Inondazione di San Marcello (1362)

tempesta dell'Oceano Atlantico

La seconda inondazione di San Marcello, anche chiamata in basso sassone prima Grote Mandrenke[1] (tradotto in italiano, la "grande affogatrice di uomini"[2]), avvenuta tra il 15 e il 16 gennaio 1362, interessò le zone costiere del Mare del Nord in seguito ad una mareggiata che colpì le coste degli attuali Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Regno Unito e Irlanda[3].

Inondazione di San Marcello
(NDS) Grote Mandrenke
Carte dei territori interessati all'inondazione prima del 1362 (a destra) e dopo il 1634 (a sinistra) secondo Johannes Mejer, 1652.
TipoInondazione
Data15 e 16 gennaio 1362
LuogoBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
Bandiera della Germania Germania
Bandiera della Danimarca Danimarca
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera dell'Irlanda Irlanda
Conseguenze
Mortistimate da 11 000 a 100 000

Viene chiamata seconda inondazione di San Marcello per distinguerla dalla prima abbattutasi sulle coste dei Paesi Bassi il 16 gennaio 1219 e prima Grote Mandrenke per distinguerla dalla seconda che colpì la stessa zona delle isole Frisone Settentrionali l'11 e 12 ottobre 1634.

Prende il nome da San Marcello Papa, festeggiato il 16 gennaio. L'inondazione causò l'allagamento di vasti territori e la morte di un numero stimato tra 11 000[4] e 25 000[5] vittime. Anche se alcuni cronisti riportano il numero di 100 000[6] morti, si ritiene che questo sia sovrastimato.[4]

Storia

Le prime avvisaglie della tempesta si ebbero in Irlanda, in particolare a Dublino dove edifici residenziali e non, furono devastati dai forti venti. Successivamente la tempesta si spostò nel sud dell'Inghilterra abbattendo migliaia di alberi. Gli edifici più alti, in particolare chiese, riportarono i maggiori danni, soprattutto a campanili e guglie che vennero in alcuni casi abbattuti. La più nota fu la guglia lignea della Cattedrale di Norwich che cadde sul tetto della chiesa stessa.[3]

Una volta attraversato il Mare del Nord, la tempesta si abbatté sulle isole e sulla costa del Mare dei Wadden, con una marea che raggiunse fino ai 2,4 metri, superando agevolmente il colmo delle dighe.[7] Il cronista Anton Heimreich cita nelle Nordfriesische Chronik che nella Frisia Settentrionale si ruppero 21 dighe.[8] La forza della mareggiata si fece sentire in modo particolarmente violento sull'isola di Strand, distruggendo la città principale di Rungholt e sette altre parrocchie.[8][9] I resti della città, sulla quale era stato espresso più di una volta il dubbio che fosse realmente esistita, si sono iniziati a ritrovare solo nel XX secolo.[8][10][11]

Note