Galeazzo Bignami

politico e avvocato italiano (1975-)

Galeazzo Bignami (Bologna, 25 ottobre 1975) è un politico italiano.

Galeazzo Bignami

Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti
In carica
Inizio mandato2 novembre 2022
Vice diMatteo Salvini
ContitolareEdoardo Rixi
Capo del governoGiorgia Meloni
PredecessoreTeresa Bellanova
Alessandro Morelli

Deputato della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato23 marzo 2018
LegislaturaXVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
XVIII:
- Forza Italia-Berlusconi Presidente (fino al 28/08/2019)
- Fratelli d'Italia (dal 29/08/2019)
XIX: Fratelli d'Italia
CoalizioneXVIII: Centro-destra 2018
XIX: Centro-destra 2022
CircoscrizioneEmilia-Romagna
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoFratelli d'Italia (dal 2019)
In precedenza:
MSI-DN (1989-1995)
AN (1995-2009)
PdL (2009-2013)
FI (2013-2019)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Bologna
ProfessioneAvvocato

Biografia

Nato e cresciuto a Bologna, dove si è laureato alla facoltà di giurisprudenza. Ha una sorella, Maria Runa, mentre il fratello Alessio è deceduto prematuramente nel 2022. Coniugato dal 2005.[senza fonte]

Il padre era Marcello Bignami, esponente storico della destra bolognese, componente della direzione nazionale del Movimento Sociale Italiano (MSI) e successivamente di AN, eletto consigliere comunale di Bologna nelle elezioni comunali del 1985 e del 1990, nonché consigliere regionale dell'Emilia-Romagna nelle elezioni regionali del 1995, del 2000 e del 2005, carica ricoperta fino alla scomparsa, avvenuta a luglio del 2006 a soli 63 anni.[1]

Attività politica

Militante nelle file della destra bolognese fin dalla giovanissima età, entrò a far parte del Fronte della Gioventù (FdG) a quattordici anni, divenendo successivamente, a diciassette anni, segretario regionale del Fronte Universitario di Azione Nazionale (FUAN). Nel 1996 assunse il ruolo di dirigente nazionale di Azione Universitaria (AU), per poi svolgere, dal 2001, quello di segretario regionale di Azione Giovani (AG) dell'Emilia-Romagna, divenendone inoltre, dal 2005, membro dell’esecutivo nazionale.[2]

Eletto consigliere del quartiere Saragozza a 18 anni, è divenuto consigliere comunale per Alleanza Nazionale nel 1999 a seguito della elezione a sindaco di Bologna di Giorgio Guazzaloca. Nel 2001 è chiamato a guidare il gruppo di AN al comune di Bologna, incarico che ha ricoperto sino al termine del mandato nel 2004. Nel 2004 Bignami viene riconfermato consigliere comunale e viene eletto presidente della Commissione Bilancio, organo di garanzia delle minoranze consiliari[3]. Nel 2005 si occupa della campagna elettorale del padre, Marcello, riconfermato consigliere regionale con 8.000 preferenze. Nello stesso anno diventa noto alle cronache per una sua foto in camicia nera e fascia con svastica al braccio, scattata durante un addio al nubilato.[4][5][6][7]

Alle elezioni politiche del 2006 è candidato alla Camera dei Deputati nelle liste di AN nella circoscrizione Emilia-Romagna, ma non ottiene il seggio[8]; anche nella tornata del 2008 non è eletto[9].

Consigliere regionale in Emilia-Romagna

Nel 2009 aderisce al Popolo della Libertà, venendo rieletto per la terza volta nel Consiglio comunale di Bologna, che l'anno successivo è sciolto a causa delle dimissioni del sindaco Flavio Del Bono; Bignami si candida quindi alle elezioni regionali alla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna per la provincia di Bologna. Viene eletto con 13.333 preferenze personali su un totale di 113.000 voti di lista[10].

Dopo lo scioglimento del PdL nel 2013 aderisce a Forza Italia.

A giugno 2014 promuove a Bologna il convegno dei "ricostruttori" chiamando a raccolta tutte le anime del centro-destra nel nome dell'autocritica e del rinnovamento.[non chiaro]

In quello stesso anno viene rieletto consigliere regionale con 9.956 preferenze su 22.000 voti di lista e superando nei quartieri più "rossi" di Bologna come la Bolognina, storico luogo della svolta dal PCI al PDS, anche i candidati del Partito Democratico.

Elezione a deputato

Alle elezioni politiche del 2018 viene eletto alla Camera dei deputati nella lista di Forza Italia nel collegio plurinominale Emilia-Romagna - 01[11][12]. Per tale motivo, il 27 aprile si dimette dalla carica di consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, poiché incompatibile con la carica di parlamentare.

Alla Camera diventa componente della Commissione speciale per l'esame degli atti urgenti presentati dal Governo e a giugno passa alla 6ª Commissione Finanze.

Vicino alla senatrice Anna Maria Bernini, aderisce al gruppo di Forza Italia. Il 27 settembre dello stesso anno diviene coordinatore regionale di Forza Italia in Emilia-Romagna e da novembre è componente della Commissione permanente per la semplificazione.

Il 28 agosto 2019 si dimette da coordinatore regionale di Forza Italia in Emilia-Romagna, affermando di non riconoscersi più nel partito[13], e il giorno seguente aderisce a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni.[14]

Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti

Alle elezioni politiche del 2022 viene ricandidato alla Camera come capolista di Fratelli d'Italia nel collegio plurinominale Emilia-Romagna - 02, risultando rieletto deputato[15].

A fine ottobre 2022 presenta una proposta di legge per l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul COVID-19.[16][17]

Con la vittoria del centro-destra alle politiche del 2022 e la seguente nascita del governo presieduto da Meloni, il 31 ottobre 2022 viene indicato dal Consiglio dei ministri come viceministro delle infrastrutture e dei trasporti nel governo Meloni, entrando in carica dal 2 novembre e affiancando il ministro e vicepremier Matteo Salvini.[7]

Procedimenti giudiziari

Nel 2014 riceve, assieme ad altre 41 persone, un avviso di garanzia nel quadro della maxi inchiesta sulle spese pazze nella regione Emilia-Romagna[18]. Il 10 dicembre 2019 viene assolto in primo grado dall'accusa di peculato.[19]

A novembre 2019 Bignami, assieme al consigliere comunale di Fratelli d'Italia Marco Lisei, pubblicò su Facebook un filmato in cui comparivano i nomi di stranieri residenti in alcune case popolari nel rione Bolognina. Il video è stato poi rimosso, anche se le immagini hanno continuato a circolare,[senza fonte] ed è stato oggetto di un'indagine parlamentare[senza fonte] e di un esposto al Garante della privacy.[20]

Note

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