Editrice La Stampa

casa editrice italiana

Editrice La Stampa S.p.A. è stata una casa editrice italiana parte del gruppo Fiat Chrysler Automobiles.[2] Fino al 31 dicembre 2014 ha pubblicato il principale quotidiano torinese, La Stampa. L'ultimo presidente, eletto il 13 marzo 2008, è stato John Elkann.[3]

Editrice La Stampa S.p.A.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione
Chiusura1º gennaio 2015 (per fusione con SEP in Italiana Editrice)
Sede principaleTorino
GruppoExor
Persone chiaveJohn Elkann (presidente)
SettoreEditoria
Prodottiquotidiano La Stampa
Fatturato€ 118,6 milioni[1] (2012)
Utile netto€ -27 milioni[1] (2012)

Oltre al quotidiano, l'editrice ha anche pubblicato vari libri, scritti per la maggior parte da collaboratori del giornale, come Massimo Gramellini e Luciana Littizzetto.

Storia

Storica editrice del quotidiano torinese, la società ha fatto parte del Gruppo Fiat. Fino al 2012 è stata controllata da Fiat S.p.A. (dal 2014 Fiat Chrysler Automobiles) tramite la sussidiaria editoriale Itedi - Italiana Edizioni. Quell'anno Itedi si è fusa per incorporazione in Editrice La Stampa.[2]

Il 2 agosto 2014 l'azienda ha annunciato, in un comunicato congiunto con la Società Edizioni e Pubblicazioni (SEP) di Carlo Perrone, editrice del quotidiano genovese Il Secolo XIX, il progetto di fusione per incorporazione della SEP nella prima, creando così una nuova società denominata Italiana Editrice S.p.A., partecipata da Fiat Chrysler Automobiles per il 77% e dalla famiglia Perrone per il 23%. L'operazione finanziaria comprendeva anche l'integrazione delle sussidiarie pubblicitarie e mass media, come Publikompass (di Ed. La Stampa), Publirama e Radio19 (entrambe di SEP).

L'accordo ha avuto efficacia a partire dal 1º gennaio 2015. Da quella data La Stampa e Il Secolo XIX sono pubblicati da Italiana Editrice S.p.A. Il nuovo gruppo editoriale ha sotto contratto 240 giornalisti tra le redazioni dei due quotidiani che, insieme, hanno una quota giornaliera di 260 000 copie vendute, alla pari delle altre maggiori testate italiane (come il Corriere della Sera o la Repubblica)[4][5].

Note

Controllo di autoritàVIAF (EN133877070 · LCCN (ENn99005854 · WorldCat Identities (ENlccn-n99005854