia con fiocco il tutto paonazzo, mantelletta paonazza aperta davanti con fodere rubino, calze paonazze e fibbie alle scarpe. Ai prelati domestici è riservato un fiocco paonazzo sulla berretta, mentre per i protonotari apostolici è di color rubino. Nelle funzioni ed in coro i prelati di mantelletta, sopra la loro sottana di seta violacea, portano il rocchetto, e sopra il rocchetto la mantelletta, cui sono praticati due fori per le braccia. Si dice mantelletta, giacché più corta rispetto al mantellone dei prelati di grado inferiore.

Anche i vescovi e i cardinali indossano la mantelletta. I vescovi titolari indossano solo la mantelletta senza mozzetta, mentre i vescovi residenziali indossano anche la mozzetta quale segno di giurisdizione sul proprio territorio, pertanto non la indossano in presenza del Santo Padre. I cardinali vestono la talare con rocchetto, mozzetta e mantelletta a Roma, per rispetto al Santo Padre; nelle loro sedi titolari o, comunque, fuori Roma, invece, portano la mozzetta immediatamente sopra il rocchetto e la talare, quindi senza mantelletta[13]. Vescovi e cardinali mantengono la coda della talare sciolta nelle sacre funzioni, in coro e nei solenni cortei[14], mentre gli altri prelati di mantelletta la devono sempre mantenere legata mediante un apposito bottone[15].

Nel 1969 la Santa Sede abolì l'uso della coda e della mantelletta, quest'ultima però rimase concessa in uso per i prelati superiori dei dicasteri della Curia romana non insigniti della dignità episcopale, gli uditori della Rota Romana, il promotore generale di giustizia e il difensore del vincolo del Supremo tribunale della Segnatura apostolica, i protonotari apostolici de numero, i chierici della Camera apostolica e i prelati dell'Anticamera papale[11].

Araldica dei prelati di mantellone e di mantelletta

La legislazione ecclesiastica in materia araldica si è dimostrata piuttosto lacunosa nei secoli, soprattutto per i prelati inferiori, ma in luogo di tale lacuna si consolidò la tradizione araldica, ratificata dall'uso[16]. Per i prelati di mantellone era tollerato, nei loro stemmi prelatizi, il cappello nero con cordoni e nappe paonazzi[17]. Per i cappellani le nappe erano tre per lato, disposte in ordine 1-2. Per i Camerieri ecclesiastici le nappe erano sei per lato, disposte in ordine 1-2-3[18]. Ai prelati di mantelletta di grado inferiore era concesso il cappello prelatizio con sei nappe per lato, disposte in ordine 1-2-3, il tutto paonazzo o rubino[15].

Per i prelati di mantelletta superiori, ovverosia vescovi, arcivescovi e cardinali le normative sono più chiare. Per i vescovi il cappello prelatizio ha sei nappe per lato il tutto di verde, per gli arcivescovi le nappe sono dieci per lato, sempre il tutto di verde, mentre per i cardinali sono quindici per lato, il tutto di rosso[19]; possono inoltre accollare la croce astile dietro lo scudo in base al loro grado episcopale[11].

Note

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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