Filiberto Sbardella

Pittore, scenografo, mosaicista, architetto e politico

Filiberto Sbardella (Palestrina, 30 ottobre 1909Roma, 28 dicembre 1983) è stato un pittore, scenografo, architetto, mosaicista e partigiano italiano[1].

Filiberto Sbardella

Biografia

Anni '20-'30: Arte

Giovanissimo allievo di Gustavo Simoni e del maestro dell'encausto Tito Venturini Papari, Filiberto Sbardella già a 14 anni espone nelle prime mostre personali, cimentandosi successivamente con l'arte musiva, la pittura murale e di propaganda di influenza futurista[2] assieme ad artisti come Sironi e Prampolini. Recensito dai più autorevoli critici d'arte dell'epoca, diplomatosi poi all'Accademia di Brera, realizza importanti opere pittoriche e musive, come quelle che ancora oggi decorano facciata della Chiesa di S.S. Pietro e Paolo di Graffignana[3], il Tempio dei Caduti[4] di San Pellegrino Terme,[5] il Cinematografo Reposi di Savona, il Palazzo Visconti di Mondrone di Milano, e la Villa Trivulzio a Bellagio. In quegli stessi anni collabora come decoratore con la Società Italiana di costruzioni CHINI,[6] allestisce a Milano una importante mostra con Carlo Carrà,[7] espone alla Certosa di Garegnano - collaborando tra gli altri con il Duca Marcello Visconti di Mondrone al restauro della Cerosa milanese - partecipa alla IV Mostra del Sindacato regionale delle Belle Arti di Lombardia a Milano[8] con l'opera La Convalescente (oggi collocata presso il Museo del Novecento di Milano), partecipa alla II Mostra interprovinciale d'arte marchigiana a Pesaro,[9] ai XIV Littoriali di Venezia, frequentando artisti come Sirio Angeli, Ermanno Bazzocchi, Giuseppe Codacci Pisanelli, Gallian, Luigi Comencini.[10] Sbardella vive un decennio artisticamente prolifico, espone alla Galleria Barbaroux e alla Galleria Gian Ferrari di Milano, partecipa alla VI Triennale di Milano, e su invito di Gio Ponti e Giuseppe Pagano alla VII Triennale di Milano vincendo il I° Premio e la medaglia d'oro.[11] Partecipa alla XX Biennale di Venezia,[12] alla X Mostra del Sindacato interprovinciale Belle Arti di Milano e delle opere premiate nei concorsi di Brera con l'opera pittorica "Battaglia di Amba Aradam".[13] Sposa Franca Mocchi (figlia del Marchese Mario Mocchi, cavaliere dell'Ordine Equestre del S. Sepolcro) che gli da il suo unico figlio, Giovanni (che diventerà poi un noto ceramista).

Anni '40: Resistenza

Con il Conflitto Mondiale l'attività artistica di Filiberto Sbardella subisce una brusca interruzione: richiamato a Roma dal fratello Mario, diviene partigiano combattente durante i mesi della Resistenza; è tra i comandanti della brigata partigiana Movimento Comunista d'Italia (anche detto "Bandiera Rossa"). Durante la Seconda guerra mondiale Sbardella infatti è tra gli attivisti politici[14] più attivi, assieme a Antonino Poce[15], Celestino Avico, Giordano Amidani, Carla Capponi[16] Ezio Malatesta[17], Gabriele Pappalardo, Otello Terzani, Raffaele De Luca[18], Felice Chilanti[19], Carlo Lizzani, Vincenzo Guarniera, Orfeo Mucci, assieme ai fratelli Francesco, Maria, Bruna e Mario Sbardella.

Nel dopoguerra, Filiberto Sbardella riprende l'attività artistica aderendo al movimento pittorico realista e neorealista, esponendo a Roma, Pesaro, San Remo e Milano, e collaborando con artisti come Gian Paolo Lazzaro,[20] Corrado Cagli, Guttuso, Jacopo Comin, Sironi, Fontana, Scuderi, Freda, Gallian, David Alfaro Siqueiros, Guido Ballo, Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Candido Grassi, Gino Pancheri. Assieme ad Aligi Sassu, Salvatore Fiume, Bruno Cassinari, Umberto Lilloni, Pietro Marussig, Piero Fornasetti[21] produce una serie di disegni per una mostra alla Galleria Geri sulle opere della Scuola degli arazzi di Ersino Lario,[22] e con Carlo Pagani è il direttore artistico della SAIRA Società anonima industria rivestimenti artistici.[23] Nonostante la sua attività artistica, Sbardella mantiene viva la sua passione politica con ruoli di prestigio nell'ANPI, nella CGIL, e nel PCI[24] (negli anni 2000 emergerà la sua presenza nelle liste degli Enucleandi[25] e nell'Inchiesta Aldo Moro[26]).

Anni '50-'80: Architettura

Dopo la laurea e il titolo di Ingenuer conseguito a Ginevra, Sbardella si dedica in maniera quasi totalizzante alla professione di architetto.[27] Infatti - pur esponendo alla Galleria Il Pincio e alla Galleria La Cassapanca di Roma, alla Galleria Schettini di Milano,[28] e pur partecipando alla XXVII Biennale di Venezia,[29] alla Quadriennale di Roma del 1951, alla Prima Mostra sindacale del Sindacato provinciale romano aderente alla Federazione Nazionale Artisti di Roma, assieme a Eliano Fantuzzi, Renato Guttuso, Carlo Levi, Gino Franchina, Pietro Cascella, Domenico Purificato, Antonietta Raphael, Mario Samonà, Joseph Strachota, Mario Mafai e tanti altri - collabora sempre più con architetti come Gio Ponti[30] Bruno Begnotti[31] Maurizio Lanza, Luigi Scirocchi,[32] Pagano. Pur concedendosi prestigiose attività artistiche parallele (è scenografo nel 1954 con Antonio Valente nel film di Riccardo FredaTeodora imperatrice di Bisanzio[33]), egli conduce la professione di Architetto fino al 1983, anno della morte, coadiuvato dalla seconda moglie Carla De Benedetti, e collaborando con i grandi maestri del '900 come Bruno Begnotti, Ponti, Lanza, Zevi, Ponti, De Carlo, Cosenza (come testimonia la sua partecipazione al V Congresso UIA di Mosca "Construction and Reconstruction" del 1958), nella progettazione di opere private e pubbliche.[34] Ufficialmente riconosciuto come "L'Architetto del PCI", esegue progettazioni a Roma (Comprensorio colli d'Oro nel quartiere Labaro, sede del PCI in via dei Frentani, residenze private nel quartiere Monte Mario, edifici per uffici in via Palestro), Milano (stabilimento Mercedes), Chianciano Terme (Impianto Polisportivo Comunale), Ariccia (scuola sindacale Cgil), e poi Colleferro, Livorno, Sòfia, Mosca,[35] Pesaro (Palazzo Regione Marche, oggi al centro di una disputa per la sua nuova destinazione d'uso).[36]

Durante la sua vita, Sbardella frequenta grandi personaggi del Novecento. Negli anni '60, ad esempio, avvia un progetto artistico con Carlo Quattrucci e David Siqueiros per la realizzazione di un murale nella Scuola Sindacale Cgil di Ariccia, operazione poi interrotta a causa del costante lavoro del maestro messicano per la realizzazione del Polyforum.[37] Significativa, inoltre, la sua amicizia con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, come testimonia l'Archivio Storico del Quirinale.[38]

"Addis Abeba" - illustrazione pubblicata nella "Rivista illustrata del popolo d'Italia" n. 5, 1936

L'Archivio Filiberto Sbardella

Dal 2019, a seguito di ricerche approfondite sul personaggio, il Dr Pasquale Biagio Cicirelli e l'Arch. Claudio Gatti iniziano a raccogliere materiale documentario e librario riguardante l'attività del maestro Sbardella con l'obiettivo di tutelarne e valorizzarne l'opera. L'Archivio, fisico e digitale, è costituito da corrispondenza, fotografie, manifesti, e documentazione di vario genere riguardante le mostre, l'attività politica, la Resistenza, i cataloghi, la biblioteca, la rassegna stampa: in continuo aggiornamento, esso - interfacciandosi con Università, Istituti di Ricerca, Scuole, Biblioteche, tramite l'omonimo sito web - è aperto a studiosi e ricercatori.[39]

Filiberto Sbardella nei Musei e Archivi Storici

Scritti

Filmografia

Riconoscimenti e Premi

Galleria d'immagini

Mosaico - Tempio dei caduti - San Pellegrino Terme

Opere

Tra le opere pittoriche più rappresentative:

- La Convalescente (collocato presso il Museo del Novecento, Milano);

- La Risaia (collocato presso il Museo Pertini, Savona);

- La battaglia dell'Amba Aradam (esposto alla X Mostra del Sindacato interprovinciale Belle Arti di Milano e delle opere premiate nei concorsi di Brera);

- Minniti (esposto alla Galleria Gian Ferrari, 1939).

Centro Polisportivo Comunale di Chianciano Terme (arch. Filiberto Sbardella)

Tra le opere musive pubbliche:

- Mosaici presso il Tempio dei Caduti di San Pellegrino Terme;

- Mosaici sulla facciata della chiesa dei SS Pietro e Paolo di Graffignana;

Tra le opere architettoniche:

- Impianti polisportivi Comunali, Chianciano Terme;

- Sede della Regione Marche, Pesaro (oggi sede della Provincia di Pesaro e Urbino);

- Progetto PEEP "Colli d'oro" per il quartiere Labaro, Roma;

- Sede della scuola sindacale CGIL, Ariccia (oggi in progetto di riqualificazione urbana);

- Sede del PCI di via dei Frentani, Roma (oggi sede Cgil);

- Edificio per uffici in via Palestro, Roma (oggi sede AGEA).

- Edificio Mercedes Benz, Milano (oggi sede di uffici e Concessionaria Bmw).

Mostre

Tra il 1923 e il 1957 Filiberto Sbardella ha esposto in numerose personali di pittura e scultura a Roma, Milano, Pesaro, San Remo, Venezia, Firenze, Parigi, e presenziando in collettive istituzionali come:

Mostre postume

Nel 2019 è stato istituito il Progetto Espositivo Itinerante Filiberto Sbardella "La terra è di chi la coltiva". Ideato e curato dal sociologo Pasquale Biagio Cicirelli e dall'architetto Claudio Gatti, con esso vengono proposte mostre, eventi, conferenze, ricerche e studi di vario genere.

È stato già presentato in luoghi istituzionali quali:

  • presso il Museo della Terra Pontina, 22 febbraio-15 dicembre 2020, Latina.[50]
  • presso la Casa del Combattente, febbraio-marzo 2020, Latina.
  • in forma virtuale presso il circolo ARCI "Il Cosmonauta" per il XVI Festival Resist, 25 Aprile 2020, Viterbo.
  • agli eventi "I Borghi al Centro" e "Giornate Europee del Patrimonio 2020", Museo della Terra Pontina, 2020, Latina.[51]
  • alla collettiva "I MILLE DI SGARBI"[52] con una scultura luminosa esposta ai Magazzini del Sale, luglio 2020, Cervia.[1]
  • in forma Open air in collaborazione con ANPI e con il Patrocinio del Comune, in occasione della Festa Nazionale di Liberazione, il 25.04.2021 nella piazza G. Matteotti di Guidonia Montecelio.[53]
  • inserita nella Programmazione dell'Estate Prenestina 2021 con il Patrocinio della Città di Palestrina e in collaborazione con le associazioni territoriali Anpi, Pro Loco, e Praeneste Eventi, in mostra dal 13 al 18 luglio 2021 presso la Sala espositiva Comunale G. Borghesani di Palestrina (Rm).[54]
  • con la mostra "Exhibit: il 900 di Filiberto Sbardella" - patrocinata dal Comune di Palestrina e dalla sua sez. ANPI - presso la Biblioteca dell'IIS E. Luzzatti dal 19 febbraio all'11 maggio 2022[55] e con Cerimonia conclusiva presso la Biblioteca Comunale Fantoniana di Palestrina.[56]
  • presso il Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Montecelio,[57] dal 04.02.2023 al 26.03.2023 la mostra "La terra è di chi la coltiva - il 900 di Filiberto Sbardella in un Progetto Espositivo itinerante: Architettura per il sociale".
  • con la mostra online "Il 25 aprile di Filiberto Sbardella, la stampa clandestina della Resistenza", patrocinata dall'ANPI in occasione della Festa Nazionale di Liberazione, il 25.04.2023.[58]
  • presso il Museo Civico Archeologico Rodolfo Lanciani di Montecelio, il 13 maggio 2023 in occasione della Notte Europea dei Musei, con l'istallazione artistica luminosa interattiva "NESSUN DORMA".[59]
  • presso il Tempio dei Caduti di San Pellegrino Terme, dal 29 settembre al 15 ottobre 2023, patrocinata dal Comune e in collaborazione con la Parrocchia di San Pellegrino V. e M. e la Fondazione A. Bernareggi.[60][61]
  • presso la Biblioteca Borghesiana del circuito Biblioteche di Roma, con il patrocinio di Anpi Palestrina, dal 03.04.2024 al 08.05.2024.[62]

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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