Uno scherzo musicale

Uno scherzo musicale in Fa maggiore K 522 (nel titolo originale: Ein musikalischer Spaß) è una composizione cameristica di Wolfgang Amadeus Mozart scritta a Vienna nel giugno del 1787. È anche conosciuta come Divertimento per due corni e quartetto di archi.

Uno scherzo musicale
Lo stridente contrasto del finale, volutamente errato.
CompositoreWolfgang Amadeus Mozart
Tonalitàfa maggiore
Tipo di composizionedivertimento cameristico
Numero d'operaK 522 (op. 93)
Epoca di composizioneVienna, giugno 1787
PubblicazioneAndré Offenbach, 1801
Durata media23 minuti
Organicodue corni, due violini, viole, basso
Movimenti
  • allegro
  • minuetto maestoso
  • adagio cantabile
  • presto
Ascolto
Contrasto del finale (info file)

Spirito dell'opera

L'appellativo con cui l'opera viene a volte indicata nei paesi di lingua tedesca, Dorfmusikantensextett ("sestetto dei musici paesani"), è fuorviante: questo brano di satira musicale, infatti, non ha affatto per bersaglio i suonatori di paese; l'intenzione dell'autore era invece quella di realizzare una parodia dei compositori alla moda che, nella Vienna dell'epoca, riscuotevano successo di pubblico e plauso presso la Corte imperiale, pur essendo in realtà musicisti mediocri[1]. Tuttavia, dietro l'evidente desiderio di voler essere maldestro, si cela comunque Mozart, tant'è che il critico Hermann Abert scriverà: "È veramente un capolavoro nel suo genere, una satira deliziosa, dietro le cui burle si percepisce continuamente la mano sicura del maestro"[2].

Theodor W. Adorno scrive che in questa composizione Mozart ha espresso la sua "tendenza irresistibile alla dissonanza", che qui è stata nascosta dal compositore "sotto la forma del grottesco" al fine di renderla accettabile all'orecchio dei suoi contemporanei; in questo senso, Adorno considera lo Scherzo musicale K 522 una "precoce anticipazione" del Petruška di Stravinskij[3].

Stile dell'opera

L'impianto formale è costituito da quattro movimenti: allegro, minuetto maestoso, adagio cantabile e presto. In quel periodo, però, i canoni della sinfonia, così com'erano emersi dalla scuola di Mannheim, prevedevano una sequenza diversa: allegro, adagio, minuetto e finale.

Il brano è volutamente viziato da imperfezioni come la ripetizione quasi ossessiva del piccolo tema iniziale, che porta a diversi errori di armonia, temi interrotti per l'incapacità di proseguire, un'assenza di condotta logica del pezzo, passaggi così improbabili da portare a tonalità dalle quali è possibile uscire solo con buffe cadenze all'unisono, un goffo accompagnamento da fanfara ed un uso sgradevole dei corni, parodiando l'incompetenza dei musicisti dilettanti dell'epoca. Nell'ultimo movimento appare anche un maldestro tentativo di cimentarsi in una fuga, con risultati discutibili quanto buffi. Mozart si riserva un gran finale, e, nelle ultime due battute della composizione, sovrappone addirittura accordi di cinque diverse tonalità, creando un violentissimo contrasto.

Note

  • ^ Theodor W. Adorno, Filosofia della musica moderna, Einaudi, Torino 2002, pag. 152 in nota.
  • Collegamenti esterni

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