Glbtq.com

glbtq.com (anche noto come Glbtq Encyclopaedia) è stata un'enciclopedia sulla rete in lingua inglese che presentava articoli e biografie riguardanti la comunità LGBTQ. Secondo il portale Alexa Internet Inc., era il sito d'informazione più consultato sulla cultura LGBT[1]. Ironicamente chiamata la "Encyclopedia Brittaniqueer" dalla rivista Advocate (gioco di parole costituito da Encyclopedia Britannica e il termine queer)[2], è stata anche definita come una delle «migliori pagine gratuite di riferimento» dall'American Library Association nel 2005[3].

Glbtq.com
sito web
URLglbtqarchive.com
Lancio2003

Il sito glbtq.com fu aperto nel 2003 e da allora regolarmente aggiornato. L'enciclopedia conteneva circa 2,2 milioni di parole strutturate in più di 900 voci, suddivise in tre aree tematiche: "arte", "letteratura e storia" e "scienze sociali"[4]. Comprendeva un forum di discussione e una sezione speciale con interviste, mostre fotografiche e argomenti correlati, e pubblicava anche un bollettino, ogni metà del mese, sulla gestione e creazione delle informazioni enciclopediche ivi contenute.Tutte le voci dell'enciclopedia erano firmate e referenziate con note, libri e dati. Vi erano anche riportate pubblicamente le generalità dei circa 350 collaboratori del sito[5], tra i quali: Tee Corinne (fotografa e artista), Shaun Cole (curatore del Victoria and Albert Museum di Londra), William Hood (docente di storia dell'arte all'Oberlin College), Karla Jay (insegnante emerita e direttrice del corso di studi sulle donne alla Pace University), l'antropologo S.O. Murray e lo scrittore Jim Provenzano[5].

Il sito è stato chiuso il 1º agosto 2015, a causa del crollo delle entrate pubblicitarie che servivano a mantenere la pagina[6], ma alcuni dei suoi contenuti sono stati depositati (e quindi continuano a essere disponibili) su glbtqarchive.com.

Pubblicazioni

Dalla collaborazione tra la casa editrice Cleis Press e Glbtq.com, sono stati realizzati tre volumi:

Note

Collegamenti esterni

  • (EN) Sito, su glbtqarchive.com. URL consultato il 29 gennaio 2017.