Anafilassi
L'anafilassi è definita come «una grave reazione allergica a rapida comparsa e che può causare la morte».[1] Nelle forme più gravi si parla di «shock anafilattico».
Anafilassi | |
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Angioedema del viso del bambino che non gli permette di aprire gli occhi. Questa reazione è dovuta all'esposizione a un allergene. | |
Specialità | medicina d'emergenza-urgenza e immunologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 995.0 |
ICD-10 | T78.2 |
MeSH | D000707 |
MedlinePlus | 000844 |
eMedicine | 135065 |
È causata da una particolare forma di ipersensibilità, comunemente detta "allergia", verso una sostanza antigenica (detta allergene). Le cause più comuni di reazioni allergiche comprendono punture di insetti, alimenti e farmaci.In genere si presenta con una serie di manifestazioni cliniche tra cui prurito, arrossamento, gonfiore fino all' angioedema della faccia e della gola, rapido calo della pressione arteriosa sistemica.
A livello fisiopatologico, l'anafilassi è una reazione di ipersensibilità del I tipo, dovuta al rilascio di mediatori da parte di alcuni tipi di globuli bianchi attivati da meccanismi immunitari e non. Viene diagnosticata sulla base dei sintomi e dei segni che si presentano.
L'esposizione alla sostanza può avvenire per inalazione, ingestione, contatto cutaneo o inoculazione dell'allergene. La reazione di anafilassi propriamente detta avviene nei confronti di un antigene con cui il soggetto è già entrato in contatto precedentemente.
Storia ed epidemiologia
Il termine inglese aphylaxis fu coniato nel 1902 da Charles Richet e successivamente modificato in anaphylaxis[2], che deriva dalle parole greche ἀνά ("contro"), e φύλαξις ("protezione").[3] Richet fu insignito nel 1913 del premio Nobel per la medicina per i suoi studi al riguardo.[4] La stessa condizione era però già stata descritta fin dai tempi antichi.[5]
L'incidenza dei casi di anafilassi è di 4-5 casi su 100 000 persone per anno[6], con un rischio cumulativo nella vita del 0,5-2%[7] I valori risultano però essere in aumento: nel 1980 l'incidenza era di circa 20 per 100 000 per anno, mentre nel 1990 era il 50 per 100 000 per anno.[8] L'incremento sembra essere causato soprattutto dai casi indotti dall'alimentazione.[9] Il rischio è maggiore nei giovani e nel sesso femminile.[6][8]
Attualmente, l'anafilassi provoca ogni anno 500-1 000 decessi (2,4 casi per milione di persone) negli Stati Uniti, 20 nel Regno Unito (0,33 per milione) e 15 in Australia (0,64 per milione).[6] I tassi di mortalità sono diminuiti tra il 1970 e il 2000.[10] In Australia la morte indotta dall'anafilassi dovuta a sostanze alimentari si verifica soprattutto nelle donne, mentre i decessi causati da punture di insetti si verificano soprattutto nei maschi.[6] Comunemente i casi a prognosi infausta sono però provocati da assunzione di farmaci.[6] Aneddoticamente è anche un metodo di suicidio, per esempio con penicillina o pesce.[11][12]
Sintomatologia
Il meccanismo e la sintomatologia dello shock anafilattico sono causati dalle immunoglobuline E (IgE) e da altre anafilatossine che inducono la liberazione di grandi quantità di istamina e di altre sostanze.
L'anafilassi si presenta tipicamente con molti sintomi diversi che emergono in pochi minuti o nelle ore successive al contatto,[8][13] con un esordio medio da 5 a 30 minuti se l'esposizione è per via endovenosa e 2 ore per i prodotti alimentari.[4] Le aree più comunemente colpite sono: pelle (80-90%), vie respiratorie (70%), apparato gastrointestinale (30-45%), cuore e vasi (10-45%), sistema nervoso centrale (10-15%).[8] Possono essere coinvolti anche più apparati contemporaneamente.[7]
Pelle
Tra i segni e i sintomi tipici si annoverano: orticaria generalizzata, prurito, rossore o gonfiore delle labbra.[14] I pazienti che sperimentano gonfiore o angioedema descrivono una sensazione di bruciore della pelle, o di prurito.[4] Il gonfiore della lingua o della gola si verifica in un massimo di circa il 20% dei casi.[15] Altre possibili manifestazioni sono la rinorrea e il gonfiore della congiuntiva.[6] Se l'edema coinvolge le alte o basse vie respiratorie, la pelle può anche assumere colore bluastro (cianosi) a causa della mancanza di ossigeno (ipossiemia).[6]
Apparato respiratorio
Nell'anafilassi possono presentarsi alcuni segni e sintomi respiratori, tra cui la mancanza di fiato, attacchi d'asma, la presenza all'auscultazione di sibili o stridore.[14] I sibili sono di solito dovuti a spasmi della muscolatura bronchiale[16] mentre lo stridore è legato a ostruzione delle vie aeree superiori dovuto a un importante stato infiammatorio o, nei casi più gravi, ad angioedema.[6] Possono inoltre verificarsi raucedine e dolore in seguito a deglutizione o a colpi di tosse.[4]
Cuore e apparato circolatorio
Nei pazienti colpiti può verificarsi uno spasmo coronarico con conseguenti possibili infarto del miocardio, aritmie o arresto cardiaco.[7][8] I pazienti che hanno precedenti di malattia coronarica hanno un maggior rischio che l'episodio anafilattico possa colpire il cuore.[16] Lo spasmo coronarico è legato alla presenza di istamina rilasciata dalle cellule nel cuore.[16] L'instaurarsi di una tachicardia è frequente per via dell'abbassamento della pressione del sangue (ipotensione)[6]; un riflesso di Bezold-Jarisch è stato descritto nel 10% dei casi: questo comporta un rallentamento del battito cardiaco (bradicardia) con bassa pressione sanguigna.[6] Il calo della pressione arteriosa o shock (sia distributivo sia cardiogeno) può provocare la sensazione di stordimento o portare alla perdita di coscienza.[16] Raramente l'abbassamento della pressione arteriosa può essere l'unico segno di anafilassi.[15]
Altri effetti
Le manifestazioni gastrointestinali possono includere crampi addominali, diarrea e vomito.[14] Sono inoltre possibili confusione, perdita di controllo della vescica o dolore pelvico simile a crampi.[6][14] La dilatazione dei vasi sanguigni del cervello può provocare mal di testa.[4] Alcuni soggetti colpiti da anafilassi hanno inoltre descritto una sensazione di ansia variabile fino al senso di "morte imminente"[7] probabilmente dovuti alle difficoltà respiratorie.
Eziologia
L'anafilassi può verificarsi come risposta a quasi tutte le sostanze estranee che entrano in contatto con l'organismo.[2] Tra le cause più comuni vi sono le punture di insetti, l'assunzione di alcuni alimenti o di farmaci.[6][18] Gli alimenti sono la causa di anafilassi più comune per bambini e adulti, mentre le punture di insetti e i farmaci risultano esserlo per la popolazione anziana.[7] Cause meno frequenti includono anche fattori fisici, agenti biologici come sperma, lattice, variazioni ormonali, additivi alimentari come il glutammato monosodico, coloranti alimentari e farmaci topici.[19]
Fattori fisici, come l'attività fisica (nella cosiddetta "anafilassi indotta dall'esercizio") o variazioni di temperatura (sia verso il caldo sia verso il freddo) possono inoltre agire come innesco attraverso i loro effetti diretti sui mastociti.[7][20] Gli eventi scatenati dall'attività fisica sono però frequentemente associati all'ingestione di alcuni alimenti.[4] Anestesia, somministrazione di farmaci miorilassanti o antibiotici e utilizzo di presidi in lattice sembrano essere le cause più comuni di reazione anafilattica.[21] Nel 32%-50% dei casi, la causa scatenante rimane sconosciuta e la condizione viene denominata «anafilassi idiopatica».[22]
Alimenti
Molti alimenti possono portare a una reazione anafilattica; questa si verifica generalmente alla prima assunzione.[6] Gli alimenti responsabili variano in tutto il mondo. Nelle popolazioni occidentali, l'ingestione o l'esposizione alle arachidi, al grano, alle noci, ai crostacei, al pesce, al latte e alle uova sono le cause più frequenti.[7][8] Il sesamo è invece causa comune in Medio Oriente, mentre il riso e i ceci sono spesso riscontrati come fonti di reazione anafilattica in Asia.[7] I casi più gravi sono di solito il risultato dell'ingestione dell'allergene,[6] ma alcune persone sperimentano una grave reazione anche al solo contatto. I bambini, crescendo, possono diventare più tolleranti verso l'allergene. Dopo i 16 anni di età, l'80% dei bambini che presentavano reazioni anafilattiche dal latte o dalle uova, diventa in grado di assumere normalmente questi alimenti.[2]
Farmaci
Qualsiasi farmaco può essere causa di anafilassi. I più comuni sono gli antibiotici β-lattamici (come la penicillina), seguiti da aspirina e altri FANS.[8][23] Altri antibiotici sono coinvolti meno frequentemente e le reazioni ai FANS sono solitamente specifiche per un singolo principio attivo, ragion per cui un soggetto allergico a un particolare FANS può generalmente tollerarne un altro.[23] Altre cause relativamente comuni includono i chemioterapici, i vaccini, i sali cloridrato e solfato di protammina utilizzati come antiemorragici e alcuni preparati a base di erbe.[7][23] Alcuni farmaci (ad esempio vancomicina, morfina, mezzi di contrasto radiologici) possono causare anafilassi attivando direttamente la degranulazione dei mastociti.[6]
La frequenza di una reazione a un agente dipende in parte dalla frequenza del suo uso e in parte dalle sue proprietà intrinseche.[24] L'anafilassi alle penicilline o cefalosporine si verifica solo dopo che si legano alle proteine all'interno del corpo; alcuni tipi di legame sono più pericolosi di altri.[4] L'anafilassi alla penicillina si verifica in un caso su 2 000 o 10 000 cicli di trattamento, mentre il decesso si osserva in meno di un caso ogni 50 000 cicli di trattamento.[4] L'anafilassi da aspirina o FANS si verifica all'incirca in un caso ogni 50 000 persone.[4] Un soggetto che ha già sperimentato una reazione alla penicillina ha un maggiore rischio di una reazione alle cefalosporine, ma comunque inferiore a uno su 1 000.[4] I mezzi di contrasto radiologici di vecchio tipo provocavano reazioni nell'1% dei casi, mentre gli agenti più recenti, a bassa osmolarità, causano reazioni nello 0,04% dei casi.[24]
Veleni
I veleni assunti tramite punture di insetti, come imenotteri (api e vespe) o triatominae[25] possono indurre anafilassi in soggetti predisposti.[8][26] Precedenti reazioni sistemiche, ovvero reazioni patologiche alla sostanza che coinvolgono tutto l'organismo (come ad esempio malessere generalizzato, senso di calore, edema dei tessuti molli o della glottide, shock), sono un fattore di rischio per sviluppare anafilassi in futuro;[27][28] tuttavia la metà delle persone decedute per anafilassi non aveva mai avuto precedenti reazioni sistemiche.[29]
Fattori di rischio
Persone affette da malattie atopiche come l'asma, l'eczema o la rinite allergica sono ad alto rischio di reazioni anafilattiche da alimenti, dal lattice, dai farmaci e dalle punture d'insetto.[6][7] In uno studio svolto su un campione di bambini, il 60% aveva una storia di precedenti malattie atopiche e tra i decessi di ogni età, oltre il 90% presentava una storia di asma.[6] Pazienti con mastocitosi o con uno status socioeconomico più elevato sono maggiormente a rischio.[6][7] Maggiore è il tempo trascorso dall'ultima esposizione all'allergene, minore è il rischio.[4]
Fisiopatologia
L'anafilassi è una reazione allergica grave, di rapida insorgenza, che interessa molti distretti corporei.[1][30] La causa è il rilascio di mediatori infiammatori e di citochine dai mastociti e dai granulociti basofili. Solitamente ciò avviene a causa di una reazione immunologica, ma a volte il meccanismo è di tipo non immunologico.[30]
Meccanismi immunologici
Nel meccanismo immunologico più frequente, le immunoglobuline E (IgE) si legano all'antigene responsabile dell'inizio della reazione allergica. Questo attiva i recettori FcεRI nei mastociti e basofili portandoli a rilasciare mediatori infiammatori, come l'istamina. Questi mediatori successivamente aumentano la contrazione della muscolatura liscia bronchiale, provocano vasodilatazione, aumentano le perdite di liquidi dai vasi sanguigni e riducono la forza di contrazione del muscolo cardiaco.[4][30]
Esistono poi reazioni anafilattiche di tipo immunologico non IgE-mediate, come quelle causate da infliximab[31], da destrani[32] o che si osservano in occasione di esami radiologici con mezzi di contrasto. Si ritiene che in questi casi la reazione anafilattica sia a partire dalla formazione di complessi immuni.[33]
Meccanismi non-immunologici
Meccanismi non immunologici coinvolgono sostanze o fattori che in casi rari causano direttamente la degranulazione dei mastociti e dei basofili. Tra questi agenti si trovano i mezzi di contrasto utilizzati in radiologia, gli oppioidi, la vancomicina, la temperatura e le vibrazioni.[20][30]
Diagnosi
L'anafilassi viene diagnosticata sulla base di criteri clinici.[7] Quando uno dei tre seguenti segni si verifica a pochi minuti o ore dall'esposizione a un allergene, vi è un'alta probabilità che si tratti di una reazione anafilattica:[7]
- Coinvolgimento della pelle o del tessuto della mucosa con difficoltà respiratorie o ipotensione
- Due o più dei seguenti sintomi:
- a. Coinvolgimento della cute o della mucosa
- b. Difficoltà respiratorie
- c. Ipotensione (riduzione della pressione arteriosa sistemica del 30% rispetto a quella basale del paziente o al di sotto dei valori standard.[15])
- d. Sintomi gastrointestinali
- Bassa pressione sanguigna dopo l'esposizione a un allergene noto
Durante un attacco, gli esami del sangue per la triptasi o l'istamina rilasciate dai mastociti possono essere utili nella diagnosi di anafilassi per le punture di insetti o farmaci. Tuttavia questi test sono di utilità limitata se la causa scatenante è dovuta all'assunzione di cibo o se la persona ha una pressione sanguigna normale,[7] e inoltre non sono specifici per la diagnosi.[2]
Classificazione per gravità
Di seguito sono riportate le classificazioni delle reazioni anafilattiche per gravità nei pazienti sia adulti sia pediatrici:
Grado | Sintomi cutanei | Sintomi gastrointestinali | Sintomi respiratori | Sintomi cardiovascolari |
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1 |
| - | - | - |
2 |
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3 |
| |||
4 |
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Grado | Sintomi cutanei | Sintomi gastrointestinali | Sintomi respiratori | Sintomi cardiovascolari | Sintomi neurologici |
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1 (lieve) |
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| - | - | - |
2 (lieve) |
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| - |
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3 (moderata) |
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4 (grave) |
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5 (grave) |
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Test allergologici
I test allergologici possono aiutare a determinare il fattore scatenante. Le prove cutanee sono disponibili per alcuni alimenti e veleni.[2] Gli esami sierologici per la ricerca di immunoglobuline specifiche possono essere utili per confermare l'allergia al latte, alle uova, agli arachidi, alle noci e al pesce.[2] Test cutanei sono, inoltre, disponibili per confermare l'allergia alla penicillina, ma non ne esistono per altri farmaci.[2] Le forme di anafilassi di origine non immunitaria possono essere determinate soltanto conoscendo la storia del paziente o mediante l'esposizione all'allergene in esame, e non da esami cutanei o sierologici.[5]
Diagnosi differenziale
A volte può essere difficile distinguere l'anafilassi da asma, sincope o attacchi di panico.[7] L'asma, tuttavia, non si presenta solitamente con prurito o sintomi gastrointestinali; la sincope invece si manifesta con pallore, o con un'eruzione cutanea. Infine, l'attacco di panico può provocare vampate di calore ma non l'orticaria.[7] Altre condizioni mediche che si manifestano in modo simile all'anafilassi sono la sindrome sgombroide e l'anisakiasi.[6]
Prevenzione
Evitare che si inneschi il meccanismo di anafilassi è la strategia di prevenzione maggiormente raccomandata. Nei casi in cui ciò non sia possibile, si può procedere con tecniche di desensibilizzazione. L'immunoterapia con veleni di imenotteri risulta efficace nella desensibilizzazione dell'80-90% degli adulti, arrivando al 98% nei bambini, contro le allergie alle punture di api, vespe, calabroni e formiche rosse. L'immunoterapia orale può essere efficace nella desensibilizzazione in alcuni soggetti e per alcuni tipi di alimenti (tra cui il latte, le uova, le noci e le arachidi), ma gli effetti collaterali di questo trattamento sono frequenti. La desensibilizzazione è possibile anche per molti farmaci, tuttavia è consigliabile per la maggioranza delle persone evitare semplicemente l'agente in questione. In coloro che reagiscono al lattice può essere d'aiuto evitare alimenti cross-reattivi (alimenti che contengono allergeni simili e quindi in grado di portare alla stessa reazione allergica) come, ad esempio, avocado, banane e patate.[7]
Trattamento
L'anafilassi è un'emergenza medica che può richiedere misure rianimatorie, quali la gestione delle vie aeree, la somministrazione di ossigeno e di grandi volumi di fluidi per via endovenosa e uno stretto monitoraggio delle condizioni del paziente.[8] La somministrazione di adrenalina, con l'aggiunta di antistaminici e steroidi come adiuvanti, è il trattamento di scelta in caso di condizioni critiche.[7] Un periodo di osservazione in ospedale, che può variare dalle 2 alle 24 ore, è raccomandato per le persone che hanno superato la crisi, per la possibilità che i sintomi si ripresentino anche senza esposizione all'allergene (anafilassi bifasica).[4][6][35][36]
Adrenalina
La somministrazione di adrenalina è il trattamento primario per l'anafilassi. Il suo utilizzo ha anche il vantaggio di essere privo di controindicazioni assolute.[8] Le linee guida consigliano di somministrare una soluzione di adrenalina per via intramuscolare, nella metà anterolaterale della coscia, non appena si sospetti il verificarsi di una reazione anafilattica.[7] L'iniezione può essere ripetuta ogni 5 - 15 minuti, in caso di risposta insufficiente.[7] Una seconda dose diviene necessaria nel 16-35% degli eventi, ma la somministrazione di più di due dosi è raramente necessaria.[7] La via intramuscolare viene preferita rispetto alla somministrazione sottocutanea, poiché quest'ultima può ritardare l'assorbimento.[37] Effetti minori indesiderati dalla somministrazione di adrenalina includono: tremori, stato ansioso, mal di testa e palpitazioni.[7]
Persone in cura con betabloccanti possono risultare resistenti agli effetti dell'adrenalina.[6] In questa situazione, qualora l'adrenalina non sia efficace, può essere somministrato per via endovenosa glucagone, il quale presenta un meccanismo d'azione indipendente dai β-recettori.[6]
Se necessario, può anche essere somministrata per via endovenosa una soluzione diluita di adrenalina. L'adrenalina per via endovenosa, tuttavia, è stata correlata a episodi di aritmia e di infarto del miocardio.[38] Gli autoiniettori di adrenalina possono essere utilizzati per l'auto-somministrazione. Generalmente esistono due autoiniettori: uno per adulti e bambini con un peso di almeno 25 kg e uno per i bambini di peso compreso tra i 10 e i 25 kg.[39]
Altri farmaci
Nonostante siano comunemente utilizzati, l'efficacia degli antistaminici, sia H1 sia H2, è scarsamente supportata da evidenze cliniche. Nel 2007 una revisione dei dati raccolti non ha evidenziato alcuno studio di buona qualità che potesse suggerirne l'uso[40] e si ritiene che essi non abbiano effetto sull'edema o sullo spasmo delle vie aeree.[6] I corticosteroidi non riescono a fare la differenza durante l'episodio acuto di anafilassi, ma possono essere utilizzati con l'obiettivo di diminuire il rischio di anafilassi bifasica. La loro efficacia profilattica in queste situazioni è però incerta.[35] Il salbutamolo nebulizzato può essere efficace per fronteggiare il broncospasmo che non si risolva con l'adrenalina.[6]
Prognosi
Per i pazienti in cui la causa è nota e il trattamento è disponibile rapidamente, la prognosi è buona.[41] Anche nel caso in cui la causa rimanga sconosciuta, se si ha a disposizione velocemente un farmaco preventivo, le probabilità di sopravvivenza rimangono generalmente alte.[4] La morte si verifica, solitamente, per un arresto respiratorio (tipicamente asfissia) dovuto a cause cardiovascolari (shock).[6][30] Ciò si verifica dallo 0,7% al 20% dei casi risultanti mortali.[4][16] Sono stati riportati in letteratura dei casi in cui la morte è avvenuta in pochi minuti dall'evento scatenante la reazione anafilattica.[7] Nei soggetti che sperimentano un episodio di anafilassi sopravvenuto durante l'esercizio fisico, la situazione si evolve generalmente con esito positivo, con un attacco di breve durata e meno grave.[22]
L'anafilassi bifasica è la ricorrenza dei sintomi tra 1 e 72 ore senza una successiva esposizione all'allergene.[7] Gli studi sostengono che ciò avvenga nel 20% dei casi.[35] La recidiva si verifica in genere entro 8 ore[6] e viene gestita nello stesso modo dell'anafilassi.[8]
Note
Bibliografia
- (EN) Tintinalli, Judith E., Emergency Medicine: A Comprehensive Study Guide (Emergency Medicine (Tintinalli)), New York, McGraw-Hill Companies, 2010, ISBN 0-07-148480-9.
- (EN) John Marx, Rosen's emergency medicine: concepts and clinical practice 7th edition, Philadelphia, PA, Mosby/Elsevier, 2010, ISBN 978-0-323-05472-0.
- (EN) Marianne Gausche-Hill, Susan Fuchs, Loren Yamamoto, editors, The pediatric emergency medicine resource, Rev. 4. ed., Sudbury, Mass., Jones & Bartlett, 2007, pp. p. 69, ISBN 978-0-7637-4414-4.
- (EN) Mariana C. Castells, editor, Anaphylaxis and hypersensitivity reactions, New York, Humana Press, 2010, pp. p. 223, ISBN 978-1-60327-950-5.
- (EN) Gerald W. Volcheck, Clinical allergy: diagnosis and management, Totowa, N.J., Humana Press, 2009, pp. p. 442, ISBN 978-1-58829-616-0.
- Harrison, Principi di medicina interna, 16ª ed., Milano, McGraw-Hill, 2005, ISBN 88-386-2999-4.
- Robbins & Cotran, La basi patologiche delle malattie, Milano, Elsevier Italia, 2006, ISBN 88-85675-53-0.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «anafilassi»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su anafilassi
Collegamenti esterni
- (EN) anaphylaxis, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 21718 · LCCN (EN) sh85004806 · J9U (EN, HE) 987007294863705171 · NDL (EN, JA) 01163594 |
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