Giovanni Goria

politico italiano (1943-1994)

Giovanni Giuseppe Goria (Asti, 30 luglio 1943Asti, 21 maggio 1994) è stato un politico italiano, più volte ministro della Repubblica e presidente del Consiglio dei ministri dal 1987 al 1988.

Giovanni Goria

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato29 luglio 1987 –
13 aprile 1988
Capo di StatoFrancesco Cossiga
Vice presidenteGiuliano Amato
PredecessoreAmintore Fanfani
SuccessoreCiriaco De Mita

Ministro delle finanze
Durata mandato28 giugno 1992 –
21 febbraio 1993
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreRino Formica
SuccessoreVincenzo Visco

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato13 aprile 1991 –
28 giugno 1992
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreVito Saccomandi
SuccessoreGiovanni Fontana

Ministro del bilancio e della programmazione economica
Durata mandato18 aprile 1987 –
29 luglio 1987
Capo del governoAmintore Fanfani
PredecessorePier Luigi Romita
SuccessoreEmilio Colombo

Ministro del tesoro
Durata mandato1º dicembre 1982 –
29 luglio 1987
Capo del governoAmintore Fanfani
Bettino Craxi
PredecessoreBeniamino Andreatta
SuccessoreGiuliano Amato

Sottosegretario di Stato al Ministero del bilancio e della programmazione economica
Durata mandato28 giugno 1981 –
3 giugno 1982
Capo del governoGiovanni Spadolini
PredecessoreLucio Gustavo Abis
SuccessoreEmilio Rubbi

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato5 luglio 1976 –
29 luglio 1992
LegislaturaVII, VIII, IX, X, XI
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneCircoscrizione II
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato25 luglio 1989 –
13 aprile 1991
LegislaturaIII
Gruppo
parlamentare
Partito Popolare Europeo
CircoscrizioneItalia nord-occidentale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in economia e commercio
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneFunzionario pubblico

Biografia

Giovinezza ed esordi in politica

Giovanni Goria nacque il 30 luglio 1943 ad Asti, in Piemonte, da Luigi Goria, geometra comunale e Pierina Ferrero, impiegata nel commercio. Sposatosi nel 1969 con Eugenia Obermitto, con lei ebbe due figli: Marco Goria, nato nel 1971, e Paola Goria, nata nel 1976. Giovanni Goria era tifoso della Juventus ma anche della squadra di basket Auxilium Torino, diretta da Giuseppe De Stefano, con cui fu legato da una lunga amicizia.

Dopo il diploma di ragioniere, Goria frequentò l'Università degli Studi di Torino, dove conseguì nel 1967 la laurea in Economia e commercio, discutendo la tesi di laurea "Organismi ed Istituti operanti nel quadro della programmazione regionale in Italia". Iscritto alla Democrazia Cristiana sin dal 1960, intraprese la sua carriera politica quando fu nominato responsabile all'Ufficio Studio e Programmazione dell'amministrazione di Asti. Nella fase antecedente alla sua prima elezione alla Camera dei Deputati nel 1976 Giovanni Goria era già inserito nei quadri della politica comunale e fu anche designato come Presidente della Cassa di Risparmio di Asti, carica da lui mantenuta dal 1974 al 1976.

Ministeri

Goria fu eletto alla Camera dei deputati per la prima volta nelle elezioni politiche del giugno 1976 ed in quegli anni divenne un importante esponente della "Sinistra di Base", insieme a Ciriaco De Mita, Mino Martinazzoli, Sergio Mattarella e Guido Bodrato. Giovanni Goria fu designato sottosegretario del Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica dal 28 giugno 1981 al 3 giugno 1982 nel Governo Spadolini I (venne poi sostituito da Emilio Rubbi in seguito alle sue dimissioni). Dal 1982 al 1993, per un arco di tempo di oltre un decennio, ricoprì sei incarichi ministeriali:

Goria divenne celebre negli anni ottanta per il suo stile informale e per la sua adattabilità alle trasmissioni televisive, nonché per le competenze in campo economico e finanziario (l'esecutivo da lui presieduto fu definito un governo tecnico, nonostante fosse formato dalla coalizione del Pentapartito). È memorabile una sua caricatura che ne fece regolarmente il vignettista della Repubblica Giorgio Forattini, ritraendone il volto con folti capelli e barba, ma privo di lineamenti (a sottolineare il suo peso politico).

Presidente del Consiglio dei ministri

Giovanni Goria il 15 luglio 1987 durante le consultazioni per la formazione del nuovo governo.

In seguito alle elezioni politiche anticipate del 1987, indette a seguito della caduta del Governo Craxi II a causa della rottura dell'accordo tra Bettino Craxi e Ciriaco De Mita detto il "patto della staffetta" ed un breve incarico ad Amintore Fanfani a cui fu negato il voto di fiducia tramite astensioni concordate nella DC, Goria fu designato presidente del Consiglio dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga su indicazione del segretario del suo partito Ciriaco De Mita, poiché non si erano create le condizioni per la nascita di un governo guidato da quest'ultimo; in tale governo era anche ministro (senza portafoglio) per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno.

Fino alla nomina di Matteo Renzi nel 2014, Goria fu, a 44 anni, il più giovane presidente del Consiglio italiano.[1] Il governo da lui presieduto, composto dalla maggioranza del Pentapartito (il quale governò l'Italia per tutti gli anni 1980 ed i primi 1990) ebbe natura breve in quanto l'obiettivo prefissato era quello di presentare una legge di bilancio per il 1988 e di determinare le condizioni per la nascita del Governo De Mita.

Goria fu costretto a rassegnare le dimissioni a febbraio 1988 in seguito alle difficoltà nell'approvazione della legge finanziaria, ma Cossiga gli conferì di nuovo l'incarico; nel marzo 1988 il Governo dovette dimettersi per le tensioni interne concernenti il Referendum sull'energia nucleare. Il 13 aprile 1988 si insediò il Governo De Mita, sempre costituito dalla maggioranza del Pentapartito.

De Mita, che ricopriva anche la carica di segretario della DC (il cosiddetto "doppio incarico", inedito per la DC) si dimise dalla segreteria democristiana nel febbraio 1989 a seguito dell'elezione di Arnaldo Forlani (avversario interno di De Mita ed esponente della corrente "Grande Centro") e successivamente dalla Presidenza del Consiglio nel maggio 1989, a seguito della crisi di Governo cagionata dal PSI di Bettino Craxi. La crisi terminò nel luglio 1989 con la nascita del sesto governo Andreotti e del CAF, l'alleanza politica tra Craxi, Andreotti e Forlani, che governò l'Italia fino al 1992.

Incarichi successivi e morte

Giovanni Goria venne eletto al Parlamento europeo nel 1989 nella circoscrizione nord-ovest. Si dimise due anni dopo, nel 1991, in quanto fu designato come ministro dell'agricoltura e delle foreste nel Governo Andreotti VII il 12 aprile 1991; tale governo era formato dalla maggioranza del Quadripartito, senza il Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa. Durante questo ministero Giovanni Goria decise di commissariare la Federconsorzi che in breve fu travolta da una crisi irreversibile. Il 28 giugno 1992 fu nominato alla carica di ministro delle Finanze nel successivo governo, presieduto dal socialista Giuliano Amato (tale governo sarebbe stato uno degli ultimi della cosiddetta Prima Repubblica).

Durante le indagini di Mani pulite lo stesso Giovanni Goria venne implicato nelle indagini giudiziarie, in particolare su un'inchiesta riguardante delle presunte tangenti per l'ospedale di Asti.[2] Il processo a suo carico ebbe inizio nel 1993 e si concluse con il suo proscioglimento con l'assoluzione piena.[3][4][5]

Giovanni Goria è deceduto due mesi prima di compiere 51 anni, il 21 maggio 1994 ad Asti, a causa di un tumore ai polmoni di cui soffriva dall'anno precedente; le esequie funebri sono state celebrate nella concattedrale di Asti da monsignor Ugo Poletti con la presenza delle alte cariche dello Stato: successivamente il feretro con la salma fu tumulato nella tomba di famiglia del cimitero comunale di Asti.[6]

Nel 2004 si è costituita una Fondazione che porta il suo nome, attiva nella ricerca in campo sociale, economico e politico.[7]

Note

Bibliografia

  • Tomaso Staiti, Davide e Goria. La resistibile ascesa di un impiegato di provincia, Società editrice Barbarossa, 1991
  • Giovanni Goria, Discorsi parlamentari: 1976-1992, Camera dei Deputati, 2004
  • Francesco Marchianò, Paolo Giaccone, Giovanni Goria: il rigore e lo slancio di un politico innovatore, Marsilio, 2014

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Collegamenti esterni

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