Marino Bisso

giornalista italiano

Marino Bisso (Genova, 11 dicembre 1966) è un giornalista italiano.

Marino Bisso a Genova, il 16 giugno 2016 al convegno LIBERI DI ESSERE INFORMATI

Biografia

Roma 3 novembre 2015 - conferenza stampa alla Federazione Nazionale Stampa Italiana - Rete NoBavaglio - Stefano Rodotà, Raffaele Lorusso, Marino Bisso

È nato a Genova e vive a Roma. Negli anni ottanta ha incominciato a collaborare al quotidiano Corriere Mercantile, ove si è occupato di cronaca[1].

Ha diretto alcune pubblicazioni legate al mondo del volontariato sociale.

Ha poi collaborato per diversi anni al quotidiano Il Lavoro che, nel 1992, venne incorporato ne La Repubblica[1].

Cronista di nera e giudiziaria per più di vent'anni è, dal 1995, giornalista de La Repubblica, in cui è stato componente del Comitato di Redazione[1].

Dal 2007 è uno dei responsabili della Cronaca di Roma de La Repubblica, dove è vice capo servizio[1].

Si è occupato di cronaca giudiziaria, ha seguito inchieste su affari, politica, legalità, sanità e sprechi amministrativi e politici[1].

Nel 2007, per le inchieste sulla sanità nazionale e del Lazio, è stato insignito, con Carlo Picozza, del premio giornalistico “Cronista dell’anno"[2][3][4].

Nel 2015 ha scritto con Stefano Rodotà un appello per l'indipendenza dell'informazione e con lo stesso Stefano Rodotà e i giornalisti Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio è stato tra i primi firmatari della petizione contro la cosiddetta legge bavaglio[1][5][6].

Marino Bisso con altri giornalisti e giuristi al convegno #LIBERI DI ESSERE INFORMATI - Genova, 16 giugno 2016
Marino Bisso - Rete #NoBavaglio, ottobre 2018

Sempre nel 2015, ha fondato, con Carlo Picozza, la Rete NoBavaglio, NoBavaglio PRESSing, liberi di essere informati, una rete di giornalisti, freelance, operatori dell’informazione, uffici stampa, video-foto reporter, blogger, attivisti per i diritti e battaglie civili per la libertà e il diritto dei cittadini di essere informati di cui è uno dei rappresentanti ed esponenti[1].

Inchieste

Alcune tra le più note: quelle su Lady Asl, lo scandalo nella sanità laziale, nel 2004, con oltre 100 arresti e più di 82 milioni di euro sottratti alla Servizio Sanitario Regionale[7][8][9], lo scandalo e le insidie delle gallerie ipogee del Policlinico Umberto I[10][11], quello degli Angelucci, re delle cliniche private accreditate[12], "Concorsopoli" alla Università di Roma La Sapienza[13], sulla morte di Stefano Cucchi[14][15].

Degne di nota alcune inchieste sulla sanità d'eccellenza nel Lazio[7][8][9][10][11][12] quelle sullo scandalo dei voli di stato[16][17][18].

Poi gli articoli per l'inchiesta giornalistica sul Caso Orlandi[19] [20] [21] [22] [23].

Nel 2018 un servizio sull'ultimo segreto sul delitto Matteotti[24].

Pubblicazioni

  • A voce alta. La libertà di espressione nel mondo. La tutela negata. A cura di Alessandra Montesanto e Giuseppe Acconcia, redatto con Jorida Derivshi, Sonia Znin, Tini Codazzi, Marino Bisso, Stefano Galieni, Amin Wahidi, Roma, Kanaga, La Melagrana – Educazione, intercultura e cambiamento sociale, 2020. ISBN 978-88-32152-53-1

Premi e riconoscimenti

Nel 2007, con Carlo Picozza, il riconoscimento speciale del Presidente della Camera, per il premio giornalistico di “Cronista dell’anno” [2][3][4].

Nel 2022, il premio giornalistico “Un Giglio per la Pace e la Libertà di Stampa” [25] [26] [27].

Note

Bibliografia

  • Alessio D'Amato, Dario Petti, Lady ASL: la casta della sanità : fatti e misfatti, Editori Riuniti, 4 febbraio 2008, ISBN 978-88-359-5815-4.

Voci correlate

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