Utente:AKappa/Sandbox4

Ban Zhao è un nome proprio cinese; secondo l'uso il cognome, Ban, precede il nome.
Incisione rappresentante Ban Zhao tratta dalle Mémoires concernant l'histoire, les sciences, les arts, les mœurs, les usages, etc., des Chinois, par les missionaires de Pé-kin, tomo III (1778).

Zhao Ban (Ban Zhao 班昭?/班昭?, pinyin Bān Zhāo, Wade-Giles Pan Chao, E.F.E.O Pan Tchao), nome sociale Huiji (o Huiban) (惠姫?/惠姫?, pinyin Huìjī, Wade-Giles Hui-chi, E.F.E.O Houei-tsi – letteralmente "che unisce la bellezza al talento"), nota anche col nome di Cao Dagu (o Dajia) (曹大家?/曹大家?, pinyin Cáo Dàgū, Wade-Giles Ts'ao Ta-gu, E.F.E.O Ts'ao Ta-kou – letteralmente "Gran Maestra Cao") (Fufeng, 48? – 117?) è stata una storiografa e poetessa cinese.Essa ricoprì un ruolo molto particolare nella letteratura cinese classica: non tanto in quanto donna scrittrice, fatto relativamente raro nella Cina imperiale[1], ma soprattutto per essersi occupata di un genere tradizionalmente riservato agli uomini[2] quale la storiografia e per aver avuto un'educazione pari a quella rivolta ai componenti classe mandarinale. Ban Zhao proveniva infatti da una famiglia di stimati intellettuali: suo padre era lo storiografo ufficiale degli Han anteriori Ban Biao mentre i suoi fratelli maggiori erano il poeta e storiografo Ban Gu e il generale Ban Chao[3]. Alla morte di Ban Gu nel 92, continuò l'opera del padre e del fratello, ovvero la stesura del monumentale Libro degli Han anteriori: il suo ruolo nella stesura di tale testo è ancora oggi estremamente dibattuto[4] e alcuni autori circoscrivono il suo intervento alla mera compilazione di otto tavole cronologiche e al capitolo relativo all'astrologia e all'astronomiaErrore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: i ref privi di nome non possono essere vuoti. Tuttavia, anche nell'ipotesi più prudente, ad essa è da attribuire almeno un quarto del lavoro complessivo[5]. Ban Zhao è anche l'autrice dei Precetti per le donne, il più antico trattato dedicato all'educazione femminile ad esserci pervenuto nella sua interezza[6]. Una certa critica femminista e progressista ha visto[7][8] erroneamente[9] in tale opera un invito alla sottomissione femminile, interpretazioni più moderne[10] hanno invece rivalutato questo componimento puntando piuttosto il dito contro la posteriore interpretazione neoconfuciana (??controllare+ confucio al femminile). Fu inoltre istitutrice delle dame di palazzo dell'imperatore Xiao He, in un'epoca in cui gli eunuchi non avevano ancora soppiantato le donne in tale compito, tanto celebre da contare tra i suoi discepoli anche alcuni ragazzi, tra cui Ma Rong, che sarebbe diventato in seguito uno dei maggiori eruditi della sua epoca e continuatore degli studi della sua maestra. Fu inoltre prolifica poetessa e prosatrice: il Wenxuan, l'antologia dei classici compilata dall'imperatore postumo Xiao Tong, raccoglie una piccola parte dei suoi scritti tra cui un fu su un viaggio verso l'est che avrebbe poi ispirato un'opera di Pan Yue[11]. (mettere qui riferimento a confucio??)

Biografia

Fonti

Una pagina del Libro degli Han posteriori di Fan Ye in un'edizione della meta del XII secolo. Questo testo, redatto durante la prima metà del V secolo, contiene la più antica biografia di Ban Zhao che ci sia pervenuta.

È possibile tracciare in modo relativamente preciso la storia della famiglia Ban su un intervallo di almeno sette secoli, dalla dinastia Zhou orientale a quella degli Han posteriori. Le fonti antiche pervenuteci che la attestano sono essenzialmente due: il Libro degli Han anteriori[12] e il Libro degli Han posteriori[13] di Fan Ye. Mentre le informazioni tratte dalla prima devono essere prese con le dovute precauzione[14], essendo state scritte dagli stessi membri della famiglia Ban, la seconda fonte, che riguarda più da vicino la vita di Ban Zhao, può essere considerata sicuramente più affidabile[15]. Informazioni minori, ma relative alla più alta antichità, sono contenute nello Shi Ji di Sima Qian. Nessun ulteriore materiale biografico antico relativo alla scrittrice è mai stato rinvenuto, mentre quelli posteriori sono chiaramente tratti dalle fonti citate. Nello Shitong (Generalità sulla storia, terminato nel 710) di Liu Zhiji sono contenute poche osservazioni relative al ruolo di Ban Zhao nella stesura del Libro degli Han anteriori. Un saggio sulle Biografie di donne di Liu Xiang redatto nella seconda metà dell'XI secolo dallo studioso Zeng Gong contiene alcune considerazioni riguardo al ruolo della scrittrice nella compilazione di tale testo. Collezioni posteriori si limitano a riportare quasi parola per parola la biografia di Fan Ye[16]. Uno studio più approfondito è quello eseguito da Xie Wuliang (謝无量, 1884-1964) nel Zhongguo funü wenxueshi (中國婦女文學史, Storia della letteratura delle donne cinesi), in cui viene congetturata un'attività di redazione di Ban Zhao per alcuni testi di Ban Gu e si ipotizza un suo maggior contributo nella stesura del Libro degli Han anteriori.

Le fonti occidentali sono ancor più manchevoli di quelle cinesi. La prima notizia biografica in occidente è dovuta al missionario francese Joseph-Marie Amiot, che nel Mémoires concernant l'histoire, les sciences, les arts, les mœurs, les usages, etc., des Chinois, par les missionaires de Pé-kin (1778) riporta un'ampia biografia basata su un testo antico di cui non ci è giunta alcuna altra traccia. Tale biografia contiene informazioni assenti in tutte le altre fonti antiche che, in mancanza di un originale cinese, vanno prese con precauzione. L'unica monografia in lingua occidentale integralmente dedicata a Ban Zhao è Pan Chao: Foremost Woman Scholar of China di Swann.(aggiungere)[senza fonte] riportano generalmente la biografia di Fan Ye e si soffermano sul ruolo sociale assunto nella storia della civilizzazione cinese dal nu jie.

La famiglia

Il più antico antenato della famiglia sarebbe Gu Wutu[17] vissuto nello stato di Chu durante il periodo delle primavere e degli autunni e nato nel 604 a.C.. Secondo Sima Qian sarebbe un figlio illegittimo nato da un ramo minore della famiglia reale dello stato di Chu che portava il nome di Mie (芈)[18]. Il padre si chiamava Tou Po-pi ed era il figlio di un duca dei Chu. La leggenda vuole che fosse abbandonato in una palude dai genitori e che, prima di essere recuperato dai nonni, fosse stato allattato da una tigre. Questo episodio è anche all'origine del suo nome: nella lingua dei Chu "wūtú" significava infatti "tigre" (così come "bān"), mentre "gǔ" latte[19].

Col crollo dei Chu e l'ascesa dello stato di Qin (223 a.C.), i discendenti di Gu Wutu si trasferirono nel nord dell'attuale regione dello Shanxi e presero il nome Ban[19][20]. Sotto il regno di Qin Shi Huang, un membro della famiglia, Ban Yi[21], si trasferì a nord della Grande muraglia. Qui i Ban commerciavano vacche e cavalli, divenendo una delle famiglie più importanti e facoltose tra quelle stanziatesi alla frontiera nord-orientale del regno e incoraggiando così la colonizzazione delle frontiera[22]

Alcuni discendenti di Ban Yi ottennero anche ricoscimenti ufficiale di tipo locale o provinciale, entrando così a far parte della casta mandarinale. Ban Hui[23] ottenne agli esami imperiali il grado di xiùcái (秀才)[24], un titolo di livello locale, mentre Ban Kuang[25], della generazione successiva, quello di jǔrén (舉人), un titolo superiore di livello provinciale. L'alto rango raggiunto da Ban Kuang permise ai figli di essere accettati dalla famiglia imperiale.

Il celebre episodio del rifiuto di Ban Jieyu. L'immagine è tratta da un rotolo del VII secolo, copia di un originale del pittore Gu Kaizhi, oggi conservata nel British Museum.

La maggiore, Ban Jieyu, fu una celebre concubina dell'imperatore Cheng Di, apprezzata donna di lettere e nota per aver rifiutato di sedere a fianco dell'imperatore nel suo baldacchino per non distrarlo dagli affari di stato. Quest'incidente le diede fama di donna di grandi virtù, tanto che la sua biografia venne aggiunta nell'appendice alle Biografie di donne di Liu Xiang, tradizionalmente attribuita alla stessa Ban Zhao[26]. Anche gli altri tre figli maschi di Ban Kuang mostrarono grandi doti intellettuali. Il maggiore, Ban Bo[27], morì troppo giovane per lasciare un'impronta durevole. Il secondo, Ban You[28], fu un collaboratore di Liu Xiang nella raccolta e selezione di testi rari e antichi e suo figlio, Ban Si, sarebbe diventato uno dei più brillanti letterati della sua epoca e compagno di studi di Ban Biao. Il figlio minore di Ban Kuang e nonno di Ban Zhao, Ban Zhi[29], fu uno studioso confuciano. Pur essendo stato in gioventù amico di Wang Mang, futuro usurpatore del trono e fondatore dell'effimera dinastia Xin, si esiliò volontariamente accettando un posto ufficiale di basso rango poco prima del colpo di stato. Alla caduta di Wang Mang il figlio di Ban Zhi, Ban Biao, allora ventiduenne, divenne consigliere militare per un generale del futuro imperatore Liu Xiu. Col la restaurazione della casa degli Han, a Ban Biao vennero offerti occupazioni sia civili che militari, che però mantenne per breve tempo, preferendo la storiografia e iniziando la stesura del Libro degli Han anteriori. Ban Biao ebbe quattro figli: la maggiore, della quale non sappiamo quasi nulla[30], venne maritata a un membro della famiglia Zhou. Seguivano i due maschi, gemelli: Ban Gu e Ban Chao. Entrambi ebbero un ruolo importante nella vita della sorella minore, Ban Zhao. Ban Gu, il maggiore[31], fu un celebre storiografo e introdusse Ban Zhao a corte. Sembra che la sua rovina dovuta al presunto appoggio alla congiura della famiglia Dou provocò un temporaneo allontanamento della sorella dalla capitale. Ban Chao fu un celebre generale e pacificatore delle contrade dell'ovest. A lui fa riferimento la sorella in due scritti: nel Dongzheng fu, scritto dopo la morte di Ban Gu, teme di non poter rivedere mai più il fratello, da vent'anni lontano migliaia di chilometri dalla capitale, mentre in una lettera al trono implora l'imperatore di acconsentire al ritorno del fratello a corte dopo trent'anni di servizio.

Gu Wutu
Ban Yi
Ban Ru[32]
Ban Chang[33]
Ban Hui
Ban Kuang
Ban Jieyu
Ban Bo
Ban You
Ban Zhi
Ban Si
Ban Biao
Dama Zhou
Ban Gu
Ban Chao
Cao Shishu
Ban Zhao
Ban Xiong[34]
Ban Shi[35]
Ban Yong
Cao Cheng

Il nome

Ban Zhao è una delle poche donne della Cina antica di cui si conosca per esteso il nome. Infatti a partire dalla dinastia Zhou era previsto che il nome di una donna fosse noto solo ai più stretti familiari e rivelato al marito al momento del matrimonio[36]. Generalmente ci si riferiva ad una donna col nome del padre o del marito. Avendo sposato un certo Cao Shishu, Ban Zhao è nota anche col nome di Cao Dagu o Cao Dajia (曹大家) secondo una dizione più moderna. Entrambe la trascrizioni sono ugualmente presenti in letteratura. Sebbene la lettura jia per 家 sia la più comune, la resa dagu sembra adattarsi meglio al suo ruolo di istitutrice imperiale[37]. Infatti questa lettura indica in modo specifico un maestro stimato, mentre dajia è un modo generico per riferirsi alla moglie del capofamiglia e dunque traducibile come Onorevole Dama Cao. Piuttosto rara per una donna è anche la presenza di un nome sociale o zi (字), ovvero il soprannome dato ad un giovane letterato intorno ai diciannove anni al momento del suo ingresso nella società, come prescritto dal Libro dei riti. La biografia tratta dal libro degli Han posteriori e compilata nella prima metà del V secolo da Fan Ye, basata probabilmente su fonti coeve a Ban Zhao, riporta letteralmente "[...] aveva per nome personale Zhao (昭) e Ji (姫) e per zi Huiban (惠班)". Tuttavia lo studioso della dinastia Qing Wang Xianqian (王先膁) (1842-1918) riteneva che i tre caratteri 班一姫 (ban yi ji) fossero in realtà il frutto di una interpolazione successiva. Tale interpretazione è corroborata dal fatto che sia nello Xiao ming lu (小名錄, letteralmente "piccola raccolta di nomi") del poeta della dinastia Tang Lu Guimeng (陸龜蒙) (m. ca. 881) sia nell'antologia Wen xuan pang zheng (文選旁証) dell'erudito Liang Zhangju (梁章鉅) (1775-1848) tale passaggio è citato omettendo i tre ideogrammi. In una enciclopedia manoscritta redatta da un certo Lu Xi (呂錫) nel XVI secolo viene inoltre riportato che il nome sociale di Ban Zhao era Huiji (letteralmente "che unisce la bellezza al talento") e che tale nome venne conferito alla scrittrice direttamente dall'imperatore He. Tuttavia bisogna osservare che l'ideogramma 姫 (ji) formava il cognome dei regnanti della dinastia Zhou e dunque, secondo il tabù dei nomi di stato, non poteva essere usato nei nomi propri. Inoltre lo stesso ideogramma è a sua volta formato da 女 e 臣 che significano rispettivamente "donna" e "ufficiale", assumendo dunque anche il significato di concubina imperiale. Appare quindi estremamente improbabile che Ban Zhao potesse portare tale nome e che si tratti piuttosto di un'aggiunta successiva utilizzata in segno di rispetto.

La vita

Ban Zhao come venne rappresentata dal pittore cinese Shang Guanzhou (上官周) (1665-?) in un'illustrazione del Zhu zhuang hua chuan (竹荘畫傳) (Biografie di uomini illustri, letteralmente "trasmettere l'immagine degli abitanti del villaggio del bambù[38]").

Come spesso capita, le biografie cinesi non riportano direttamente le date di nascita e morte, ma queste vanno desunte, spesso con ampi margini di errore, da riferimenti interni alle opere dell'autore o da particolari avvenimenti storici. Swann[39] ritiene che Ban Zhao nacque tra il 45 e il 51. La secoda data è ottenuta sottraendo all'anno 120, l'ultimo in cui poteva essere ancora in vita, settanta, che è la stima minima di Fan Ye[40] sulla sua età[41]. La prima data dovrebbe risultare sottraendo all'anno 106, datazione inferiore per i Precetti per le donne, 54, ovvero l'età che l'autrice sostiene di avere all'epoca della composizione dell'opera[42], tuttavia il risultato non è corretto. Le date sono comunque compatibili poiché il padre, Ban Biao, morì certamente nel 54 e Ban Zhao ebbe modo di apprezzarne gli insegnamenti. Inoltre il Dong Han yan yi (...), un romanzo storico scritto durante la dinastia Qin di cui ignoriamo l'autore, fissa la data di morte nel 117, il che porrebbe quella di nascita nel 48. L'affidabilità di tale testo è ben lontana dall'essere stata dimostrata, tuttavia è stato osservato che le date oggi note con precisione non vengono mai riportate con un errore superiore ai tre anni[43], il che è compatibile con tutte le altre ipotesi fatte.

Giovanissima perse il padre, tuttavia ebbe modo di ricevere un'ottima educazione letteraria, fatto non del tutto sorprendente considerando l'ambiente dove era nata[44]. A quattordici anni[45] venne sposata a un certo Cao Shishu[46] di Fufeng da cui prese poi il nome di Cao Dagu (o Dajia), ovvero Gran Maestra Cao. Se molti importanti personaggi femminili della storia cinese ci sono noti esclusivamente col nome del marito o del padre[47], è questo un raro caso in cui il nome di un personaggio maschile ci è stato tramandato esclusivamente per i meriti della moglie: non ci rimane infatti alcuna notizia biografica sul suo conto degna di fede[48]. Amiot afferma che fosse il figlio di un mandarino ed egli stesso in attesa di un impiego ufficiale[49], tale notizia non è però attestata da alcuna fonte antica[50]. Lo storico dell'VIII secolo Liu Zhiji lo identifica con Cao Shu, uno storiografo collaboratore dell'imperatore Huan, attivo intorno al 150, ma questa ipotesi è chiaramente erronea, poiché che Cao Shishu morì non dopo il 76[51]. Da questo matrimonio ebbe molti figli[52], ma rimase vedova relativamente giovane e non si risposò mai più.

Quando nel 76 suo fratello Ban Chao divenne soldato, la madre e il fratello Ban Gu si trasferirono nella capitale Luoyang, dove quest'ultimo venne preso in servizio presso la corte come storiografo ed editore. Contrariamente all'usanza, che prevedeva che una vedova non abbandonasse la famiglia del marito, Ban Zhao raggiunse il fratello, già occupato nella continuazione del Libro degli Han anteriori. Sembrerebbe che già in questi anni Zhao fosse attivamente interessata al progetto del fratello[53].

Il fratello di Ban Zhao, Ban Gu, nell'illustrazione di Shang Guanzhou.

Nell'89, alla morte dell'imperatore Zhang, il regno venne ereditato dal figlio di Zhang, l'imperatore He, all'epoca bambino. Il potere venne dunque amministrato dall'imperatrice reggente Dou, matrigna di He; in questo periodo Ban Gu strinse rapporti sempre più forti con la famiglia Dou. Tuttavia nel 92, in seguito ad un colpo di stato organizzato dall'imperatore He con lo scopo di prendere pieno possesso dei propri poteri, i membri della famiglia Dou, ad eccezione dell'imperatrice, e i loro amici vennero imprigionati con l'accusa di tradimento. Ban Gu venne imprigionato e morì poco dopo in carcere. I suoi fratelli invece non subirono alcuna conseguenza diretta, infatti Ban Chao era un generale vittorioso ai confini dell'impero, mentre Ban Zhao non era considerata un pericolo in quanto donna. Nel 95 il figlio maggiore di Ban Zhao , Cao Cheng, ricevette una promozione a un posto di frontiera, dove fu accompagnato dalla madre[54]: alcuni commentatori considerano questo fatto una forma di punizione, sebbene tardiva, nei confronti della scrittrice per il comportamento del fratello. Ciononostante nel 97 venne richiamata a corte per terminare l'opera del fratello: Fan Ye riporta che "l'imperatore He la convocò nella biblioteca del padiglione orientale perché potesse continuare l'opera del fratello e portarla a termine[55]". La vera portata del contributo di Ban Zhao al Libro degli Han anteriori è dibattuta tuttora, secondo Nancy Lee Swann, che tradusse l'opera della scrittrice in inglese, lo studio del testo porterebbe a credere che circa un quarto del totale sia da attribuirsi a Ban Zhao[56].

Parallelamente al lavoro di redazione, Zhao divenne anche istitutrice delle future dame di corte. Nel 102 una delle sue allieve divenne moglie dell'imperatore He e, alla morte di questo nel 106, reggente col nome di imperatrice Deng Sui (鄧綏) fino alla morte nel 121. Sembra che Zhao ebbe un grande influsso sull'imperatrice, tra l'altro ritenuta l'ultima della dinastia ad aver regnato con competenza, tanto che un commentatore dell'epoca annotò che "ad una solo parola di madre Ban, tutta la famiglia [imperiale] cede[57]". L'anno della morte di Zhao è sconosciuto, tuttavia è certo che fu prima del 120 dato che in quell'anno l'imperatrice entrò in lutto per lei, onore rarissimo per una persona che non fosse della famiglia imperiale.

Posterità

Il cratere venusiano Ban Zhao.

Dal 1991 un'ulteriore onore spetta a Ban Zhao: ad essa dedicato l'omonimo cratere della superficie di Venere. Tale nome è ufficialmente riconosciuto dalla Unione Astronomica Internazionale[58], che riconosce come nomi validi per i nomi dei crateri venusiani di dimensione superiore ai 20 chilometri quelli di donne che hanno dato un contributo eccezionale o fondamentale al loro campo[59].

Iconografia

無雙譜 Wu shuang pu di Jin Guliang (金古良) (1662-1722??)

芥子園畫傳 Jie zi yuan hua zhuan di Wang An-chieh (Wang Anjie, 王安節) 1679

+favier peking p.52+amiot p.361

Le opere

L'ingresso del tempio del cavallo bianco a Luoyang. Il tempio venne costruito nel 68, otto anni prima che Ban Zhao si trasferisse nella capitale. Il tempio attuale ha tuttavia poco in comune con l'originale, quasi completamente ricostruito nel XVI secolo.

Alla morte di Ban Zhao, la cognata raccolse in tre volumi tutti i suoi scritti, che Fan Ye descrisse come "narrativa in versi (fu), scritti commemorativi, iscrizioni, elogi, argomentazioni, commentari, elegie, saggi, trattati, esposizioni, memoriali e istruzioni finali, in tutto sufficienti a riempire sedici libri[60]" (ogni volume poteva essere composto di più libri). Della grande raccolta venne perso quasi tutto, oggi si ritiene con certezza che siano opere (integralmente) di Zhao il Dongzheng fu (Viaggio verso oriente), i frammenti di tre poesie brevi, due memoriali (o lettere) indirizzati all'imperatore He e all'imperatrice Deng e il Nu jie, un manuale di istruzioni per future spose. È certo[61] che Ban Zhao abbia annotato le Biografie di donne di Liu Xiang (劉向). In particolare riorganizzò il testo originario in sette libri in uno di quindici dividendo ogni libro in due parti e aggiungendone un ultimo contenente inni e presumibilmente anche illustrazioni. Questa versione sarebbe rimasta quella di maggior diffusione fino all'epoca Song, quando il testo venne riportato alla sua forma orginaria. Potrebbe aver anche composto alcune biografie supplementari da aggiungere al volume originale come era abitudine già a partire dal I secolo[62].

Il Libro degli Han anteriori

Lo stesso argomento in dettaglio: Libro degli Han.
Un'edizione di epoca Ming del Libro degli Han anteriori nella collezione della biblioteca Tian Yi.

La stesura a sei mani del Libro degli Han anteriori si protrasse per circa trenta o quaranta anni ed è il risultato del lavoro successivo di Ban Biao e dei figli Ban Gu e Ban Zhao. Sebbene sa ancora oggi dibattuto il ruolo di quest'ultima, è certo che ad essa sono da attribuirsi integralmente i volumi dal tredicesimo al ventesimo e il ventiseiesimo. Quest'ultimo capitolo è quello riservato all'astronomia e all'astrologia, mentre i primi otto sono tavole la cui compilazione era necessaria per garantire la correttezza cronologica dell'opera. Esse contengono tra le altre cose la lista completa, e per quello che hanno potuto verificare gli storici anche assai precisa, delle carriere e delle linee di successione di tutti gli aristocratici, gli alti ufficiali e gli uomini che si distinsero particolarmente sotto la dinastia degli Han anteriori. Un'altra tavola, quella delle "figure antiche e contemporanee" raccoglie in nove categorie centinaia di personaggi storici sebbene curiosamente non compaiano contemporanei a Ban, forse per il timore di racchiudere in una categoria poco adatta un personaggio ancora vivente.

I Precetti per le donne

Lo stesso argomento in dettaglio: Precetti per le donne.

Nei primi secoli successivi alla sua morte, Zhao era ricordata e stimata per il contributo al Libro degli Han anteriori e per la sua opera poetica, tuttavia a partire dal IX secolo il suo Nu jie divenne lo scritto col la quale venne sempre più identificata. Questo periodo corrisponde infatti col termine della dinastia Tang, una sorta di "Rinascimento" cinese, e l'avvento di un lungo periodo di lotte intestine avviato con il periodo delle cinque dinastie e dieci regni. Il Nu jie venne dunque insegnato alle giovani fanciulle nella sua interpretazione confuciana secondo la quale alla donna spetta un ruolo marginale in una società comandata dagli uomini. Al contrario l'intento di Zhao era ben altro: i suoi volevano essere consigli alle giovani fanciulle per "sopravvivere" nella casa del marito dove spesso, soprattutto se prese come concubine secondarie, erano trattate alla stregua di schiave. Tale intento è reso peraltro in modo chiarissimo già nell'incipit:

(ZH)

«鄙人愚暗,受性不敏,蒙先君之餘寵,賴母師之典訓。
年十有四,執箕箒於曹氏,于今四十餘載矣。
戰戰兢兢,常懼黜辱,以增父母之羞,以益中外之累。
夙夜劬心,勤不告勞,而今而後,乃知免耳。 [...]
閒作《女誡》七章,願諸女各寫一通,庶有補益,裨助汝身。»

(IT)

«Io, l'indegna autrice, sono rozza, ottusa e di natura poco intelligente, tuttavia ho avuto la duplice fortuna di aver goduto del non piccolo favore del mio letterato Padre e di aver avuto una Madre acculturata capace di darmi un'educazione sulla letteratura e sulle buone maniere. Più di quarant'anni sono passati da quando quattordicenne presi in mano lo straccio e la scopa della casa dei Cao. Durante tutto quel tempo temevo, col cuore tremante, di poter far ricadere la vergogna sui miei genitori [se mio marito avesse chiesto il divorzio] e di poter moltiplicare le difficoltà degli uomini e delle donne della casa di mio marito. Giorno e notte mi tormentavo, lavorando senza sosta senza confessare la mia stanchezza. Tuttavia, ora e sempre, so come fuggire da questa paura.[...] Nelle ore di tranquillità ho scritto questo manuale sotto il nome di "Istruzioni per le donne", perché da esso possiate trovare una qualche utilità alla vostra persona.»

L'autrice non solo cerca di alleviare con i suoi consigli i dolori delle giovani spose, ma, al contrario di quanto vorrebbe far credere la critica confuciana, pone anche alcune provocatorie domande sul ruolo dell'uomo e della donna. Per esempio si chiede perché nel Libro dei riti (禮記) sia previsto che a partire dall'età di otto anni ai maschi si insegni a leggere e a scrivere e che a quindici siano mandati a scuola, e tale obbligo non sia invece automaticamente esteso alle femmine. Per convincere gli scettici, Ban Zhao osserva infatti che in tal modo le donne rimarrebbero nella totale ignoranza delle norme che governano i rapporti tra i due sessi, non potendo accedere direttamente ai testi che le prescrivono[64].

Il Dongzheng fu

Una mappa del territorio cinese che mostra le aree interessate dalla dominazione degli Han posteriori. Il viaggio descritto da Ban Zhao inizia dalla capitale Luoyang e termina nella prefettutra di Chenliu (oggi Kaifeng). Al momento del viaggio il fratello Ban Chao era protettore generale del protettorato delle regioni occidentali.

Il più antico lavoro oggi conservato di Ban Zhao è il racconto in poesia Dongzheng fu (東征賦) (Viaggio verso l'oriente), scritto quando aveva all'incirca cinquant'anni. Il testo racconta di quando, dopo la morte del fratello Ban Gu in prigione, accompagnò il figlio, Cao Gu (家固), a prendere possesso della carica di magistrato nel distretto di Chenliu nell'Henan. Il fratello Ban Chao era lontano alla frontiera e lei non sapeva se mai avrebbe fatto ritorno nella capitale Luoyang. Annota dunque le impressioni del viaggio e si sforza a superare la sua tristezza cercando conforto negli insegnamenti confuciani.

Le lettere al trono

Al 101 risale invece la lettera all'imperatore He in cui Ban Zhao chiede che al fratello Ban Chao, in missione nelle steppe dell'Asia centrale dal 73, sia permesso di far ritorno alla capitale. Appellandosi alla tarda età del fratello, ormai settantenne, e osservando che questo potrebbe non renderlo più capace di affrontare un'insurrezione tra i soldati e dunque generare un potenziale pericolo per lo stato, riesce a ottenere tale grazia[65].

Del 107 è invece l'ultima lettera pervenutaci. Indirizzata all'imperatrice reggente Deng, si tratta di un consiglio politico al fine di preservare il prestigio della sovrana. I quattro fratelli dell'imperatrice, invisi alla corte e alla popolazione per la loro arroganza, avevano chiesto, solo pro forma il permesso alla sorella di ritirarsi dalla capitale, confidando che questo essa non avrebbe mai accettato. Ban Zhao si affretta invece a convincerla, con esempi tratti dalla storia antica, di lasciarli andare per preservare la sua reputazione tra il popolo. Non è possibile stabilire se le parole di Ban Zhao furono decisive, quello che è certo e che i fratelli lasciarono la corte[66].

Tre poesie brevi

da scrivere

Epitaffio

Nella raccolta compilata dalla cognata, compare quello che può essere ritenuto l'epitaffio di Ban Zhao. L'originale, come gran parte della raccolta, è andato perduto, ma ne resta una traduzione in francese dovuta probabilmente al gesuita e missionario Joseph-Marie Amiot[67], pubblicata a Parigi nel 1778 nel terzo volume delle Mémoires concernat l'historie, les sciences, les arts, les mœurs, les usages, etc., des Chinois, par les missionaires de Pékin:

(FR)

«Elle a été maîtresse de l'impératrice et des dames du palais [...]. Par un bienfait, dont aucun femme n'avait encore jouit, l'Empereur lui donna la surintendance de ses bibliothèques [...]. Elle s'éleva, sans y prétendre, au rang des plus sublimes auteurs, parmi lesquels la finesse de son goût, la beauté de son style, la profondeur de son érudition et la justesse de sa critique lui firent décerner une place distinguée. Elle s'abaissa, le voulant bien, jusqu'au niveau des femmes les plus ordinaires, auxquelles, par la simplicité des ses mœurs, par son assiduité à vaquer aux occupations domestiques [...] elle ne dédaigna pas de se rendre semblable, pour leur appendre que, dans quelque poste qu'elles puissent se trouver, quel que soit le rang qu'elles occupent, les devoirs particuliers du sexe doivent toujours être remplis par préférence.»

(IT)

«Essa è stata l'istruttrice dell'Imperatrice e delle dame di palazzo [...]. Per un favore, che mai prima di allora una donna poté ricevere, l'Imperatore la nominò soprintendente delle sue biblioteche [...]. Essa si elevò, senza pretenderlo, al rango dei più sublimi autori, tra i quali la finezza del suo gusto, la bellezza del suo stile, la profondità della sua erudizione e la giustezza della sua critica le fecero raggiungere un posto d'onore. Essa s'abbassò di buon grado fino al livello delle donne più ordinarie, alle quali, con la semplicità dei suoi costumi, con l'assiduità a occuparsi dei lavori domestici [...], non disdegnò di rendersi simile per insegnargli che, dovunque si trovino e qualunque sia il loro rango, i doveri che spettano in modo particolare al loro genere devono essere svolti per primi.»

Sintesi del pensiero

Critica

La critica antica

La critica moderna

Note

Bibliografia

Fonti Antiche
  • Liu Xiang, Biografie di donne, a cura di Carmen Coduti, Roma, IsIAO, 2008, ISBN 978-88-85320-55-0.
  • (FR) Se-ma Ts'ien (Sima Qian), Les Mémoires historiques de Se-ma Ts'ien (Shiji), tome II, tradotto da Édouard Chavannes, Parigi, Librairie d’Amérique et d’Orient Adrien Maisonneuve, 1967.
  • (FR) Se-ma Ts'ien (Sima Qian), Les Mémoires historiques de Se-ma Ts'ien (Shiji), tome IV, tradotto da Édouard Chavannes, Parigi, Librairie d’Amérique et d’Orient Adrien Maisonneuve, 1967.
  • (EN) Pan Ku (Ban Gu), Courtier and Commoner in Ancient China: Selections of the History of the Former Han, tradotto da Burton Watson, New York, Columbia University Press, 1974, ISBN 0-231-03765-1.
  • (ZH) Fan Ye, 後漢書 (Hou Hanshu), Pechino, Zhonghua shu ju, 1973.
Testi specifici
  • (FR) Joseph-Marie Amiot, Aloys de Poirot, Pierre Martial Cibot, Aloys Kao, Charles Batteux, François Bourgeois, Jean-Luc Nyon e Louis-Georges-Oudard Feudrix Bréquigny, Pan-Hoei-Pan, savante (Ban Zhao), in Mémoires concernant l'histoire, les sciences, les arts, les mœurs, les usages, etc., des Chinois, par les missionaires de Pé-kin, tomo III, Parigi, Libraire Nyon l'âiné, 1778, pp. 361-386.
  • (EN) Wilt Idema, Beata Grant, Women On and Behind the Throne, in The red brush: writing women of imperial China, Harvard, Harvard University Asia Center, 2000, pp. 17-72, ISBN 0-674-01393-X.
  • (FR) André Lévy (a cura di), Ban Zhao, in Dictionnaire de littérature chinoise, Parigi, PUF, 2000, pp. 90-99, ISBN 978-2-13-050438-2.
  • (EN) Nancy Lee Swann, Dennis Swann, Pan Chao: Foremost Woman Scholar of China, Center for Chinese Studies, 2001, ISBN 978-0-89264-150-5.
  • (EN) Li-Hsiang Lisa Rosenlee, Didactic Texts for Women and the Womanly Sphere of Nei, in Confucianism and women, New York, State University of New York Press, 2004, pp. 95-120, ISBN 978-0-7914-6750-3.
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Fonti secondarie
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  • Robert Hans van Gulik, La vita sessuale nell'antica Cina, Milano, Adelphi, 1987, ISBN 978-88-459-0271-0.
  • (EN) Paul Rakita Goldin, Ban Zhao in Her Time and in Ours, in After Confucius: studies in early Chinese philosophy, Honolulu, University of Hawaii Press, 2005, ISBN 0-8248-2842-9.
  • (FR) Ceugniet Atsuko, L'Office Des Etudes Superieures Au Japon Du Viiie Au Xiie Siecle Et Les Dissertations De Fin D'Etude, Parigi, EPHE, 2000, ISBN 978-2-600-00429-9.
  • (EN) John E. Wills, Mountain of fame: portraits in Chinese history, Princeton, Princeton University Press, 1994, ISBN 0-691-05542-4.
  • (EN) Ying-shih Yu, Trade and Expansion in Han China: A Study in the Structure of Sino-Barbarian Economic Relations, Berkeley, University of California Press, 1967.
  • (EN) S. Wells Williams, Education of Women in China, in Miscellaneous Papers, pubblicazione personale, 1889, pp. 433-441.
  • (FR) Pierre Hoang, Le mariage chinois au point de vue légal, Chang-hai (Shanghai), Imprimerie de la Mission catholique de l’orphelinat de T’ou-sé-wé, 1898.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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  • 班婕妤 consorte Ban (Ban Jieyu)
  • 伯 bo
  • 斿 you
  • 穉 zhi
  • 嗣 si
  • Xiong 雄 ?-dopo 107
  • Shi 始; ?-130
  • Yong 勇; ?-dopo 127


Precetti per le donne (Nu jie 女誡?/女诫?, pinyin Nǚ jiè, Wade-Giles Nü chieh, E.F.E.O Niu kiai)