Tempio di Fides

Il Tempio di Fides (in latino Aedes Fidei) era un tempio minore sul Campidoglio a Roma, dedicato a Fides la personificazione romana della lealtà. .

Storia

Il culto di Fides, divinità nota in tarda Età Repubblicana anche come Fides Publica o Fides Publica populi Romani, sul Campidoglio iniziò già con Numa Pompilio con la costruzione di un sacello (sacrarium, ἱερόν[1]), probabilmente sul luogo del tempio successivo[2].

Il tempio fu dedicato (e probabilmente edificato) da Aulo Atilio Calatino nel 254 oo nel 250 a.C.; in seguito, fu restaurato e nuovamente dedicato da Marco Emilio Scauro nel 115 a.C[2].

Il giorno di dedicazione era il 1º ottobre[2][3].

Il tempio fu utilizzato per assemblee del Senato[2][4].Sulle sue pareti erano esposte le tavole su cui erano iscritti i testi dei trattati internazionali[2]. Nel 43 a.C. una forte tempesta disperse alcune di queste tavole[2].

In questo tempio si esponevano anche i diplomi di congedo dei militari congedati con onore[2][5].

Nel tempio si conservava un dipinto di Apelle che raffigurava un uomo anziano che insegnava ad un giovane a suonare la lira[6]); il dipinto però andò perso e non si conosce nulla del suo aspetto, della tecnica realizzativa e del destino che ebbe[2].

Ubicazione

Il tempio si trovava nella parte meridionale dell'Area Capitolina, il vasto piazzale davanti al tempio di Giove Capitolino franato a più riprese, in prossimità della Porta Pandana[2]. In particolare sono stati riconosciuti come pertinenti al tempio di Fides alcuni materiali scoperti nei pressi della chiesa di Sant'Omobono: una parte di podio in opera cementizia, frammenti di colonne e una grande testa marmorea femminile, probabilmente l'acroterio di culto.Alcuni attribuiscono questi resti al tempio di Ops, anche se la scoperta di iscrizioni bilingui in greco e latino con dediche di popoli dell'Asia Minore (trattati del Senato romano, databili tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C.) farebbe propendere per il culto di Fides: essa era infatti la dea che faceva da garante nei trattati e nei rapporti diplomatici.



Note

Bibliografia

  • Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.