Riserva naturale guidata Monte Salviano

Riserva naturale italiana

La riserva naturale guidata Monte Salviano è un'area naturale protetta di 722 ettari situata nel comune di Avezzano, in provincia dell'Aquila ed è stata istituita nel 1999[1]. Prende il nome dal monte Salviano, gruppo montuoso dell'appennino abruzzese che si estende da nord-ovest a sud-ovest separando la conca del Fucino dai piani Palentini, al centro della Marsica, sito di interesse comunitario di 860 ettari.

Riserva naturale guidata Monte Salviano
La riserva fotografata per Wiki Loves Earth
Tipo di areaRiserva naturale regionale
Codice WDPA178905
Codice EUAPEUAP1093
Class. internaz.Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Abruzzo
Province  L'Aquila
ComuniAvezzano
Superficie a terra722 ha
Provvedimenti istitutiviL.R. 134, 23.12.99
GestoreComune di Avezzano
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale
13°24′14.2″E / 42.014083°N 13.403944°E42.014083; 13.403944

Storia e descrizione

Veduta dalla via dei Marsi
Binocolo panoramico lungo la Via Crucis

«…luogo di fede e di cultura in armonia con la natura…»

La riserva, già parco periurbano, comprende un'area di circa 722 ettari, situata interamente nel territorio del comune di Avezzano, in Abruzzo[3].Fortemente voluta e creata grazie all'impegno dell'associazione "Il Salviano", dell'ideatore e coordinatore del progetto Sergio Rozzi e di un gruppo di ecologisti impegnati su questo progetto a cominciare dagli anni sessanta. Si concretizzò nel 1993 con la creazione del parco periurbano del Salviano[4], che dal 1999 è stato ufficialmente riconosciuto dalla Regione Abruzzo come riserva naturale guidata del monte Salviano[5][6].

L'area protetta, che include il sito di interesse comunitario del monte Salviano[7], è gestita dal comune di Avezzano attraverso dei bandi rivolti alle associazioni ambientaliste e del turismo sostenibile.

Nel 2010 l'ente comunale ingrandì l'area protetta individuando una fascia esterna a protezione attenuata di circa 800 ettari inclusa tra il bacino del Fucino e i piani Palentini, istituita con il fine di conservare le peculiarità ambientali, storiche e culturali dell'intera area, inclusi i cunicoli di Claudio, la grotta di Ciccio Felice, il parco fluviale dell'Incile, alcune zone e strutture dell'ex zuccherificio di Avezzano e il torrente Ràfia nei pressi di Cese[8].

La pineta rappresenta l'area di maggiore caratterizzazione del monte Salviano, in particolare lungo il percorso che conduce al santuario della Madonna di Pietraquaria. Nel 1916 furono piantati i primi pini dai legionari rumeni e dai prigionieri di guerra del campo di concentramento austro-ungarico istituito a nord di Avezzano dopo il terremoto del 1915 e nel corso della grande guerra.

Il primo agosto 1993 una parte del gruppo montuoso del Salviano, nello specifico una parte dei monti Cimarani e d'Aria, fu percorso da un violento incendio che ne distrusse quasi completamente la vegetazione, rappresentata in maniera preponderante dal pino nero[2].

Il santuario dedicato alla Madonna di Pietraquaria situato a 1 000 m s.l.m. è frequentato per la miracolosa immagine che vi si venera.

Un ricovero per il recupero delle specie protette degli animali selvatici, malati o feriti provenienti dalle montagne dell'Abruzzo, è ospitato in due ettari di terreno situati dietro al santuario, alle pendici del monte Cimarani. Il centro delle specie protette presenta due abbeveratoi, due mangiatoie e un ricovero[9].

Il Crocione
Aula verde didattica

Sul versante orientale che digrada verso la piana del Fucino a sud di Avezzano sono visibili gli imbocchi dei cunicoli di Claudio la cui prima costruzione risale al I secolo d.C. L'opera si caratterizza per l'emissario sotterraneo che buca il ventre della montagna fino all'intersezione con il fiume Liri, sotto il nucleo abitato antico di Capistrello e per i cunicoli di servizio che hanno permesso di prosciugare e bonificare l'area del Fucino attraverso lo scolo delle acque oltre la montagna. Nel 1877, attraverso l'ampliamento e la riattivazione delle opere idrauliche, il banchiere Alessandro Torlonia rese possibile il totale prosciugamento del bacino fucense[10][11]. L'area dei cunicoli è stata dotata dal 1977 di un parco archeologico col fine di tutelarli e valorizzarli[12].

L'area montuosa del Salviano sul versante occidentale che digrada verso Capistrello è stata al centro della vicenda dell'eccidio dei 33 martiri che durante la seconda guerra mondiale vennero catturati e successivamente fucilati dai nazisti[13].

Un sentiero nel cuore della riserva è stato intitolato dal gruppo scouts di Avezzano a lord Baden Powell. Non distante svetta il Crocione, una grande croce di legno dedicata al Cristo redentore e innalzata tra gli alberi secolari nel 1902. Nel maggio 2006 si è conclusa una lunga e articolata fase di restauro[14]. Sulla sommità della roccia posta di fronte al santuario svetta l'altra grande croce di ferro installata il 10 dicembre 1967 e restaurata nel 2022[15]. La via del latte è un sentiero utilizzato in passato dalle lattaie di Cese che congiunge il versante occidentale del monte Salviano al santuario della Madonna di Pietraquaria e al versante montano avezzanese[16].

La riserva naturale guidata Monte Salviano e la via dei Marsi sono gemellate con l'area di conservazione regionale peruviana Bosco di Puya Raimondi e di Titankayocc e con l'area protetta naturale Ruta de la Papa, situata nella località di Condorcchoca (provincia di Cangallo) a sud di Ayacucho, città a sua volta gemellata con il comune di Avezzano dal 2001[17][18].

Memoriale

Obelisco del memoriale (Pasquale Di Fabio)
Data del terremoto realizzata sul monte Salviano

Alle pendici del monte Salviano, in area protetta, si trovano l'edicola dedicata a san Giovanni Gualberto, inaugurata il 12 luglio 1959, e poco più in basso il memoriale del terremoto del 1915 in ricordo delle vittime del sisma e dei giovani sopravvissuti che morirono sul fronte della prima guerra mondiale, per i quali è stata posizionata una grande roccia proveniente dal Carso. L'obelisco commemorativo è stato realizzato nel 1965 dall'artista Pasquale Di Fabio. Ai piedi di due colonne, posizionate nel piazzale antistante al memoriale, presso uno degli accessi della Via Crucis, si trovano dal 1965 i resti del portone della Corte, un arco in pietra che veniva utilizzato per giustiziare i condannati per gravi reati[19]. Nel 2019, in occasione del decennale del terremoto dell'Aquila del 2009, è stata realizzata dall'ingegnere architetto Giancarlo Gerardo Cardone una scultura commemorativa dedicata alle vittime del sisma aquilano con su incisi i nomi degli studenti marsicani deceduti[20].

Teatro della Germinazione

Sul valico nel 2000 è stata installata l'opera intitolata "Teatro della Germinazione", scultura dell'artista Pietro Cascella. L'opera realizzata nel 1998 con pietra di Carrara e in parte della Maiella fu inizialmente pensata per essere esposta nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Sistemata per un paio di anni in alcuni magazzini di Pescasseroli in attesa di essere montata, essa fu collocata sul valico del monte Salviano grazie al sindaco di Avezzano, Mario Spallone, al presidente dell'ente Pnalm, Fulco Pratesi, e al direttore dello stesso ente, Franco Tassi. Cascella dopo aver visitato il valico diede l'assenso per l'esposizione definitiva dell'opera sul valico del Salviano.La scultura è costituita da un altorilievo centrale di forma sferica che raffigura un uovo circondato dall'acqua e da quattro pannelli posizionati in circolo con al centro la sfera celeste ed altri elementi connessi. La germinazione rappresenta la creazione in senso metafisico della natura e dell'uomo[21].

Casa del Pellegrino

Non distante dal santuario della Madonna di Pietraquaria, presso l'ex bar in pietra, è stato allestito il centro culturale denominato "casa del Pellegrino", in cui sono esposte le foto della flora e della fauna locale ed è ospitato l'erbario con le piante, i frutti e le erbe essiccate[22]. Qui si svolgono convegni e conferenze sulla tutela e la valorizzazione ambientale[23].

Via dei Marsi

Nei pressi del valico, a circa 900 m s.l.m., inizia un percorso panoramico che sale lungo la via dei Marsi, un antico sentiero già esistente in epoca preromana e che fa parte del sentiero europeo E1. Questo collega il monte Salviano, attraverso l'itinerario della Cunicella (939 m s.l.m.), al bosco di Lucus Angitiae e al parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise[24]. Il progetto connesso al sentiero, denominato "La via dei Marsi: la spina verde marsicana (itinerario ambientale, storico, culturale, religioso e turistico)", ha ottenuto una menzione speciale in occasione del "Premio del Paesaggio 2012-2013", istituito dal consiglio d'Europa[25][26].

Le grotte

A poca distanza dagli imbocchi dei cunicoli di Claudio si apre la grotta di Ciccio Felice esplorata per la prima volta nel 1948 da Piero Barocelli insieme ad Antonio Mario Radmilli. Scavi e ricerche hanno consentito di ricostruire le abitudini delle popolazioni del Paleolitico superiore e dei successivi periodi storici che le hanno abitate[27]. A poca distanza si trovano le caverne Afra e La Difesa.

Tra i territori di Cese e Cappelle dei Marsi, sul versante occidentale della catena del monte Salviano (monti Aria, Cimarani e San Felice), si trovano invece le grotte Palentine. Si tratta di piccole grotte utilizzate dai pastori e, durante la seconda guerra mondiale, come nascondiglio dai partigiani e dai prigionieri alleati fuggiti dai campi di concentramento abruzzesi[28].

Ambiente

Parte dell'erbario nella casa del Pellegrino

Flora

I fiori gialli del salvione (phlomis fruticosa), specie rara della famiglia Lamiaceae, è presente sulle dorsali assolate nei periodi primaverili. Si possono osservare anche salvia, fiordaliso di montagna, ginepro, orchidea purpurea, rosa canina, berretta del prete, maggiociondolo e la rara iris marsica[29]. Tra le specie più rare di piante erbacee figurano anche la dripide spinosa (drypis spinosa), la falcaria vulgaris, la scandrix australis, la pianta thumbnail umbelliferae, la matthiola valesiaca, l'helleborus bocconei, l'imperatoria cervaria, il lino delle fate capillare (stipa capillata), il colchico autunnale[30] e l'ofride della Rioja[31]. La ricca biodiversità della dendroflora presenta pini neri, castagni, roverelle e altre specie autoctone spontanee tipiche dei suoi boschi. Nell'estate del 1993 un incendio danneggiò gravemente il patrimonio floro-faunistico. Il lento restauro ecologico, attuato attraverso la riforestazione di specie autoctone-indigene e favorendo il processo di rinaturalizzazione spontanea ha consolidato l'ecosistema del monte Salviano[32].

Fauna

Galleria d'immagini

Note

Bibliografia

  • Domenico M. Palombi, Monte Salviano. Il paradiso della flora, Avezzano, LCL industria grafica, 2021.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Sito istituzionale, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 19 dicembre 2023.