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Conquista mongola della Cina
parte delle Invasioni e conquiste mongole
Schema delle incursioni ed invasioni mongole nei territori cinesi
Data1205-1279
LuogoOdierne Cina e Mongolia
EsitoDefinitiva vittoria mongola e fondazione della dinastia Yuan
Modifiche territorialiI mongoli riunificano sotto il loro dominio l'impero Tang e vi aggiungono lo Yunnan
Schieramenti
Comandanti
Perdite
SconosciuteSconosciute
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La conquista mongola della Cina si configurò in una serie d'importanti sforzi bellici che permisero al neonato Impero mongolo di sottomettere la totalità del territorio cinese in 74 anni, dal 1205 al 1279. Il processo attraversò sette decenni nel XIII secolo e comportò la sconfitta delle dinastie Jīn, Liao occidentale, Xia occidentale, Song meridionale e Xia orientale della Cina oltre che la parallela conquista del Tibet e del Regno di Dali, nel moderno Yunnan, allora disgiunto dal blocco geo-politico sinico.

Tutto originò da incursioni su piccola scala ai danni degli Xia occidentali nel triennio 1205-1207 per ordine di Gengis Khan, da poco affermatosi quale Khagan (imperatore) dei popoli della steppa eurasiatica (Mongoli, Turchi-Tatari e Tungusi).[1] Solo nel 1209 le incursioni divennero una vera e propria invasione il cui successo garantì ai mongoli lo stabile controllo su di una solida compagine statale che divenne per loro sia una base di supporto logistico sia una fonte stabile di tributi. Nel 1211, Gengis Khan aprì una decennale contesa con gli Jurchen-Jīn che gli garantì, entro il 1223, il controllo sulla Cina del Nord. Lo spostarsi degli interessi mongoli verso l'Asia centrale (v.si Conquista mongola dell'Asia centrale, 1216-1221) aveva però distratto l'attenzione di Gengis dal complesso scacchiere cinese. Il Khagan dovette tornare a combattere i Tangut-Xia nel 1225, morendo durante le operazioni (1227) e lasciando l'onere della conquista cinese al figlio e successore Ögödei Khan (r. 1229–1241) che sottomise in pianta stabile sia gli Xia sia i Jīn entro il 1234. Dall'anno successivo, Ögödei spostò le sue mire a sud del Fiume Giallo, ove si era asserragliata l'ultima dinastia regnante di etnia Han della Cina, i Song.

Nel 1279, Khagan Kublai Khan aveva stabilito la dinastia Yuan in Cina e schiacciato l'ultima resistenza Song, segnando l'inizio del dominio indiscusso mongolo su tutta la Cina. Fu la prima volta nella storia che l'intera Cina fu unificata da un'etnia non Han nonché la prima volta nella storia in cui il Tibet fu unito al resto della Cina.[2]

Contesto

All'inizio del XIII secolo, Temujin del clan mongolo Borjigin, futuro Gengis Khan, iniziò a consolidare il suo potere nell'Altopiano della Mongolia, assoggettando o distruggendo le altre etnie nomadi della steppa eurasiatica: turchi, tatari, tungusi, ecc. Nello stesso periodo, la Cina propriamente detta era divisa in tre stati dinastici distinti ed in guerra tra loro: nel nord, la dinastia Jīn di etnia Jurchen controllava la Manciuria e le terre cinesi a nord del fiume Huai; la dinastia Xia occidentale di etnia Tangut governava parti della Cina occidentale; la dinastia Song di etnia Han regnava nel sud.[3][4] La provincia sud-occidentale del Yunnan, al confine con la Birmania, era infine sede d'un potentato autonomo sin dal X secolo noto come Regno di Dali.

La Cina al principio dell'invasione mongola: nell'Ovest la dinastia Xia occidentale; nel nord la dinastia Jīn; nel sud la dinastia Song; nel sud-ovest la Regno di Dali.

La dinastia Xia occidentale (西夏T, Xī XiàP, anche nota come Impero Tangut/Taŋγud in lingua mongola e Minya in lingua tibetana), s'affermò nel 1038 nelle province cinesi nordoccidentali di Ningxia, Gansu, Qinghai orientale, Shaanxi settentrionale, Xinjiang nordorientale, Mongolia Interna sudoccidentale e Mongolia Esterna meridionale.[5][6][N 1] Uno stato abbastanza piccolo, lo Xia dovette lottare contro vicini più grandi e potenti: la dinastia Liao a est e nord-est e la dinastia Song a sud-est. Quando la Dinastia Jīn, di etnia jurchen, emerse nel 1115, spodestando i Liao, gli Xia accettarono lo status di vassalli del nuovo impero Jīn. Aiutando gòli Jurchen nelle loro guerre contro i Song, gli Xia conquistarono migliaia di miglia quadrate di territorio Song. Tuttavia, nel corso degli anni, le relazioni tra Xia e Jīn si raffreddarono. Alla morte del quarto sovrano Xia, Renzong (r. 1139-1193), salì al trono Huanzong (r. 1193-1206) ed il potere degli Xia iniziò a declinare. Pur militarmente inferiori ai Jīn, gli Xia esercitavano ancora un'influenza significativa sulle steppe settentrionali. Avevano spesso accolto i leader Kereiti deposti a causa degli stretti legami commerciali con le steppe e per la possibilità di utilizzare questi rifugiati come pedine nel complesso scacchiere politico-militare dell'Altopiano mongolo.[1]

Gli Jurchen, fondatori della dinastia Jīn (金朝S, Jīn CháoP), essi stessi anticamente uno dei popoli della steppa, riscuotevano tributi da alcune delle tribù nomadi delle steppe mongole e incoraggiavano le rivalità tra di loro. Quando i Mongoli furono unificati da Kabul Khan (r. 1130-1147), i Jīn incoraggiarono i Tatari a distruggerli. I Mongoli riuscirono a cacciare i Jīn dal loro territorio ma i Tartari catturarono il successore di Kabul, Ambaghai, e lo consegnarono all'imperatore Wányán Liàng di Jīn (r. 1149-1161) che lo fece giustiziare nel 1156: fu inchiodato a un asino di legno e poi infilzato con delle lance. Gli Jurchen condussero anche regolari spedizioni punitive contro i Mongoli, riducendoli in schiavitù o uccidendoli.

La dinastia Song (宋朝S, Sòng CháoP, Sung Ch'aoW; in Cantonese Jyutping: sung3 ciu4) regnava sulla Cina dal 960 quale formale erede della dinastia Tang (618–907). Attaccata dagli Jurchen-Jīn, nel 1127 fu costretta ad abbandonare la "culla della civiltà cinese" (il Fiume Giallo) spostando la capitale ad Hangzhou (杭州) e venendo così ribattezzata Nán Sòng o Song meridionali (南宋). l'economia rimase sviluppata, data l'elevata popolazione e l'estensione delle produttive terre agricole. I Song Meridionali potenziarono la loro forza navale per difendere le proprie acque, i confini terrestri e per condurre missioni marittime all'estero. Per respingere gli Jurchen (e successivamente i Mongoli), svilupparono nuove tecnologie militari e la polvere da sparo.

A sud-ovest dei domini Song sorgeva il Regno di Dali, detto anche Grande Li (大理國T, 大理国S, DàlǐguóP), una compagine statale autonoma di etnia Bai, erede del più antico Regno di Nanzhao a suo tempo ufficialmente riconosciuto come realtà autonoma dalla dinastia Tang, che controllava i territori dell'odierna provincia cinese dello Yunnan, fondato nel 937 da Duan Siping e rimasto sino ad allora indipendente.

Le fasi della conquista

Antefatto

Lo stesso argomento in dettaglio: Ascesa di Gengis Khan.

Nel 1195, la dinastia Jīn, retta dall'inetto imperatore Zhangzong (r. 1189–1208), aizzò nuovamente i Tatari contro i Mongoli prendendo a bersaglio la tribù degli Ongirrat. L'operazione militare che ne risultò fu un successo ma il khan tataro Zuxu litigò con i suoi alleati Jurchen per la distribuzione del bottino. Lo screzio degenerò in un attacco Jīn ai Tatari l'anno successivo (1196). Il generale Jīn Wanyan Xiang marciò fino al fiume Hėrlėn, nella Mongolia orientale, ove sconfisse i barbari[7] che, in fuga, vennero spacciati dalla coalizione guidata da Toghrul Khan dei Kereiti e Temüjin del Khamag Mongol (futuro Gengis Khan), poi premiati con onorificenze e titoli dai funzionari Jīn.[8]

Il tataro Zuxu, sconfitto, si sottomise ai Jīn salvo ribellarsi nuovamente lo stesso anno per poi sottomettersi definitivamente agli Jurchen nel 1198 e morire poco dopo. Il generale Wanyan Xiang ordinò allora la costruzione di vaste opere difensive per proteggere i sudditi Jīn nelle contrade più settentrionali dell'impero Jīn.[N 2] Nessuna ulteriore campagna Jīn contro i nomadi della steppa fu condotta con lo stesso successo di quella del 1196,[9] né i Jīn poterono, o vollero, mettere mano agli affari dell'Altopiano poiché inizialmente fiaccati dagli strascichi d'una inondazione del Fiume Giallo (1194) e dalle susseguenti carestie[10] e poi miopicamente risucchiati nelle nuove battute della loro secolare guerra con i Song nel sud della Cina (1206-1208).[11]

Prima campagna contro gli Xia occidentali (1209-1210)

Le rovine di Khara-Khoto, fiorente centro commerciale nel Gobi degli Xia prima e dei Mongoli poi.

Dopo la sconfitta e la morte di Toghrul dei Kereiti per opera di Temujin nel 1203, il figlio di Toghrul, Nilqa Senggüm riparò con uno sparuto seguito nello Xia occidentale, venendone però espulso quando i suoi seguaci iniziarono a saccheggiarvi i residenti. Prendendo a pretesto il rifugio offerto a Senggüm, Temüjin lanciò un'incursione contro gli Xia nel 1205 nella regione di Edsin:[1][12][13] saccheggiò gli insediamenti di confine e un nobile Xia occidentale locale accettò persino di sottometterglisi.[14] L'anno successivo (1206), Temüjin fu formalmente proclamato Gengis Khan, sovrano di tutti i mongoli e nel 1207 condusse un'altra incursione nello Xia occidentale, invadendo la regione dell'Ordo e saccheggiando Wuhai, la principale guarnigione lungo il Fiume Giallo, prima di ritirarsi nel 1208.[13][15]

Nel 1209, Gengis intraprese una campagna più ampia per assicurarsi la sottomissione degli Xia occidentali. Dopo aver sconfitto una forza guidata da Kao Liang-Hui fuori Wuhai, conquistò la città e si spinse lungo il Fiume Giallo, sottomise diverse altre città e assediò la capitale, Yinchuan.[16] I mongoli, allora inesperti di poliorcetica, tentarono di inondare la città deviando il fiume Giallo ma la loro diga si ruppe ed inondò anche il loro accampamento.[1] Tuttavia, l'imperatore Li Anquan, ancora minacciato dai mongoli e non ricevendo supporto dai Jīn, si arrese e diede la figlia Chaka in sposa a Gengis insieme ad un tributo di cammelli, falchi e tessuti.[17]

Prima campagna contro i Jīn (1211-1223)

Nel 1210 una delegazione Jurchen-Jīn aveva raggiunto il campo di Gengis Khan per proclamare l'ascensione di Wányán Yǒngjì al trono di Jīn quale imperatore (r. 1209–1213) e chiedere la sottomissione dei mongoli quali vassalli. Il Khagan respinse in malo modo gli inviati Jīn,[18] radunò il kuriltai (1211) e si preparò alla guerra,[19] mentre i Jīn facevano lo stesso.[20]

Gengis Khan penetrò nel territorio Jīn e li sconfisse nella battaglia di Yehuling in un passo di montagna a Zhangjiakou,[21] puntando poi a sud, verso la capitale nemica, Zhongdu (occupante gli attuali distretti di Xicheng e Fengtai di Pechino), mentre il suo generale Jebe raggiungeva la Manciuria e conquistava Mukden (odierna Shenyang), unendosi alle forze del khan dei Kitai, Liu-ke, che dichiarò fedeltà a Gengis (1212) misconoscendo il vassallaggio ai Jīn.

L'assedio di Zhongdu (odierna Pechino) nel 1213-1214.

Nel 1213, i generali Jurchen Li Ying, Li Xiong ed altri riunirono una milizia di oltre 10.000 uomini che iniziò a molestare i mongoli che però seguitarono a sconfiggere in campo aperto le armate regolari Jīn, conquistando il Passo Juyong e il Passo Zijing in novembre, potendo così occupare il territorio all'estremo sud della Grande Muraglia.[22] Fino all'inizio del 1214, i mongoli saccheggiarono l'intera pianura della Cina settentrionale, poi Gengis Khan raggiunse Zhongdu.[23] Il generale Jurchen Heshilie Zhizhong aveva nel frattempo assassinato l'imperatore Wanyan Yongji ed intronizzato il di lui nipote Xuanzong. Quando i mongoli assediarono Zhongdu, il governo Jīn accettò di diventare uno stato tributario dell'Impero mongolo, pagò un pesante tributo e offrì la principessa Qiguo, figlia di Wanyan Yongji, al Khagan che la prese come concubina.[24] Mentre i mongoli si ritiravano, Li Ying pianificò di attaccarli ma Xuanzong lo neutralizzò con l'aiuto del generale Zhuhu Gaoqi e spostò la capitale da Zhongdu a Bianjing (attuale Kaifeng, nel Henan). Da quel momento in poi, i Jīn furono rigorosamente sulla difensiva.

Spostatasi la corte, Zhongdu cadde nel caos tanto che uno degli eserciti Jīn disertò ai mongoli e lanciò un attacco alla ex-capitale. Gengis Khan fu lesto ad approfittarne, inviando truppe al comando dei disertori Kitai Shimo Ming'an, Yelü Ahai e Yelü Tuhua, mentre Xuanzong spediva rinforzi a nord che non riuscirono a salvare Zhongdu dalla conquista (1º giugno 1215). I mongoli procedettero allora a sradicare sistematicamente ogni resistenza nelle province di Shanxi, Hebei e Shandong (1217-1223), mentre Gengis Khan rivolgeva la sua attenzione alle campagne in corso in Asia centrale e in Persia.[25][26]

Nel 1223, il generale mongolo Mukhali colpì gli Jurchen nello Shaanxi, attaccando Chang'an, ma l'assedio si risolse con un nulla di fatto, Mukhali morì di malattia, i suoi uomini si ritirarono e le truppe Xia disertarono, dimostrando che la loro fedeltà iniziava a vacillare (v.si seguito).

I soldati "Cherik" erano soldati non nomadi nell'esercito mongolo: disertori Jīn e i coscritti cinesi Han furono reclutati in nuovi eserciti formati dai mongoli mentre distruggevano la dinastia Jīn. Un ruolo fondamentale nella sconfitta dei Jīn fu svolto dalle forze cherik di cinesi Han. I disertori Han guidati dal generale Liu Bolin difendevano Tiancheng dai Jīn nel 1214 mentre Gengis Khan era impegnato a tornare a nord. Nel 1215 Xijing cadde sotto l'esercito di Liu Bolin. Le forze Han cherik furono create nel 1216 e Liu Bolin fu nominato loro ufficiale principale. Mentre le truppe Han continuavano a disertare dai Jīn ai Mongoli, le dimensioni delle forze Han cherik aumentavano e dovevano essere divise tra diverse unità. I soldati Han costituivano la maggior parte dell'esercito del condottiero kitai Yelu Tuhua, mentre i soldati Juyin di Zhongdu costituivano l'esercito di Chalaer e del kitai Uyar. Chalaer, Yelu Tuhua e Uyar guidarono tre eserciti cherik nel nord della Cina sotto il comandante mongolo Mukhali, in supporto ai suoi tumen mongoli, nel biennio 1217-1218.[27]

Seconda campagna contro gli Xia occidentali (1225-1227)

Lo stesso argomento in dettaglio: Invasione mongola della Corasmia.

Dopo la loro sconfitta, gli Xia occidentali servirono come fedeli vassalli dell'Impero mongolo per quasi un decennio, aiutando i mongoli nella loro guerra contro la dinastia Jin. Nel 1219, Gengis Khan lanciò una campagna contro la Corasmia turco-musulmana in Asia centrale e chiese aiuto militare a Xia occidentale. Tuttavia, l'imperatore di Xia rifiutò di prendere parte alla campagna, affermando che se Gengis avesse avuto troppe poche truppe per attaccare la Dinastia anushtiginide, allora non avrebbe potuto rivendicare il potere supremo.[28][29] Infuriato, il Khagan giurò vendetta[30] e partì alla volta della Corasmia, mentre gli Xia s'abboccavano con i Jīn e i Song contro di lui.[31]

Assoggettata la Corasmia nel 1221, Gengis preparò i suoi eserciti per punire i Tanguti e nel 1225 li attaccò con una forza di circa 180.000 uomini.[32] Dopo aver preso Khara-Khoto, i mongoli iniziarono una costante avanzata verso sud. Asha, comandante delle truppe Xia occidentali, non poteva permettersi di incontrare i mongoli poiché avrebbe comportato un'estenuante marcia verso ovest dalla capitale Yinchuan attraverso 500 chilometri di deserto, e così i mongoli avanzarono costantemente di città in città.[33] Infuriato per la feroce resistenza di Xia occidentale, Gengis ne devastò le campagne in una guerra di annientamento e ordinò ai suoi generali di distruggere sistematicamente città e guarnigioni mentre procedevano.[28][31][34] Gengis divise il suo esercito e inviò il generale Subedei a prendersi cura delle città più occidentali, mentre la forza principale sotto il Khagan si spostò a est nel cuore dell'Impero Xia occidentale e prese Ganzhou, risparmiata dalla distruzione dopo la sua cattura solo perché città-natale di Chagaan, comandante della guardia di Gengis.[35]

Nell'agosto del 1226, le truppe mongole si avvicinarono a Wuwei, la seconda città più grande dell'impero Xia occidentale, che si arrese senza opporre resistenza per sfuggire alla distruzione.[36] Nell'autunno del 1226, Gengis prese Liangchow, attraversò il deserto dei Monti Helan e in novembre pose l'assedio a Lingwu, a soli 30 km da Yinchuan.[35][37] Qui, nella battaglia del fiume Giallo, lo Xia occidentale condusse un contrattacco con una forza stimata di oltre 300.000 soldati, ingaggiando le forze mongole lungo le rive del fiume ghiacciato e dei sistemi di canali.[37][38]

Gengis raggiunse Yinchuan nel 1227, pose l'assedio alla città e lanciò contestualmente diverse offensive contro i Jīn per impedire loro di inviare rinforzi a Xia occidentale, con una forza che arrivò fino a Kaifeng, la capitale degli Jurchen.[39] Yinchuan rimase assediato per circa sei mesi, dopodiché Gengis aprì i negoziati di pace mentre pianificava segretamente di uccidere l'imperatore[40] e continuava le operazioni militari intorno alle montagne Liupan vicino a Guyuan, rifiutava un'offerta di pace dei Jīn ed anzi pianificava d'invaderne le terre al confine con i Song.[41][42] Tuttavia, nell'agosto del 1227, Gengis morì per una causa storicamente incerta e, per non mettere a repentaglio la campagna in corso, la sua morte fu tenuta segreta.[43][44] Nel settembre 1227, l'ultimo imperatore Xia, Mozhu, si arrese ai mongoli e fu prontamente giustiziato.[42][45] I mongoli quindi saccheggiarono senza pietà Yinchuan, massacrandone la popolazione, saccheggiandone le tombe imperiali ed annientando la memoria storica dello stato di Xia occidentale.[31][42][46][47]

Seconda campagna contro i Jīn (1229-1234)

Ayimaq dell'Impero mongolo nel nord della Cina

Dopo il sacco di Yanjing, i Jīn trasferirono la loro capitale a Kaifeng ed intavolarono trattative di pace con i mongoli. Ögödei Khan (r. 1229–1241), succeduto al padre Gengis quale Khagan nel 1229, rifiutò le profferte di pace dei Jīn e gli Jurchen contraccambiarono uccidendo gli inviati mongoli.[48]

La città cadde durante l'assedio di Kaifeng nel 1232. L'imperatore Aizong fuggì nella città di Caizhou. Successivamente, il generale cinese Han Shi Tianze guidò le truppe per inseguire l'imperatore Aizong mentre si ritirava e distrusse un esercito Jin di 80.000 uomini guidato da Wanyan Chengyi (完顏承裔) a Pucheng (蒲城). La dinastia Jin crollò dopo l'assedio di Caizhou nel 1234. Lo Xia orientale, un regno di breve durata che dichiarò l'indipendenza da Jin nel 1215, fu conquistato nel 1233 .

Sottomissione degli Xia orientali (1233)

Lo stesso argomento in dettaglio: Campagna mongola contro gli Xia orientali.

Prima campagna contro i Song meridionali (1235-1248)

Dal 1235, il generale mongolo Kuoduan Hequ iniziò ad attaccare la regione del Sichuan attraverso la pianura di Chengdu. L'occupazione di questa regione era stata spesso un passo importante per la conquista del sud. L'importante città di Xiangyang, porta d'accesso alla pianura dello Yangtze, difesa dal generale Song Cao Youwen, capitolò nel 1236.[49] A est, nel frattempo, i generali Song Meng Gong e Du Guo resistettero alla pressione dei mongoli di Kouwen Buhua perché le principali forze mongole si stavano muovendo in quel momento verso l'Europa. Nel Sichuan, il governatore Yu Jie adottò il piano dei fratelli Ran Jin e Ran Pu per fortificare dei capisaldi nelle zone montuose, come Diaoyucheng (odierna Hechuan/Sichuan). Yu Jie fu così in grado di mantenere il Sichuan per altri dieci anni. Nel 1239, il generale Meng sconfisse i mongoli e riconquistò Xiangyang, riaprendo la contesa per il Sichuan contro i barbari.[50] L'unico guadagno permanente per l'orda fu Chengdu, conquistata nel 1241. Nell'area del fiume Huai, i comandanti mongoli rimasero sulla difensiva, conquistando poche grandi città Song, sebbene la regina-reggente Töregene Khatun (r. 1241-1246) prima ed il Khagan Güyük (r. 1246-1248) poi seguitassero ad ordinare ai loro generali di attaccare i cinesi.[51] Quando Töregene inviò dei diplomatici a negoziare la pace, i Song li imprigionarono[52] ed i mongoli risposero invadendo il Sichuan (1242). Il comando delle operazioni fu affidato al generale del tumen cinese Zhang Rou ed a Chagaan, un disertore Xia salito nei ranghi dell'esercito mongolo ai tempi di Gengis Khan.[36] Dopo gli iniziali saccheggi mongoli, i Song inviarono una delegazione per negoziare un cessate il fuoco e, a tregua concordata, Chagaan e Zhang Rou tornarono a nord.[53]

Conquista del regno di Dalì (1253-1256)

Lo stesso argomento in dettaglio: Conquista mongola dello Yunnan.
Armatura laccata del Regno di Dali.

Khagan Munke (r. 1251-1256) inviò il fratello Kublai Khan nel Regno di Dali nel 1253 per assoggettarlo a danno dei Song, ai quali i Bai di Dali fornivano cavalli in cambio seta, argento e sale.[54] La corte di Dali era dominata dalla famiglia Gao, alleata ai Song ed ostile ai Mongoli di cui faceva assassinare gli inviati. Come di consueto, i mongoli invasero Dali dividendo l'armata in tre ali: una cavalcò verso est, nel bacino del Sichuan; la seconda, al comando di Uryankhadai, figlio di Subedei, prese la difficile strada delle montagne del Sichuan occidentale;[55] mentre Kublai portò la terza ala a sud, lungo le praterie, incontrandosi con la prima colonna. Uryankhadai seguitò ad avanzare da solo, calando su Dali da nord, lungo la riva del Lago Erhai, ma la città fu presa da Kublai che risparmiò i residenti nonostante l'uccisione dei suoi ambasciatori. Il re di Dali, Duan Xingzhi (段興智T), disertò ai Mongoli che usarono le sue truppe per assoggettare il resto dello Yunnan, lo confermarono sul trono come maragià e l'affiancarono ad un commissario per la pacificazione.[56] Dopo la partenza di Kublai, scoppiarono disordini tra i Black Jang (uno dei principali gruppi etnici del regno di Dali). Nel 1256 Uryankhadai aveva completamente pacificato lo Yunnan. Nel 1273, Kublain riformò la provincia e l'affidò al semu Ajall Shams al-Din Omar quale governatore.[57] Il capoluogo della provincia fu portato nell'odierna Kunming e la città di Dali entrò in una fase di declino.

La famiglia Duan (originariamente di etnia Han e proveniente da Wuwei nel Gansu) avrebbe governato ancora Dali in modo relativamente indipendente durante la dinastia Yuan,[58] venendo aboliti dai Ming.[59] Il controllo su Dali fu fondamentale per i Mongoli per l'organizzazione delle loro campagne contro Burma.

I capi Tusi, i capi tribù locali e i regni nello Yunnan, Guizhou e Sichuan si sottomisero al dominio Yuan e furono autorizzati a mantenere i loro titoli. La famiglia Han cinese Yang che governava il Dominio di Bozhou, riconosciuto dalla dinastia Song e dalla dinastia Tang, ricevette anche il riconoscimento dai mongoli Yuan e successivamente dai Ming. Il clan Luo a Shuixi, guidato da Ahua, era riconosciuto dagli imperatori Yuan, così come lo erano dagli imperatori Song quando erano guidati dagli imperatori Pugui e Tang quando erano guidati da Apei. Discendevano dal re Huoji del Regno Shu che aiutò Zhuge Liang contro Meng Huo. Furono riconosciuti anche dai Ming.[60][61]

Conquista della Cina sudoccidentale

Molti domini e regni Tusi nella Cina sudoccidentale che esistevano prima delle invasioni mongole furono autorizzati a mantenere la loro integrità come vassalli della dinastia Yuan dopo la resa, incluso il Regno di Dali, la famiglia cinese Han Yang che governava il Dominio di Bozhou con la sua sede al castello Hailongtun, il Dominio di Lijiang, il Dominio di Shuidong, il Dominio di Sizhou, il Dominio di Yao'an, il Dominio di Yongning e Mu'ege. Così come la dinastia Goryeo e il regno di Qocho.

I nobili cinesi Han mantennero i loro titoli di Duchi Yansheng e Maestri Celestiali già riconosciuti dalle precedenti dinastie imperiali cinesi.

Seconda campagna contro i Song meridionali (1251-1260)

Gli attacchi mongoli ai Song s'intensificarono con l'elezione di Möngke a Khagan nel 1251, che iniziò a dirottare nel conflitto cinese le risorse precedentemente impiegate dai gengiscanidi in Occidente. La forza mongola che invase la Cina meridionale era di gran lunga maggiore della forza che inviarono per invadere il Medio Oriente nel 1256.[62]

I mongoli hanno fatto un uso massiccio di soldati delle minoranze etniche indigene nel sud della Cina piuttosto che dei mongoli. L'esercito indigeno Cuan-Bo del Regno di Dali guidato dalla famiglia reale Duan era la maggior parte delle forze dell'esercito mongolo Yuan inviato ad attaccare Song China durante le battaglie lungo il fiume Yangtze. Durante un attacco mongolo contro la Song China, c'erano solo 3.000 cavalieri mongoli a un certo punto sotto il comandante mongolo Uriyangkhadai, la maggior parte del suo esercito era nativo Cuan-Bo con ufficiali Duan.[63]

Mentre le forze mongole ebbero successo contro gli stati governati dai cinesi non-Han di Jīn e Xia, la conquista dei Song richiese molto più tempo. Le forze Song erano equipaggiate con la migliore tecnologia disponibile all'epoca, come un'ampia scorta di armi a polvere da sparo come lance da fuoco, razzi e lanciafiamme. La feroce resistenza delle forze Song portò i mongoli a dover combattere la guerra più difficile in tutte le loro conquiste,[N 3] e i mongoli richiesero ogni vantaggio che potevano ottenere e "ogni artificio militare conosciuto a quel tempo" per vincere . Hanno guardato ai popoli che avevano già conquistato per acquisire vari vantaggi militari.[N 4] Tuttavia, gli intrighi alla corte dei Song avrebbero favorito i mongoli.

Chagaan (Tsagaan) e il generale Han tumen Zhang Rou lanciarono insieme un attacco alla dinastia Song ordinato da Töregene Khatun. Dopo diverse guerre indecise, i mongoli attaccarono senza successo la guarnigione Song presso la fortezza di Diaoyu Hechuan quando il loro Gran Khan, Möngke, morì di colera o dissenteria . Tuttavia, il generale responsabile di questa difesa non è stato ricompensato, ma è stato invece punito dal tribunale di Song. Scoraggiato, disertò verso i mongoli e suggerì al successore di Möngke, Kublai, che la chiave per la conquista di Song fosse la cattura di Xiangyang, una roccaforte vitale di Song. I mongoli circondarono rapidamente Xiangyang e sconfissero ogni tentativo di rafforzarlo compiuto dai Song. Dopo un assedio durato diversi anni e con l'aiuto dell'artiglieria musulmana creata da ingegneri iracheni, i mongoli costrinsero finalmente la città di Xiangyang ad arrendersi.

La morente dinastia Song inviò i suoi eserciti contro i mongoli a Yehue sotto l'incompetente cancelliere Jia Sidao. Com'era prevedibile, la battaglia fu un disastro. A corto di truppe e rifornimenti, la corte dei Song si arrese ai mongoli nel 1276.

Terza campagna contro i Song meridionali (1260-1276)

Dopo che Kublai Khan fu eletto Khagan nel 1260, riuscì finalmente a sottomettere i Song, seppur a caro prezzo. Dal 1260 al 1264 dovette affrontare una fronda all'interno della dinastia guidata dal fratello minore, Arig Bek, già al comando del nord e di stanza nella capitale mongola di Karakorum. Lo scontro, noto come Guerra civile toluide, parte della più generale dissoluzione dell'Impero mongolo, si concluse con la sconfitta di Arig per opera di Kublai. In Cina, nel frattempo, moriva l'imperatore Lizong e la corona Song passava sul capo dell'inetto Duzong (r. 1264-1274) che si disinteressò degli affari di stato e lasciò tutto nelle mani del cancelliere Jia Sidao. Kublai riaccese la contesa con i Song proprio a Diaoyucheng, nel Sichuan, nel 1265, sconfiggendovi le forze cinesi, sia di terra sia di mare, e catturando più di 100 navi.[64]

La dinastia Yuan sotto Kublai Khan dopo la conquista della dinastia Song meridionale.

I mongoli, a questo punto, come osservato dalla storica Patricia Buckley Ebrey, in netta controtendenza con quanto fatto sia con la famiglia reale Wanyan degli Jurchen-Jīn sia con la famiglia reale Tangut degli Xia Occidentali, sistematicamente braccate, massacrate ed eradicate, mostrarono grande indulgenza nei confronti della famiglia reale Zhao degli Han-Song: ne risparmiarono i membri catturati nella capitale (Hangzhou), come l'imperatore Gond Di e la madre, unitamente ai civili che vi risiedevano, né saccheggiarono la città che anzi fu libera di proseguire nei sui affari mentre l'apparato burocratico Song veniva assorbito dagli Yuan. I mongoli non presero per sé le donne del palazzo Song meridionale ed anzi le fecero sposare ad artigiani cinesi Han di Shangdu.[65] Kublai Khan concesse persino una principessa mongola dei Borjigin in moglie a Gong Di e dall'unione nacque un figlio, Zhao Wanpu.[66][67] Membri della ex-famiglia imperiale Song continuarono a vivere presso la corte di Kublai: Gond Di, Zhao Mengfu (intervistato personalmente da Kublai) e Zhao Yong e tale pratica fu chiamata 二王三恪.

Con il desiderio di governare tutta la Cina, Kublai fondò la dinastia Yuan e divenne imperatore della Cina. Tuttavia, nonostante la cattura e la resa della corte di Song, focolai di resistenza persistevano. La resistenza cinese durò ancora per qualche anno mentre i lealisti di Song si organizzarono attorno a un giovane imperatore impotente, fratello dell'ultimo imperatore Song formale. Nel tentativo di restaurare la dinastia Song, diversi funzionari Song istituirono un governo nel Guangdong, a bordo delle navi della vasta marina Song, che manteneva ancora oltre mille navi (che poi trasportavano l'esercito Song, che era stato costretto dall'esercito mongolo fuori terra su queste navi da guerra Song). Rendendosi conto di ciò, nel 1279 Kublai inviò la sua flotta a ingaggiare la flotta Song nella battaglia di Yamen nelle acque al largo della moderna Hong Kong, ottenendo una vittoria decisiva in cui l'ultimo imperatore Song Bing di Song ei suoi fedeli funzionari si suicidarono. Questo è stato l'ultimo grande scontro militare della conquista mongola dei Song nella Cina meridionale.

Conseguenze

Impatto demografico del conflitto prolungato

Lo stesso argomento in dettaglio: Devastazioni e genocidi nell'impero mongolo.

Secondo Diana Lary, le invasioni mongole hanno indotto lo sfollamento della popolazione «su una scala mai vista prima» in Eurasia, ma soprattutto in Cina, dove la massiccia migrazione verso sud dei profughi della Cina settentrionale riuscì di fatto a unire le parti meridionale e settentrionale del paese con un inaspettata conseguenza storica.[N 5] La Cina subì un drastico calo demografico tra XIII e XIV secolo. Prima dell'invasione mongola, le dinastie cinesi governavano su circa 120 milioni di abitanti ma, ultimata la conquista mongola nel 1279, il censimento del 1300 indetto dagli Yuan registrò soltanto 60 milioni di abitanti! Sebbene sia facile attribuire tale declino alla ferocia mongola, gli studiosi hanno opinioni contrastanti sull'argomento, motivate principalmente da importanti fattori cogenti: es. la Cina meridionale contava probabilmente 40 milioni d'abitanti non censiti perché privi di documenti regolari; rilevante nel calo demografico dev'essere stato il calo di produzione agricola dovuto non solo ai saccheggi ed alla battaglie ma soprattutto alla prolungata assenze delle leve contadine arruolate in gran numero; ecc.

Studiosi come Frederick W. Mote sostengono che l'ampio calo demografico sia solo lo specchio di un fallimento amministrativo nella registrazione e non una diminuzione de facto, mentre altri, come Timothy Brook, sostengono che questo deficit nelle fonti dell'epoca sia stato causato dai mongoli stessi il cui sistematico ricorso alla messa in schiavitù della popolazione cinese conquistata ha fatto letteralmente sparire dai registri diverse migliaia di persone. Molti cinesi di etnia Han furono infatti ridotti in schiavitù durante l'invasione mongola della Cina vera e propria.[68] Secondo gli storici giapponesi Sugiyama Masaaki e Funada Yoshiyuki, c'erano anche un certo numero di schiavi mongoli di proprietà dei cinesi Han durante la dinastia Yuan. Tuttavia, non ci sono prove che i cinesi Han, che secondo alcuni ricercatori erano considerati persone dell'ultimo ceto sociale della società Yuan, abbiano subito abusi particolarmente crudeli.[69][70]

James Waterson ha messo in guardia dall'attribuire semplicisticamente il calo demografico nella Cina settentrionale del XIII secolo al massacro indiscriminato operato dai Mongoli, poiché gran parte della popolazione potrebbe essersi trasferita nella Cina meridionale sulla scia dei Song o essere morta di malattie e carestia poiché le infrastrutture agricole e urbane della città erano state distrutte.[71] I mongoli usavano infatti risparmiare le città dal massacro e dal saccheggio in caso di resa, come fatto a Kaifeng, durante la campagna contro i Jin, ceduta a Subedei da Xu Li,[71] o Yangzhou, ceduta a Bayan dal secondo in comando di Li Tingzhi dopo che questi fu giustiziato dai Song,[71] e Hangzhou, risparmiata dal saccheggio quando si arrese a Kublai Khan.[72] Le città che si arresero furono sempre risparmiate dal saccheggio e dal massacro da Kublai Khan.[73] I soldati cinesi Han e Kitai disertarono poi in massa a favore dei mongoli sin dai tempi della prima campagna di Gengis Khan contro i Jīn (v.si seguito),[71] sparendo così dai registri ufficiali.

Soldati e tecnologie cinesi nell'esercito mongolo

Lo stesso argomento in dettaglio: Organizzazione militare dei Mongoli.

Sin dalle prime grandi operazioni di Gengis Khan nell'Altopiano della Mongolia, fu costume dei mongoli inglobare nel loro esercito/impero le tribù/etnie nemiche disposte a combattere per loro. Il medesimo approccio venne adottato da Gengis e successori durante le loro campagne d'espansione in Asia centrale ed orientale.[74][75][76][77][78] Man mano che avanzavano in Cina, i mongoli reclutarono ed impiegarono truppe cinesi,[79] sia specializzate, fondamentalmente gli artiglieri incaricati a catapulte, trabucchi ed armi a polvere da sparo, sia non. Oltre a ciò, molti studiosi, religiosi, medici ed artigiani cinesi accompagnarono i comandanti mongoli a ovest, dopo essere stati deportati dal Nord della Cina. In generale, i gengiscanidi apprezzarono le persone con abilità specializzate e le risparmiavano dai massacri.[80]

Il ricorso mongolo a forze cinesi data ai primissimi anni del lungo processo di conquista della Cina. Molti cinesi Han, infatti, e non solo i proto-mongoli Kitai (irritatati dalla deportazione dalla natia Manciuria alla Cina del Nord quando i Jīn avevano spostato la capitale imperiale da Zhongdu a Kaifeng),[81] disertarono ai mongoli per combattere contro gli Jurchen-Jīn.[71] Due ufficiali Han, Shi Tianze e Liu Heima (劉黑馬),[82] e il Kitai Xiao Zhala (蕭札剌) disertarono e comandarono tre tumen dell'esercito mongolo.[83] Liu Heima e Shi Tianze servirono il successore di Gengis Khan, Ögödei.[84] Liu Heima e Shi Tianxiang guidarono gli eserciti contro lo Xia occidentale per conto dei mongoli.[85] C'erano quattro tumen Han e tre tumen Khitan, con ogni tumen composto da 10.000 truppe. I tre generali kitai Shimo Beidi'er (石抹孛迭兒), Tabuyir (塔不已兒) e Xiao Zhongxi (蕭重喜; figlio di Xiao Zhala) comandavano i tre tumen kitai e i quattro generali Han Zhang Rou (張柔), Yan Shi (嚴實), Shi Tianze e Liu Heima comandavano i quattro tumen han sotto Ögödei Khan.[86][87][88][89] Shi Tianze, Zhang Rou, Yan Shi e altri Han che prestarono servizio nella dinastia Jīn e disertarono ai mongoli aiutarono inoltre la costruzione della struttura amministrativa del nuovo stato mongolo.[90] Per contro, i Jīn furono abbandonati dai loro stessi ufficiali Jurchen[91] e, in un evidente tentativo di arginare questo stillicidio socio-politico, solo durante la guerra contro i mongoli i Jīn incentivarono il matrimonio interetnico Han-Jurchen: es. il padre del generale Han Shi Tianze, Shi Bingzhi (史秉直, Shih Ping-chih), era sposato con una donna Jurchen[92] e lo stesso Shi Tianze era sposato con due donne Jurchen (Mo-nien e Na-ho), oltre a una Han (Shi) ed una coreana (Li), e suo figlio, Shi Gang, nato da una delle mogli Jurchen, distintosi servendo gli Yuan,[92][93] sposò una donna Kereiti.[93][94]

I primi eserciti Han nell'esercito mongolo furono quelli che gli ufficiali disertori portarono con sé. C'erano 1.000 truppe Han, ciascuna in 26 unità, ridistribuite in tre tumen da Ögödei Khan ed affidate ai disertori Shi Tianze e Liu Ni, di etnia Han, e al kitano Xiao Chala. Chang Jung, Yen Shi e Chung Jou guidarono invece i tre tumen Han creati poco prima del 1234. Quest'armata di disertori Han fu chiamata "Armata Nera" (Hei Jun) dai Mongoli prima del 1235. Mentre una "Nuova armata" (Xin Jun) di fanteria Han fu creata dai mongoli con i 95.000 coscritti cinesi reclutati a seguito dei censimenti del 1236 e del 1241, una volta schiacciati i Jīn. Le forze Han "cherik" furono usate per combattere la rivolta di Li Tan nel 1262. La Nuova Armata e l'Armata Nera erano gestite con un sistema di cariche ereditarie similarmente alle normali truppe mongole.[95] A Beshbalikh (nell'attuale contea di Jimsar), territorio già occupato dai Turchi-Uiguri, i mongoli stabilirono una colonia militare cinese (Han) guidata dal generale cinese Qi Kongzhi (Ch'i Kung-chih).[96] Al tempo della dinastia Yuan di Kublai Khan, gli Han erano divisi tra una "Armata Han" (漢軍) dei primi disertori (Campagna contro i Jīn) ed una "Armata appena sottomessa" (新附軍) di freschi disertori Song.[97] Questi ultimi ricevettero donne coreane come mogli dai mongoli, prese come bottino di guerra durante la loro invasione della Corea,[98] oltre a buoi, vestiti e terra.[99] Come premio per le vittorie sul campo di battaglia, le terre selezionate per gli appannaggi furono da Kublai consegnate agli ufficiali cinesi che disertarono ai mongoli, ricorrendo al sistema mongolo del juntun, un tipo di terreno agricolo militare.[100]

Lo stesso argomento in dettaglio: Armi d'assedio cinesi.
Balista cinese a triplo arco (San Gong Chuang Nu), presumibilmente l'artiglieria usata da Hulagu Khan contro gli Assassini - ill. in Wujing Zongyao (XI secolo).

Se le armate Han furono una caratteristica dal regno di Ögödei Khan in poi, suo padre Gengis fu invece il primo a reclutare ad hoc truppe specializzate cinesi per le sue campagne di conquista. Anzitutto, i cinesi avevano conoscenze di poliorcetica e genio militare che difettavano ai mongoli e della cui carenza proprio Gengis ebbe a risentire durante i primi scontri con i Tangut e gli Jurchen. Il dislivello tecnologico era poi marcatamente favorevole ai cinesi. La capacità di produrre ghisa abbastanza resistente per creare ordigni esplosivi a polvere nera è ben attestata durante la dinastia Song e fu adottata da tutte e tre le dinastie di etnia nomade che contesero ai Song la Cina: i Kitai-Liao, gli Jurchen-Jīn ed i Mongoli-Yuan.[101] Durante la sua invasione della Transoxiana (1219), Gengis Khan schierò pertanto un'unità specializzata di artiglieri Han addetti alle catapulte e lo stesso fece ivi l'anno successivo (1220). Queste catapulte utilizzavano forse già proiettili esplosivi a polvere da sparo, munizione allora già in uso in Cina[N 6] (sebbene ci fossero anche altri artiglieri e tecnologie d'assedio usati nelle campagne).[102] Durante le campagne di Gengis Khan in Asia centrale, è indubbio che cinesi con familiarità alla polvere da sparo prestarono servizio nel suo esercito.[N 7] Con il procedere delle operazioni militari mongole in Asia centrale, «interi reggimenti» di artiglieri Han furono impiegati dai gengiscanidi[N 8] e taluni storici suggeriscono che l'invasione mongola avesse portato armi cinesi a polvere da sparo in Asia centrale: es. il mortaio cinese chiamato huochong.[N 9] I libri scritti in seguito nell'area descrissero non a caso l'uso di armi a polvere da sparo similari a quelle cinesi.[N 10] Una chiliarchia d'ingegneri Han provenienti dalla Cina settentrionale accompagnò Hulagu Khan, nipote di Gengis, nel suo attacco al Medioriente[N 11] ed a loro si dovette il successo della Presa di Baghdad (1258).[103][N 12] Il generale cinese Guo Kan era uno dei comandanti durante l'assedio e fu nominato governatore della città alla sua conquista![N 13][N 14][N 15][104][N 16] Secondo lo storico persiano 'Ata Malik Juwayni (successore di Guo Kan quale governatore mongolo di Baghdad), durante l'assalto alla rocca dell'Ordine degli Assassini di Alamūt, furono usate armi d'assedio costruite dai "Khitayan" simili a balestre.[105][106][107] "Khitayan" significava cinese ed era un tipo di arcobalista, schierato nel 1256 sotto il comando di Hulagu.[108] Le pietre furono buttate giù dal castello e i bulloni "bruciarono" un gran numero di Assassini. Potrebbero sparare a una distanza di circa 2.500 passi.[109] Il dispositivo fu descritto come un arco di bue.[110] La pece che è stata accesa sul fuoco è stata applicata ai bulloni dell'arma prima di sparare.[111] Un altro storico pensa che invece la polvere da sparo potrebbe essere stata legata ai bulloni che hanno causato le ustioni durante la battaglia registrata da Juwayni.[101]

Diaspora cinese nel Sud-est asiatico

Ritratto del principe Trần Quốc Tuấn (1228–1300), noto ai mongoli come Hưng Đạo đại Vương, l'eroe Đại Việt nelle guerre mongolo-vietnamite.
Lo stesso argomento in dettaglio: Invasioni mongole del Vietnam.

Il professor Liam Kelley ha osservato che alcune personalità della corte Song come Zhao Zhong e Xu Zongdao fuggirono nel Đại Việt (attuale Vietnam del Nord) dopo l'invasione mongola ed aiutarono la dinastia Trần ivi regnante a combattere i mongoli-Yuan. Il religioso taoista Xu Zongdao fu cronista dell'invasione mongola (definì i mongoli «banditi del nord»). Nella cronaca nazionale vietnamita Đại Việt Sử Ký Toàn Thư è riportato che «Quando [l'impero] Song fu sconfitto, la sua gente venne da noi. Nhật Duật li accolse. C'era Zhao Zhong che serviva come sua guardia personale. Pertanto, tra i successi nello sconfiggere lo Yuan [i mongoli], Nhật Duật ottenne il massimo [risultato].»[112][113] Gli antenati del clan Trần provenivano dalla provincia cinese del Fujian: migrarono nel Đại Việt guidati da Trần Kinh (陳京 Chén Jīng), l'antenato del clan. I successori di Kinh, sovrani del Đại Việt dopo la sconfitta della precedente dinastia Lý, furono di sangue misto, in ragione dei molti matrimoni misti tra i Trần e diversi membri dei Lý stessi, oltre che di membri della loro corte, come nel caso di Trần Lý[114][115] e Trần Thừa.[116] Ciò nonostante, alcuni membri del clan Trần, a distanza di decadi, erano ancora in grado di parlare cinese com'ebbe ad apprendere un inviato Yuan quando incontrò il principe Trần Quốc Tuấn, eroe nazionale vietnamita delle guerre con i mongoli, ed ebbe con lui uno scambio in lingua cinese nel 1282.[117][118][119][120][121][122]

In generale, diversi ufficiali militari e funzionari civili dei Song meridionale fuggirono oltremare dai mongoli vittoriosi, finendo poi in Vietnam ove si sposarono con l'élite al potere. Oltre al Đại Việt, taluni raggiunsero il regno di Champa (attuale Vietnam del Sud) per servirvi il locale governo, come registrato da Zheng Sixiao. Soldati Song meridionali facevano parte dell'esercito vietnamita preparato dall'imperatore Trần Thánh Tông del Đại Việt contro la seconda invasione mongola nel 1285.[113] Sia i Trần sia i sovrani di Champa seppero frenare l'aggressione mongola alle loro terre, riconoscendosi tributari di Kublai Khan ma con reciproco vantaggio.[123]

Note

Esplicative

  • ^ (EN) Diana Lary, Chinese Migrations: The Movement of People, Goods, and Ideas over Four Millennia, Rowman & Littlefield, 2012, pp. 53-55, ISBN 9780742567658.
    «In Cina poco dopo ci furono massicci movimenti di profughi verso sud, poiché i mongoli entrarono in Cina dal nord. I movimenti di fuga dei mongoli furono infruttuosi nella fuga dai mongoli, che presto portarono tutta la Cina sotto il loro controllo, ma i movimenti dei rifugiati accelerarono il processo delle popolazioni del nord che riempivano le terre a sud dello Yangzi. La conquista mongola ebbe l'inaspettata conseguenza di consolidare l'insediamento settentrionale a sud.»
  • ^ (EN) Kenneth Warren Chase, Firearms: a global history to 1700, ill., Cambridge University Press, 2003, p. 58, ISBN 0-521-82274-2.
    «Gengis Khan organizzò un'unità di specialisti cinesi in catapulte nel 1214, e questi uomini formarono parte del primo esercito mongolo a invadere la Transoania nel 1219. Non era troppo presto per le vere armi da fuoco, e passarono quasi due secoli dopo che le bombe a polvere da sparo lanciate dalle catapulte avevano avuto luogo. stato aggiunto all'arsenale cinese. L'attrezzatura d'assedio cinese vide l'azione in Transoxania nel 1220 e nel Caucaso settentrionale nel 1239–40.»
  • ^ Nicolle 1998, p. 86.
    «Sebbene fosse lui stesso cinese, imparò il mestiere da suo padre, che aveva accompagnato Gengis Khan nella sua invasione della Transoxania musulmana e dell'Iran. Forse l’uso della polvere da sparo come propellente, in altre parole l’invenzione delle vere armi da fuoco, è apparso per la prima volta nel Medio Oriente musulmano, mentre l’invenzione della polvere da sparo stessa è stata una conquista cinese.»
  • ^ (EN) Arnold Pacey, Technology in world civilization: a thousand-year history, rist. ill., MIT Press, 1991, p. 46, ISBN 0-262-66072-5.
    «Durante il 1250, i Mongoli invasero l'Iran con "interi reggimenti" di ingegneri cinesi che azionavano trabucchi (catapulte) lanciando bombe a base di polvere da sparo. Il loro progresso fu rapido e devastante finché, dopo il sacco di Baghdad nel 1258, entrarono in Siria. Lì incontrarono un esercito islamico equipaggiato in modo simile e subirono la prima sconfitta. Nel 1291, lo stesso tipo di arma fu usata durante l'assedio di Acri, quando i crociati europei furono espulsi dalla Palestina.»
  • ^ (EN) Chahryar Adle e Irfan Habib, History of Civilizations of Central Asia: Development in contrast : from the sixteenth to the mid-nineteenth century., a cura di Ahmad Hasan Dani, Chahryar Adle e Irfan Habib, vol. 5, ill., UNESCO, 2003, p. 474, ISBN 92-3-103876-1.
    «In effetti, è possibile che i dispositivi per la polvere da sparo, compreso il mortaio cinese (huochong), avessero raggiunto l'Asia centrale attraverso i Mongoli già nel XIII secolo. Tuttavia il potenziale ne rimase inesplorato; anche l'uso dei cannoni da parte del sultano Husayn potrebbe aver avuto ispirazione ottomana.»
  • ^ (EN) Arnold Pacey, Technology in world civilization: a thousand-year history, rist. ill., MIT Press, 1991, p. 46, ISBN 0-262-66072-5.
    «La presenza di questi individui in Cina nel 1270 e il dispiegamento di ingegneri cinesi in Iran indicano che esistevano diversi percorsi attraverso i quali le informazioni sulle armi a polvere da sparo potevano passare dal mondo islamico alla Cina, o viceversa. Così, quando intorno al 1280 due autori della regione del Mediterraneo orientale scrissero libri sulle armi a polvere da sparo, non sorprende che descrissero bombe, razzi e lance da fuoco molto simili ad alcuni tipi di armi cinesi.»
  • ^ (EN) Josef W. Meri, Medieval Islamic Civilization: An Encyclopedia, vol. 2, Psychology Press, 2011, p. 510, ISBN 0-415-96690-6.
    «Ciò richiedeva l'impiego di ingegneri impegnati in operazioni minerarie, per costruire macchine d'assedio e artiglieria e per inventare e utilizzare ordigni incendiari ed esplosivi. Ad esempio, Hulagu, che guidò le forze mongole in Medioriente durante la seconda ondata di invasioni nel 1250, aveva con sé un migliaio di squadre di ingegneri, evidentemente di provenienza cinese (Han settentrionale o forse Kitana).»
  • ^ (EN) Gloria Skurzynski, This Is Rocket Science: True Stories of the Risk-Taking Scientists Who Figure Out Ways to Explore Beyond Earth, ill., National Geographic Books, 2010, p. 1958, ISBN 978-1-4263-0597-9.
    «Nel 1232 d.C. un esercito di 30.000 guerrieri mongoli invase la città cinese di Kai-fung-fu, dove i cinesi reagirono con frecce di fuoco [...] I leader mongoli impararono dai loro nemici e trovarono modi per rendere le frecce di fuoco ancora più letali durante la loro invasione diffuso verso l'Europa. Il giorno di Natale del 1241 le truppe mongole usarono frecce infuocate per catturare la città di Budapest in Ungheria e nel 1258 per catturare la città di Baghdad nell'attuale Iraq.»
  • ^ (EN) Colin A. Ronan, The Shorter Science and Civilisation in China, vol. 5, ill., Cambridge University Press, p. 250, ISBN 0-521-46773-X.
    «Inoltre, molti cinesi parteciparono alla prima ondata della conquista mongola dell’Iran e dell’Iraq: un generale Han, Guo Kan, fu il primo governatore di Baghdad dopo la sua cattura nel 1258. Poiché i mongoli avevano l’abitudine di distruggere l’irrigazione e»
  • ^ (EN) Thomas Francis Carter, The invention of printing in China and its spread westward, 2. ed., Ronald Press Co., 1955, p. 174, ISBN 9780608113135.
    «Il nome di questo generale cinese era Kuo K'an (mongolo, Kuka Ilka). Comandò il fianco destro dell'esercito mongolo nella sua avanzata su Baghdad e rimase al comando della città dopo la sua resa. La sua vita in cinese è stata preservata.»
  • ^ (EN) Thomas Francis Carter, The invention of printing in China and its spread westward, 2. ed., Ronald Press Co., 1955, p. 171, ISBN 9780608113135.
    «Le influenze cinesi si fecero presto sentire fortemente nei domini di Hulagu. Un generale Han fu nominato primo governatore di Baghdad e ingegneri cinesi furono impiegati per migliorare l’irrigazione del bacino del Tigri-Eufrate.»
  • ^ (EN) Lillian Craig Harris, China considers the Middle East, ill., Tauris, 1993, p. 26, ISBN 1-85043-598-7.
    «Il primo governatore di Baghdad sotto il nuovo regime fu Guo Kan, un generale Han che aveva comandato il fianco destro dei mongoli durante l'assedio di Baghdad. I lavori di irrigazione nel bacino del Tigri-Eufrate furono migliorati da ingegneri cinesi.»
  • Bibliografiche

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