Antonio Favaro

matematico e storico della scienza italiano

Antonio Favaro (Padova, 21 maggio 1847Padova, 30 settembre 1922) è stato un matematico e storico della scienza italiano, ricordato soprattutto come curatore dell'edizione nazionale delle Opere di Galileo Galilei.Fu socio di varie società scientifiche e accademie, tra cui l'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, di cui divenne anche presidente tra il 1905 e il 1907, e l'Accademia Nazionale dei Lincei.

Antonio Favaro

Biografia

Origini e formazione

Nacque da Giuseppe Favaro, dottore in matematica, e da Caterina Turri, appartenente a una famiglia nobile del Polesine.

Si laureò in matematica all'Università di Padova nel 1866 e in ingegneria alla Scuola di Applicazione di Torino nel 1869.Nel 1870 Domenico Turazza lo chiamò come suo assistente all'Università di Padova.Nel 1872 vi fu nominato professore di statica grafica, e nei decenni successivi vi insegnò anche analisi matematica, geometria proiettiva e storia delle matematiche.

Carriera

Dopo un iniziale interesse per l'ingegneria civile e la sismologia, fu alla storia della matematica che Favaro rivolse la sua attenzione e si dedicò a questa disciplina per il resto della sua vita. Un ruolo importante nell'indirizzare la sua attività in questa direzione lo ebbe Baldassarre Boncompagni Ludovisi, fondatore e direttore del Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche, una delle prime riviste dedicate alla storia della scienza, sul quale Favaro avrebbe poi pubblicato molte importanti ricerche, compiendo anche studi sulla storia dell'Università di Padova, e in particolare della sua facoltà di matematica.

A partire dal 1880 circa, Favaro concentrò il suo impegno su Galileo e su di lui pubblicò diverse opere, tra cui Galileo Galilei e lo Studio di Padova (1883). Constatando l'insufficienza delle edizioni esistenti degli scritti di Galileo, compresa quella recente curata da Eugenio Alberi (1842-1856), viziata da numerosi errori e omissioni, Favaro propose la realizzazione di una nuova edizione nazionale della sua opera omnia. La proposta fu approvata dal ministero dell'Istruzione nel 1887; Favaro ne fu il curatore, con la collaborazione di Isidoro Del Lungo e Umberto Marchesini. Il primo volume fu pubblicato a Firenze dalla tipografia Barbera nel 1890; il completamento del progetto richiese quasi vent'anni e fu portato a termine, con l'uscita del ventesimo volume, nel 1909. Il criterio ispiratore fu quello di raccogliere e riprodurre nel modo più completo, fedele e accurato possibile tutti gli scritti di Galileo, presentati in ordine strettamente cronologico, e di includere anche scritti di altri autori coevi (allievi, corrispondenti, oppositori, ecc.) che ebbero legami con lui, nonché reperti d'archivio, per documentare anche il contesto storico e culturale. Favaro ebbe anche la possibilità di consultare, negli archivi Vaticani, i documenti riguardanti il processo intentato dall'Inquisizione a Galileo, e ne incluse gli atti nell'edizione nazionale.L'opera, nonostante la sua grande importanza ed elevata qualità, ebbe una diffusione limitata, poiché ne vennero stampate soltanto 500 copie fuori commercio (un'edizione rivista fu pubblicata a partire dal 1929 e un'ulteriore ristampa nel 1964).

A questa grande opera si accompagnarono altre serie voluminose di pubblicazioni di argomento galileiano: Bibliografia galileiana (1568-1895) (1896, in collaborazione con Alarico Carli), Amici e corrispondenti di Galileo (41 volumi, 1894-1919), Oppositori di Galileo (6 volumi, 1892-1921), Scampoli galileiani (24 serie, 1886-1914), Adversaria Galilaeiana (7 volumi, 1916-1923). Nell'intento di Favaro, questa imponente raccolta di materiali su Galileo doveva culminare con la redazione di una biografia scientifica del grande scienziato, che tuttavia egli non arrivò mai a scrivere (solo un breve profilo divulgativo fu pubblicato da Formiggini nel 1910).

Nel periodo in cui la grande opera galileiana si avviava al completamento, Favaro rivolse i suoi interessi a un altro grande ingegno italiano, Leonardo da Vinci; nel 1918 entrò a far parte della commissione che doveva curare la pubblicazione dell'edizione nazionale delle opere di Leonardo, e, insieme a Enrico Carusi, curò la pubblicazione di Del moto e misura dell'acqua (1923). Tra le sue ultime opere vi fu anche il Saggio di bibliografia dello Studio di Padova, 1500-1920, pubblicato nel 1922, in occasione del settimo centenario dalla fondazione dell'università di Padova.

Tutta l'opera storica di Favaro, influenzata dal clima culturale del positivismo, fu ispirata a principi di rigore filologico e assoluto rispetto dei documenti originali, che miravano a ottenere una ricostruzione dei fatti del passato attendibile, completa e oggettiva. Egli si concentrò molto sugli aspetti biografici dei personaggi e sulla storia delle istituzioni accademiche, ma raramente si occupò di ricostruire lo sviluppo delle idee scientifiche o di fornire interpretazioni. Tuttavia l'ampiezza e la qualità della sua opera di ricostruzione documentaria costituirono un contributo di grande importanza per la comprensione dell'opera di Galileo e dell'ambiente in cui si sviluppò.

Famiglia

Sposò Giuseppina, figlia del Turazza, da cui ebbe un figlio, Giuseppe, anatomista e anch'egli storico della scienza, e due figlie: Maria e Lena.

Opere

Atti della nazione Germanica artista, nello Studio di Padova, 1911
  • Galileo Galilei e lo Studio di Padova, 1883.
  • La studio di Padova e la compagnia di Gesù sul finite del decimo decimosesto, 1878.
  • Le matematiche nello studio di Padova dal principio del secolo XIV alla fine de XVI, 1880.
  • Galilei e lo studio di Padova, 1883.
  • Miscellanea galileiana inedita, 1887 (opere inedite di Galileo, circa 300 pagine).
  • Nuovi studi galileiani, 1891.
  • Saggio di bibliografia dello studio di Padova 1500–1920, 2 volumi, 1922.
  • Bibliografia galileiana, Venezia, Istituto veneto di scienze lettere ed arti, 1942.

Come curatore:

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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