Cotinus coggygria

specie di pianta della famiglia Anacardiaceae

Cotinus coggygria Scop., 1771, conosciuto comunemente come scòtano[1][2] o albero di nebbia[1], è un arbusto appartenente alla famiglia delle Anacardiacee[3].

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Scotano
Cotinus coggygria in autunno
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Malvidi
OrdineSapindales
FamigliaAnacardiaceae
GenereCotinus
SpecieC. coggygria
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineSapindales
FamigliaAnacardiaceae
GenereCotinus
SpecieC. coggygria
Nomenclatura binomiale
Cotinus coggygria
Scop., 1771
Sinonimi

Rhus cotinus

Nomi comuni

albero di nebbia, sommaco o sommacco selvatico, foiarola (Bisiacaria)

Descrizione

Arbusto alto 1–2 m ma che talvolta raggiunge i 5 m di altezza, con foglie rotondeggianti, lungamente picciolate che in autunno assumono colori rossi brillanti[1]. I fiori sono giallastri radunati in infiorescenze piramidali aperte e ramose; molti fiori sono sterili e cadono presto, lasciando soltanto i peduncoli pelosi. I frutti, in realtà infruttescenze, grandi solo 3–4 mm, sono di colore bruno-porporino lucente, poi grigio, con numerosi peduncoli coperti di peli piumosi[1].

Distribuzione e habitat

Predilige i pendii rocciosi e aridi dell'Europa centro-meridionale e dell'Asia, sino alla Cina; assente nella Penisola iberica[1].

Nella provincia di Pesaro e Urbino, tra i comuni di Montefabbri e Mombaroccio, si trova il convento del Beato Sante. Precedentemente era chiamato Santa Maria di Scotaneto, dagli arbusti di scotano che si trovano in gran numero sul colle.

Sul Carso della Venezia Giulia è noto col nome di sommacco.

Usi

È usato come pianta ornamentale per l'aspetto di fumo o nebbia sopra il fogliame d'estate e in autunno[1].

I rami giovani sono usati per conciare le pelli[1]. Era utilizzato per la concia anche in Sicilia, dove Giacinto Carini introdusse la macchina a vapore per la sua mondatura[4].

La corteccia si usa per tingere[1].

L'affine Toxicodendron radicans (sinonimo Rhus toxicodendron) è una pianta velenosa anche al solo contatto[1].

Note

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Collegamenti esterni

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