Secoli bui
Secoli bui è un'espressione coniata dallo scrittore italiano Francesco Petrarca per caratterizzare negativamente il Medioevo, ovvero il periodo che va dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d.C.) alla fine del XV secolo, in contrapposizione a quello precedente, l'epoca classica, e a quello successivo, il Rinascimento, visti invece come epoche luminose per l'umanità; questa connotazione negativa è dibattuta dalla storiografia moderna la quale, al contrario, rivaluta il Medioevo come tappa fondamentale dello sviluppo dell'arte e della cultura occidentale.[1][2][3][4][5][6]
Storia
Il termine fa uso del tradizionale concetto di luce contro oscurità, nel quale "l'oscurità" di quell'epoca (scarsità di documentazioni e testimonianze) venne preceduta e succeduta da "luce" (abbondanza di documentazioni e testimonianze).[7] Il concetto di "secoli bui" ebbe origine nel 1330 con lo scrittore italiano Francesco Petrarca, che considerava i secoli post-romani "bui" rispetto alla "luce" dell'antichità classica.[7][8] L'espressione fu ripresa in latino, come saeculum obscurum, da Cesare Baronio nel 1602, per definire un periodo tumultuoso nel X e XI secolo.[9] Il concetto arrivò così a caratterizzare l'intero Medioevo come un periodo di oscurità intellettuale a cavallo tra la caduta di Roma e il Rinascimento e divenne particolarmente popolare durante l'Illuminismo del XVIII secolo.[7]
Man mano che il significato venne meglio compreso, tra il XVIII e il XX secolo, gli studiosi iniziarono a limitare la denominazione "secoli bui" (dark ages, in inglese) all'Alto Medioevo (V-X secolo),[10][11][12] nonostante molti ne rifiutino l'uso anche solo per quell'esclusivo periodo.[13] La maggior parte degli studiosi moderni, infatti, evita l'utilizzo del termine a causa delle sue connotazioni prettamente negative, reputandolo fuorviante e poco accurato.[14][15][16] Nonostante ciò, la sua connotazione negativa e peggiorativa rimane in uso a tutt'oggi,[2][3][17] tipicamente nella cultura popolare, che spesso tende a caratterizzare, in modo per certi versi poco accurato, il Medioevo come un periodo esclusivamente permeato da violenza e oscurantismo.[18][19]
Note
Bibliografia
- (EN) Christoper Snyder, An Age of Tyrants: Britain and the Britons A.D. 400–600, Pennsylvania State University Press, 1998, ISBN 0-271-01780-5.
- (EN) John C. Dwyer, Church history: twenty centuries of Catholic Christianity, 1998.
- (EN) William Chester Jordan, Dictionary of the Middle Ages, 2004.
- (EN) Bard Thompson, Humanists and Reformers: A History of the Renaissance and Reformation, Erdmans, 1996, ISBN 978-0-8028-6348-5.
- (EN) Theodore E. Mommsen, Petrarch's Conception of the 'Dark Ages', in Speculum, vol. 17, n. 2, Medieval Academy of America, 1942.
- (EN) Joseph Tainter, Post Collapse Societies, in Companion Encyclopedia of Archaeology, Graeme Barker, 1999, ISBN 0-415-06448-1.
- (EN) Janet Nelson, The Dark Ages, in History Workshop Journal, vol. 63, 2007, ISSN 1477-4569 .
- (EN) W. P. Ker, The dark ages, 1904. Ospitato su archive.org.
- (EN) Paul Fouracre, The New Cambridge Medieval History, 1 c.500–c.700, Cambridge University Press, 2005.
- (EN) James Franklin, The Renaissance Myth, vol. 11, n. 26, Novembre 1982. URL consultato il 21 agosto 2019.
- (EN) Syed Ziaur Rahman, Were the "Dark Ages" Really Dark?, Aligarh Muslim University, 2003.