Lagonegro

comune italiano

Lagonegro (Launìvere in dialetto lucano[4]) è un comune italiano di 5 127 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata.

Lagonegro
comune
Lagonegro – Stemma
Lagonegro – Bandiera
Lagonegro – Veduta
Lagonegro – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoSalvatore Falabella (lista civica Lagonegro nel futuro con Salvatore Falabella sindaco) dal 15-5-2023
Territorio
Coordinate40°08′N 15°46′E / 40.133333°N 15.766667°E40.133333; 15.766667 (Lagonegro)
Altitudine666 m s.l.m.
Superficie113,07 km²
Abitanti5 127[1] (31-12-2021)
Densità45,34 ab./km²
FrazioniCasale Serino, Cervaro, Farno, Fecìla, Fortino, Malpignata, Pennarone, Strette
Comuni confinantiCasalbuono (SA), Casaletto Spartano (SA), Lauria, Moliterno, Montesano sulla Marcellana (SA), Nemoli, Rivello, Tortorella (SA)
Altre informazioni
Cod. postale85042
Prefisso0973
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076039
Cod. catastaleE409
TargaPZ
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 120 GG[3]
Nome abitantilagonegresi
Patronosan Nicola di Bari
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Lagonegro
Lagonegro
Lagonegro – Mappa
Lagonegro – Mappa
Posizione del comune di Lagonegro all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Geografia fisica

Territorio

Il comune sorge a 666 m s.l.m. nel territorio della Valle del Noce nella parte sud-occidentale della provincia al confine con il settore sud-orientale della provincia di Salerno; vicini e ben collegati al paese sono anche i comuni della Calabria settentrionale del golfo di Policastro sul mar Tirreno. Nel suo territorio si trova il monte Sirino (2005 m s.l.m.).

La posizione geografica di Lagonegro è a metà strada tra il mare e le montagne. Di particolare importanza è l'orografia; allo studio dei monti e dei minerali si è dedicato nelle sue ricerche lo scienziato lagonegrese Giuseppe De Lorenzo. La zona è ricchissima di sorgenti e non mancano i laghetti. Il suo territorio presenta una ricca fauna e una variegata flora contraddistinta dalla consistente presenza di castagneti e faggeti.

Lagonegro centro

Confina con i comuni di: Rivello (14 km), Nemoli (15 km), Casalbuono (SA) e Casaletto Spartano (SA) (20 km), Lauria (22 km), Tortorella (SA) (27 km), Moliterno (33 km) e Montesano sulla Marcellana (SA) (35 km).

Clima

Il clima è caratterizzato da inverni rigidi e umidi e da estati mitigate dalla posizione geografica di Lagonegro, che la interpone a metà strada tra i rilievi del Sirino e il mar Tirreno.[senza fonte]

Origini del nome

"Di esso fu scritto: «Quem Nerulum dixere, Lagus post nomine niger | Iamdiu Lucanis, quae sibi fama Liber» (Trad."Qualcuno parlò di Nerulum, Lago con Nero nel nome. Già da tempo dei Lucani, i quali avevano la fama di essere bagnati dal lago"), ma l'esser colà l'antica Nerula fu contraddetto dai moderni topografi, e la mutazione in Lacus Liber[5], non fu ritenuto dagli stessi cittadini. Vuolsi invece fosse sorta all'epoca Longobarda ed il nome avesse tolto da un lago o stagno formato dal Tanagro detto pur Negro."

Alcuni topografi non credono che la moderna cittadina di Lagonegro sia effettivamente l'antica Nerulum latina, al contrario, il sito originale di Nerulum potrebbe trovarsi sotto l'odierno comune lucano di Castelluccio Inferiore. Si crede che la città prendesse il nome da un lago formatosi dal fiume Tanagro, e da lì l'insediamento longobardo prese il nome di Lagonegro.

Un'altra ipotesi [6][7] sostiene, invece, che nell'antica città di Nerulum (termine di origine osca che significa fortezza), si insediarono alla fine del VI secolo d.C., i Longobardi chiamandolo "Lakar/Lagar Nerulum". Lakar/Lagar significa postazione, accampamento, luogo fortificato. Successivamente il termine longobardo si è trasformato in lacus e poi lago, mentre il termine Nerulum ha perso il precedente significato e si è mutato nel colore nero. A sostegno di questa tesi c'è l'evidenza che in svariate decine di località dove è stata attestata la presenza dei Longobardi, ed è altresì verificata l'impossibilità orografica dell'esistenza di una raccolta d'acqua (come per Lagonegro ed almeno altre 60 località nella sola Basilicata), risultano toponimi derivati da lagar/lakkar come ad esempio: Lago (CS), Lago contrada di Diamante (CS), Lago contrada di Fardella (PZ), Piano Lacco località di Francavilla in Sinni (PZ), Casteldilago (TR), Lagorano oggi Langhirano (PR) etc.

Storia

Le origini della cittadina sono controverse, dall'ipotesi del sito fondato dai Lucani "Nerulum" [6][7] alla teoria più accreditata che fa derivare il borgo da un solo insediamento romano denominato Vicus Mendicoleius;[senza fonte] infatti appena fuori del borgo antico c'è una chiesa (detta del Rosario) sorta su un tempio pagano dedicato a Giunone[8]. Tra VII e VIII secolo avvenne l'insediamento di monaci Basiliani di origini bizantine sulla rupe del castello con il nome di Lacus Niger[9]/Lacus Neruli Abitata da questa comunità di monaci, con molto probabilità la chiesa di San Nicola che svetta sul borgo, risalente al IX-X secolo, è opera conseguente allo stabilirsi di tali predicatori. Fu fortificata dai Longobardi di Salerno e in seguito assegnata dai Normanni alla contea di Lauria, per poi divenire feudo di diverse famiglie.

A partire dal 968, i suoi territori, costituirono una delle turme del thema di Lucania[10].

Lagonegro medievale
Serie cronologica dei feudatari di Lagonegro[11]
FeudatarioPeriodo
Ruggero di Lauria(1297-1305)
Bartolomeo di Lauria(1305-1350)
Ilaria di Lauria e Arrigo Sanseverino(1350-1400)
Gaspare Sanseverino(1400-1404)
Regio Demanio concesso dal re Ladislao(1404-1414)
Francesco Sanseverino(1414-1427)
Regio Demanio concesso dalla regina Giovanna II(1427-1443)
Francesco Sanseverino(1443-1455)
Stefano Sanseverino(1455-1464)
Vincislao Sanseverino(1464-1472)
Luisa e Barnaba Sanseverino(1472-?)
Guglielmo Sanseverino(?-1497)
Regio Demanio concesso dal re Federico D'Aragona(1497-1498)
Gaspare Saragusio (Saragozza?)(1499-1518)
Giovanna Saragusio (Saragozza?)(1518-1518)
Giovan Vincenzo Carafa(1518-1548)
Gian Giacomo Cosso(1548-1551)
Regio Demaniodal 1551

Nel periodo feudale, la cosiddetta "terra" di Lagonegro fece parte, della contea di Lauria. Passò successivamente nel 1463 a Vinceslao Sanseverino, dodicesimo conte di Lauria. Non avendo figli maschi ammogliò sua figlia Luisia con Barnaba Sanseverino, fratello di Roberto principe di Salerno, dandole in dote il suffeudo di Lauria consistente in Lauria, Ursomarso, Layno, Castelluccio, Trecchina e cedette le sue ragioni sopra Torturella, Cuccaro, Lagoniro, Rocca, Policastro, Rivello, Scalea e Bervicaro.

L'11 agosto del 1498 il re Federico donò Lagonegro a Gaspare Saragusio, devoluta per ribellione di Guglielmo Sanseverino, la di cui figlia Giovanna la vendé poi a Vincenzo Carafa. Nel 1548 il Carafa la vendé a Giacomo Cossa col patto di retrovenderla.Nel 1550 il Vincenzo Carafa cedé il dritto di ricomprarla per ducati 6000 a Luigi Carafa, il quale, acquistò poi per ducati 20.000. I cittadini però come già menzionato precedentemente dal 1551 al 1649 dopo una lunga opera legale la ricomprarono per ben due volte divenendo così città demaniale.

Il distretto di Lagonegro nell'allora provincia di Basilicata, nel Regno delle Due Sicilie

Nel 1551, grazie all'opera di Paolo Marsicano riuscì a liberarsi definitivamente del potere feudale annettendosi al Demanio Regio cambiando temporaneamente il nome in Lacus Liber. In precedenza la città per tre volte era stata annessa al Demanio Regio, ma solo per brevi periodi, prima che i regnanti la cedessero a feudatari[12]. Nel 1649, la città di Lagonegro fu messa all'asta e costretta per la seconda volta a versare una somma rilevante al fisco regio per mantenere il privilegio di città demaniale. Con precisione nel basso medioevo, il borgo è citato col suo attuale nome che pare derivi dalle scure acque di un lago appenninico situato nei dintorni e poi scomparso[senza fonte], oppure dal longobardo Lakar Nerulum [6][7], viene fortificato appunto nel IX-X secolo da mura e torri di cui ancora restano visibili talune tracce. Di queste opere è molto suggestiva la porta di ingresso al borgo denominata: “Porta di Ferro”, la cui parte in pietra è stata rifatta nel 1552, al di sopra della porta c'è lo stemma della città post-feudale: San Michele Arcangelo che uccide il drago.

Nel 1799 aderì alla Repubblica Partenopea e al Regno di Napoli e nel 1806 fu occupata dai francesi che divisero la Basilicata in 3 distretti con capoluoghi: Lagonegro, Potenza e Matera, Melfi entrò successivamente nel 1816 come quarto capoluogo con la restaurazione del Regno delle Due Sicilie da parte dei Borbone. All'epoca il distretto di Lagonegro dopo quello di Potenza era il più popoloso con 111.532 abitanti (di cui 10.599 nel capoluogo omonimo[13]) seguito da Melfi con 89.864 e infine Matera con 88.261[14]. Poi con l'avvento di un'ondata rivoluzionaria che scosse l'Europa qualche decennio dopo nel 1848 che toccò anche il Regno delle Due Sicilie e di conseguenza anche il distretto di Lagonegro con sommosse in tutto il regno. I cittadini temendo fame e guerre, tra il 1848 e il 1855 centinaia di famiglie lagonegresi si avventurarono espatriando nel nuovo continente americano, soprattutto in Argentina a Chacabuco, fondata insieme con i conterranei di Moliterno, Francavilla in Sinni, Senise e con i vicini campani di Sapri, con Legge Provinciale del 5 agosto 1865, con il nome di Guardia Nacional. In epoca contemporanea la città di Chacabuco conta 43.000 abitanti.

Massoneria e monarchia

Veduta del mulino del Siervo, Lagonegro 1827

Nel 1807 sorge a Lagonegro la prima loggia massonica-carbonara (fra le primissime in Basilicata) che fu chiamata "la Filarete Lucana"[15] è stato rinvenuto e si conserva il sigillo di quella loggia in bronzo, con i simboli della massoneria del compasso, della squadra e dei tre puntini con la denominazione in giro: "la filarete lucana o (oriente) di Lagonegro." nel 1911, essendo stata istituita una loggia massonica di rito scozzese antico ed accettato, esso ha rievocato e assunto lo stesso nome di Filarete Lucana, servendosi dello stesso suggello.

Nel 1852, soggiornò a Lagonegro re Ferdinando II delle Due Sicilie.[16]

E più recentemente nel 1936, soggiornò a Lagonegro il principe Umberto.

Durante gli anni della seconda guerra mondiale tra il 1940 e il 1943, 37 profughi ebrei, in maggioranza provenienti dalla Polonia e dalla Germania, furono confinati in soggiorno coatto a Lagonegro. Gli internati furono tutti liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943. Alcuni di loro furono in grado di emigrare negli Stati Uniti già nel luglio 1944. Gli altri rimasero a Lagonegro o in altre località dell'Italia meridionale fino alla fine della guerra.[17]

Simboli

Dal 1893 Lagonegro ha adottato come proprio emblema uno smergo sorante dalle acque e mirante una stella, accompagnato dal motto: Immersus emergo, a simboleggiare l'amore per la libertà che risorge sempre anche se oppresso.[18]

In precedenza era stato utilizzato uno scudo troncato: nel primo d'oro al S. Nicola di Bari, patrono di Lagonegro, con sacri paramenti, avente nella destra il pastorale, e nella sinistra il libro con su tre pomi, il tutto al naturale; il secondo d'azzurro, all'arcangelo Michele vestito da celeste guerriero in atto di fugare con la spada il demonio, il tutto al naturale.[19]

Onorificenze

Nel 1953 Lagonegro è stata insignita del titolo di città, con decorrenza nel D.P.R. del 22 aprile 1958[20]

Monumenti e luoghi d'interesse

Chiesa del Rosario già Tempio della dea Giunone
Concattedrale di San Nicola
Chiesa di Sant'Anna
Fontana monumentale Gioacchino Murat
Monumento ai caduti nella grande guerra 1914-1918
Rotonda monumentale

I più importanti monumenti ed edifici sacri dell'antichità furono i templi dedicati agli dei romani dove da ruderi in via G. Aldino in pieno centro storico sorge la chiesa "del Rosario"[8] che prende il posto ad un tempio dedicato a Giunone, divinità romana moglie di Giove, dea del matrimonio e del parto. Nell'Evo Antico tra il IX e il X secolo si edificò nel borgo antico la prima grande costruzione cristiana, la Concattedrale di San Nicola[21] sull'apogeo del castello, susseguita dagli eremi basiliani come Santa Maria degli Angeli. Nell'epoca rinascimentale soprattutto per la folta e potente presenza clericale e delle famiglie nobiliari a partire dal XVI secolo ci fu una diffusa costruzione di chiese e un ospedale da parte dei Cavalieri Ospitalieri, chiamati anche "Cavalieri di San Giovanni", con chiesa annessa nella parte più bassa della città intitolata a San Giovanni. Il retaggio è considerevole in rapporto ai residenti: 33 chiese[22] poste tutte nel centro e nel borgo antico senza considerare le strutture delle frazioni e quelle moderne, tra queste spicca la chiesa “Dorico barocca” di S. Anna[23] del XVII secolo, monumento Nazionale. In evidenza sovrasta il centro storico la sopra citata Concattedrale della diocesi omonima chiesa di San Nicola al castello, la chiesa del “Purgatorio”, la chiesa di origine templare della “Candelora”. Poi ancora del “Crocifisso”, del “Carmelo” dell'Assunta e alle opere d'arte in esse custodite. Insieme alle croci monumentali del castello e di piazza Bonaventura Picardi. Tra le opere d'arte rinascimentali “monumentali civili” più importanti e imponenti si annoverano alla lunga lista Palazzo Corrado[24] diventata sede museale; e quelle dell'epoca Napoleonica “Palazzo di città” sede comunale e la suggestiva Fontana Gioacchino Murat[25]. La fontana, in pietra di forma circolare, è composta da due vasche, una inferiore ed una superiore, con vari mascheroni e zampilli. L'opera fu fatta costruire alla fine del 1812 con incisioni in latino sulla vasca inferiore: “IOACHINI NAPOLEONIS A.D MDCCCXIII”; e vasca superiore: A.D. 1813, per approvvigionamento delle truppe napoleoniche alloggiante in città e in località Fortino, frazione di Lagonegro. Originariamente collocata al centro di viale Roma fu poi traslocata successivamente in piazza Trento e Trieste, successivamente ribattezzata piazza Bonaventura Picardi in onore al Senatore più volte sottosegretario all'Industria, al Commercio e al Tesoro della Repubblica italiana. Non meno importanti e degne di nota le antiche fontane del “Canterano"[26] con tre mascheroni con lapide suffissa, quella del “Rosario” e di Casal Parisi “Già Rione San Sebastiano”, senza dimenticare i monumenti sulla Rivoluzione Napoletana ove Lagonegro patì il sacrificio del suo cittadino Cristoforo Grossi[27][28], ricordandolo con una lapide monumentale, il medico rivoluzionario al quale fu tolta la vita il 1º febbraio 1800 a Napoli in piazza Mercato e il suo cadavere sepolto nella chiesa del Carmine Maggiore nello storico e monumentale tempio dove fu anche sepolto nel 1647 il leggendario capo rivoluzionario napoletano Masaniello ma da lì tolto nel 1799 per mire politiche di un dispotico sovrano. Sotto l'arco, come disse il poeta, era stato sepolto Corradino di Svevia[29]”. Le opere monumentali del XX secolo annoverano l'imponente monumento ai caduti in villa comunale e quello sull'attuale agenzia delle entrate, più i mezzi busti in cui si ritrae lo scienziato, filosofo e politico Giuseppe De Lorenzo. Di recente si è realizzata un'opera mausoleo dedicata alla città in una rotonda al centro di viale Roma, di fronte alla piazzetta intitolata nel 2016 al cantautore lagonegrese Pino Mango.[30]

Architetture religiose

  • Chiesa Madre della S.S. Trinità e Concattedrale della diocesi di Tursi-Lagonegro: conserva un affresco di Antonio Cascini raffigurante il Giudizio Universale, realizzato nel 1824, imitazione dell'opera di Michelangelo Buonarroti esposta nella Cappella Sistina.
  • Chiesa del Carmine, sede dell'Arciconfraternita del S.S. Sacramento
  • Chiesa dell'Assunta, sede dell'Arciconfraternita dell'Assunta
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate, nel rione di Sant'Antuono
  • Chiesa del Purgatorio
  • Chiesa del S.S. Crocifisso
  • Chiesa di Sant'Anna
  • Chiesa di San Nicola di Bari al Castello
  • Chiesa di San Leonardo
  • Cappella di San Biagio
  • Cappella di San Vincenzo o del Seggio
  • Chiesa della Madonna delle Grazie
  • Cappella della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia
  • Cappella dell'Annunziata
  • Chiesa e Convento di San Francesco di Assisi
  • Chiesa e Monastero della Madonna degli Angeli
  • Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe
  • Chiesa nel Cimitero Comunale
  • Cappella della Madonna di Sirino sull'omonima montagna
  • Cappella del Brusco, in contrada Brusco
  • Chiesa di San Giovanni
  • Chiesa della Candelora
  • Chiesa della Madonna del Rosario
  • Cappella di San Pietro
  • Cappella della Madonna dei Martiri

Società

Lagonegro nel Settecento

Nella prima metà del XVIII secolo il re, Carlo III di Borbone, fece redigere a fini fiscali, per ogni città del Regno, l'elenco delle famiglie residenti ("fuochi") con i dati anagrafici dei componenti di ciascun nucleo familiare, con relativi mestieri, proprietà (case, terreni, animali etc.) ed eventuali debiti. Questi volumi sono conosciuti come Catasto Onciario.Da quello di Lagonegro[31] si può ricostruire l'assetto sociale del 1746.

L'abitato era costituito da circa 3.800 cittadini, di cui il 53% maschi ed il 47% femmine.Il numero di fuochi era 928 (compresi 70 religiosi), con una media di 4 componenti per fuoco.La popolazione era molto giovane, con una età media di 24,7 anni ed una mediana di 20 anni. Vale a dire la metà della popolazione aveva meno di 20 anni. L'80-mo percentile era di 40 anni (cioè l'80% della popolazione aveva meno di 40 anni).

In tabella il confronto con i dati recenti[32] della popolazione
Anno% 0-14% 15-64% 65+AbitantiIndice VecchiaiaEtà Media
174637,64%59,05%3,31%3.8198,79%24,7
201710,9%66,7%22,4%5.490204,3%45,4

L'indice di vecchiaia rappresenta il rapporto tra la popolazione oltre i 65 anni e quella al di sotto dei 15 anni.Nel 1746 ogni 2 anziani erano presenti più di 16 bambini. Nel 2017 il rapporto è completamente rovesciato ed ogni 2 anziani si trova un solo bambino.

Il Catasto Onciario riporta i mestieri soltanto degli uomini, che risultano ripartiti in questa maniera:

La situazione lavorativa nel Settecento
MestiereEs.Percentuale
PastoriCustodi di pecore, Pecorai, Custodi di bovi ecc.34,34%
AgricoltoriBracciali, Zappatori, Massari, Foresi ecc.22,18%
ArtigianiCalzolai, Sediari, Calderari, Cardalana, Ferrari, Sarti, Conciatori ecc.12,16%
LavorantiServenti, Serve, Facchini, Gualani, Fatigatori, Portarobbe, Garzoni ecc.8,11%
ReligiosiSacerdoti, Clerici, Monaci, Diaconi7,59%
TrasportiMulattieri, Vetturini, Cocchieri2,51%
Studenti2,43%
CiviliBenestanti2,28%
CommerciantiNegozianti di bestiame, Bottegai, Pesa Cannella, Speziali, Buccieri ecc.2,14%
EdiliziaCarpentieri, Fabbricatori1,69%
Inabili1,25%
Nulla facenti1,18%
Militari0,88%
Notai0,37%
Medici0,29%
Avvocati0,07%

Il settore preponderante era la pastorizia, "il numero dei capi di bestiame è di 24.060 ovini, 4.269 caprini, 720 bovini di cui 471 buoi, 48 muli, 87 borrichi, 88 somari, 122 scrofe, 79 neri, 22 giumente, 7 cavalli"[33]. Seguiva quello dell'agricoltura e poi l'artigianato. Da notare anche la presenza di molti religiosi.

Aspetti Economici.

La distribuzione della ricchezza, basata sulla Rendita stabilita dal Catasto Onciario, faceva emergere una popolazione piuttosto povera.

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L'80% della popolazione aveva una rendita proprietaria inferiore a 30 once. Il picco di numerosità di Capi Fuoco era a 15 once.

I benestanti con rendita superiore a 100 Once
Capo FuocoOn. IndustriaOn. BeniTotale
Rev. Felice Consoli93409502
Magnifico Marc'Antonio Corradi, civile0269269
Magnifico Dottore Francesco Consoli, civile0254254
Magnifico Barone della Battaglia Mario Gallotti0233233
Francesco Ferrari, Maesto scarparo14126140
Andrea Buoncristiano, bottegaro1232125
Magnifico Dottore Felice Tortorella, civile0114114
Rev. Benedetto Orlandi0110110
Rev. Cataldo Ferrari0109109
Rev. Luca d'Amato0107107
Magnifico Dottore Don Francesco Corrado, civile0105105

Il più benestante aveva una rendita 30 volte più alta della rendita più comune o media.

Quartieri storici

Quartieri storici e attuali di Lagonegro
QuartiereUbicazionePercentuale abitanti 1746Percentuale abitanti 1913Percentuale abitanti 2013
CastelloIl nucleo urbano più antico, sulla rocca10,99%2,70%0,83%
PortellaAi piedi del Castello, lato est, dove era ubicata una seconda porta di accesso al castello, da cui il nome2,84%0,98%0,83%
MolaraAi piedi del Castello, lato ovest, verso la attuale Stazione ferroviaria5,64%5,15%0,83%
PiazzaPiazza Purgatorio e Rosario3,84%4,29%1,51%
CalanconeSotto la Portella verso San Giovanni9,73%3,06%
Costa/S. GiovanniUbicato tra Sant'Anna, in alto, e San Giovanni, in basso3,38%0,25%1,13%
PastenaL'attuale Via Pastena1,13%9,56%4,61%
S. AnnaAttorno alla chiesa di Sant'Anna3,43%4,17%1,89%
S. AntuonoVia Sant'Antuono0,84%12,50%7,94%
S. Carlo/Fiume (Vaieto, Costa, Tavile, Colla, Grada)Nelle vicinanze della Costa, dove era ubicata una cappella dedicata a San Carlo Borromeo, andata distrutta0,8%4,08%
S. CaterinaNei pressi della attuale Chiesa dell'Assunta, una volta dedicata a Santa Caterina1,92%
S. Francesco/Ponte di San FrancescoSul poggio dove si trova il convento dei Cappuccini, nei pressi di Via San Francesco e del Ponte sul Torrente San Francesco0,59%7,60%8,24%
S. Leonardo/PetrusoNei pressi della chiesa di San Leonardo6,56%5,51%1,06%
S. Sebastiano/Casal ParisiNei pressi della chiesa del Crocifisso, un tempo dedicata a San Sebastiano11,03%10,42%3,48%
S. Vito/S. PietroCaseggiati ad ovest di via Roma dove una volta si trovava una cappella dedicata a San Vito ed oggi si trova Piazza S. Pietro2,42%5,88%1,44%
TerrarossaZona del Palazzo Corrado, nella parte bassa della Piazza Grande9,11%9,44%0,53%
TimponeI caseggiati a est di Via Malta1,21%6,13%2,27%
TorrettaDalle parti del Monte Cerbaro, verso il Fortino (non esistente nel 1746)2,17%1,23%2,27%
TrinitàNei pressi della chiesa della S.S. Trinità (ora la Chiesa Madre)9,11%5,15%1,59%
Fossatello/MonnezzaroNei pressi dell'attuale Parco Fossatello2,67%0,23%
Selice/Cantarano/Candelora/S. Maria delle Grazie/S. VincenzoNei pressi dell'attuale via G. Aldinio2,55%4,17%1,81%
Piano/La Nunziata (Carmine)L'odierna Piazza principale3,51%5,90%
Viale ColomboViale Colombo14,36%
Piano dei LippiPiano dei Lippi8,69%
Terza ZonaTerza Zona, Eucalipti, Gardenie7,71%
Rione RossiGladiole, Gigli, Betulle, Tamarindi, Orchidee ecc.5,52%
Piazza della RepubblicaPiazza della Repubblica, Piazza del Popolo, Marsicano, Zanardelli5,52%
AltroImmacolata, Casa della Corte, Ortora, La Fontana/Fontana Vecchia/Fontanelle, L'Orto, Costantinopoli, Canciello, Fiume, Giesu Cristo, Pianicello, Salamone5,35%
AltroFerrovia, Stazione, S.M. Angeli, Calda, Tribunale, Calabria1,84%3,4%
ContradeBofilio, Calda, Carconi, Ceraso, Cerbaro, Chiazzarulo, Farno, Ficila, Malapignata, Nicola, Pietra, Tre Castagne, Verneta, Zanco3,93%

Si nota il netto spopolamento del centro storico, ed il popolamento di via S. Antuono e Pastena prima e successivamente dei rioni Rossi, Piano dei Lippi e Terza Zona.

Fonte Mibac[34], Catasto Onciario 1746[35], Liste dei Cittadini Votanti nel 1913, Elenco Telefonico "Pagine Bianche" 2013/2014.

Evoluzione demografica nel periodo 1810-1865

Dati ricavati dal sito "Antenati" del Mibac[36]si può stimare l'andamento della popolazione residente contando i nati ed i morti anno per anno e considerando trascurabile il numero di immigrati ed emigrati.

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Nel periodo 1810-1865 sono nati in totale 7.455 bambini, sono morte in totale 6.380 persone, con un saldo di +1075 (Sono mancanti solo i dati per gli anni 1841 e 1842). La media annuale è di circa 136 nati e 116 morti. Si desume che gli abitanti al 1810 potevano essere all'incirca 3.900.

Dai dati emerge un calo della popolazione di circa il 10% tra il 1817 ed 1818.

Evoluzione demografica dal 1861

Abitanti censiti[37]

Epidemia di tifo del 1811

Nel 1811 sono stati registrati 320 decessi, il triplo della media del periodo. I decessi sono concentrati soprattutto nei mesi invernali con un picco nel mese di febbraio, dovuti ad una epidemia di febbri scoppiata nelle carceri e poi diffusasi nel resto della cittadina[38].

Distribuzione dei decessi per mese del 1811
 
Gennaio
  
38
Febbraio
  
71
Marzo
  
35
Aprile
  
28
Maggio
  
20
Giugno
  
17
Luglio
  
22
Agosto
  
31
Settembre
  
16
Ottobre
  
10
Novembre
  
22
Dicembre
  
9

Da notare che 51 casi di decesso (15%) sono avvenuti nelle carceri di Lagonegro, dove si viveva in spazi comuni a stretto contatto ed in condizioni igieniche precarie[39].

Distribuzione per Comuni dei deceduti in carcere nel 1811
ComuneMaschiFemmineTotale
Lauria8715
Pappasidero5510
Sarconi235
Francavilla123
Latronico22
Montesano112
S. Severino112
Amantea11
Casalnuovo11
Castelluccio11
Chiaromonte11
Lungaro11
Maratea11
Padula11
S. Chirico11
S. Martino11
Senise11
Torraca11
Trecchina11
Totali302151

Crisi demografica 1817

Nel 1815 il vulcano Tambora in Indonesia generò una delle più grandi eruzioni della storia più recente. Il pulviscolo che fu immesso nell'atmosfera produsse un oscuramento che durò a lungo, tanto da provocare cambi climatici su scala globale ed in particolare l'estate del 1816 fu molto fredda tanto da far definire il 1816 "L'anno senza estate". Tutto ciò provocò delle crisi alimentari e sanitarie molto gravi che portarono a carestie ed epidemie di tifo petecchiale nel corso dell'anno successivo.

Nel 1817 a Lagonegro si registrarono 419 morti, il quadruplo, circa, della media di quegli anni. In particolare morirono 252 donne e 167 uomini. Delle persone morte a Lagonegro 30 erano originarie di altri paesi (Scalea 4, Sapri 4, Torraca 3 etc.).

Distribuzione dei decessi per mese del 1817
 
Gennaio
  
9
Febbraio
  
12
Marzo
  
15
Aprile
  
36
Maggio
  
41
Giugno
  
43
Luglio
  
74
Agosto
  
58
Settembre
  
45
Ottobre
  
36
Novembre
  
21
Dicembre
  
29

Si evidenzia un picco nei mesi estivi di luglio e agosto, dovuto probabilmente alla fase più acuta della crisi.

Nel grafico seguente la distribuzione delle età dei morti del 1817.

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Si nota una mortalità infantile molto alta per i minori di 10 anni.

Analizzando i mestieri delle persone decedute si riscontrano le seguenti distribuzioni:

Mestieri delle donne decedute nel 1817
 
Filatrici
  
158
Tessitrici
  
17
Cucitrici
  
2
Proprietarie
  
1
Levatrici
  
1
Infante
  
61

Tra gli uomini nati a Lagonegro la distribuzione dei mestieri è più variegata:

Mestieri degli uomini deceduti nel 1817
 
Bracciale
  
40
Calzolaio
  
9
Cardalana
  
6
Garzone
  
5
Proprietario
  
4
Sacerdote
  
4
Calderaro
  
3
Massaro
  
2
Ferraro
  
2
Tintore
  
1
Cappuccino
  
1
Cappellaro
  
1
Falegname
  
1
Speziale
  
1
Pastore
  
1
Calessiere
  
1
Pecoraro
  
1
Infante
  
66

Nota: "Infante" si riferisce a bambini e bambine di età inferiore a 6 anni.

Per le persone nate fuori da Lagonegro la distribuzione dei mestieri è la seguente:

Mestieri dei "forestieri" deceduti nel 1817
 
Filatrice
  
7
Mendica
  
2
Serva
  
2
Tessitrice
  
1
Bracciale
  
4
Infante
  
3
Pastore
  
2
Legionario
  
2
Fuciliere
  
1
Soldato
  
1
Marinaio
  
1
Comico
  
1
Garzone
  
1
Negoziante
  
1
Mulattiere
  
1

La crisi ha colpito duramente tutto il territorio del Lagonegrese.In tabella si possono notare gli incrementi della mortalità nel 1817.

Numero di deceduti per anno nei Comuni del Lagonegrese nel periodo 1816-1819
AnnoLagonegroMarateaLauriaRivelloTrecchinaCastelluccio SuperioreCastelluccio InferioreRotondaLatronicoMoliterno
1816110120221120264573949898
1817419291658431107111147177332353
1818132103217116341128214667119
1819587314279596363674489

La crisi ha comportato anche un calo delle nascite nel periodo 1817-1818.

Fonte Mibac[34].

Religione

Nel 1976 Lagonegro fu elevata a concattedrale della diocesi di Tursi-Lagonegro, che comprende tutta la fascia di territorio lucano dal Tirreno allo Jonio.

Tradizioni e folclore

Cappella del “Seggio”

Nella cultura di Lagonegro vi è la festività dedicata alla Madonna delle Nevi alla quale è stata dedicata un santuario sul Massiccio del Sirino che ogni anno richiama molti fedeli da tutto il Lagonegrese e da altre zone della Basilicata. La festività si articola in tre momenti: nella terza domenica di giugno la sua statua viene portata a spalle sul Monte Sirino, facendo tappa presso la località Vrushco; il 4 e 5 agosto la festa si tiene sulla cima del monte Sirino, presso la cappella dedicata alla Madonna: per l'occasione molti lagonegresi organizzano un lungo campeggio sul monte, mentre il giorno della festa altri concittadini si fermano dopo il rito religioso per una scampagnata; la terza domenica di settembre, giorno della vera e propria festa patronale, la statua della Madonna delle Nevi viene riportata a spalle a Lagonegro e riposta presso la cappella del "Seggio", per poi essere trasportata il giorno dopo con una lunga processione tra le vie della cittadina nella Cattedrale, che la ospiterà per tutto l'inverno.

Musei

Palazzo Corrado

Monna Lisa Museum presso Palazzo Corrado.

Biblioteche

La Biblioteca civica comunale "Giuseppe De Lorenzo", presso il Palazzo di città, contenente circa 15.000 volumi.[40]

La Biblioteca parrocchiale della chiesa di San Nicola, contenente più di 2.000 antichi volumi, a partire da edizioni cinquecentesche.[41]

Cultura

Istruzione

Lagonegro è sede di numerosi servizi ed uffici pubblici, tra cui diverse scuole secondarie di secondo grado:

  • l'Istituto d'Istruzione Secondaria Superiore De Sarlo, comprendente un liceo linguistico, un liceo psicopedagogico ed un liceo scientifico;
  • l'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Vittorino D'Alessandro, per le specializzazioni di ragioniere e geometra;
  • l'Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente Giustino Fortunato, coordinato dalla sede centrale di Potenza.
  • Lagonegro è inoltre sede distaccata dei corsi universitari di infermieristica della Scuola di Scienze della Salute Umana dell'università di Firenze prima[42] e dell'università di Foggia poi.

Economia

Artigianato

La città si distingue per la produzione di orologi da torre, che fanno di Lagonegro l'unico produttore del settore nel centro-sud Italia.[43] Gli orologi di Lagonegro adornano monumenti importanti come la reggia di Caserta, il palazzo reale di Napoli, il teatro San Carlo e vengono esportati anche all'estero, specie in Brasile, Stati Uniti e Australia.[44]

Turismo

A 20 chilometri dal centro abitato, il comprensorio sciistico Lago Laudemio-Conserva di Lauria con numerose piste e attività ricettive. Il comprensorio è aperto parzialmente dalla stagione invernale 2017/2018.[senza fonte]

Infrastrutture e trasporti

Strade

Il comune di Lagonegro, all'incirca a metà strada tra Salerno e Cosenza, è situato in un punto nevralgico dei collegamenti vìari della Basilicata sud–occidentale ed è, in modo particolare, zona di transito per i viaggiatori che si spostano tra le regioni Campania e Calabria. Difatti, in tale zona, sono presenti due svincoli dell'autostrada A2 del Mediterraneo:

Ferrovie

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Lagonegro e Stazione di Lagonegro (FCL).
Antico viadotto “Serra”

Il comune di Lagonegro in passato era servito da due linee ferroviarie con due stazioni, entrambe di capolinea nel medesimo, poi dismesse. Una era la Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese, linea a scartamento ridotto di gestione FCL; essa fu chiusa e rimossa nel tratto da Lagonegro fino alla successiva stazione negli anni cinquanta causa bradisismo e cedimento strutturale del ponte in uscita da Lagonegro chiamato "Serra". L'altra era la Sicignano degli Alburni-Lagonegro soppressa e chiusa nel 1987 a causa dei lavori di ammodernamento ed elettrificazione della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto e mai più riaperta.

Mobilità urbana

Palazzo di città

È inoltre servita da numerose linee di autobus urbani ed extra–urbani; questi ultimi sostituiscono la ex ferrovia e portano ogni giorno circa 7000 pendolari, tra studenti e lavoratori.

Amministrazione XIX secolo e Primo decennio del XX

PeriodoPrimo cittadinoPartitoCaricaNote
18091809Francesco Maria MangoSindaco
18101810Vincenzo AldinioSindaco
18111813Lorenzo MazzeiSindaco
18141816Marco CorradiSindaco
18171819Nicola FerraroSindaco
18201820Nicola FuscoSindaco
18211821Marco CorradiSindaco
18221822Nicola FuscoSindaco
18231829Vincenzo BrunoSindaco
18301832Vincenzo GerardiSindaco
18331838Giuseppe PicardiSindaco
18391840Gennaro LadagaSindaco
18431845Pasquale AmalfiSindaco
18461848Gennaro LadagaSindaco
18501851Antonio VallinatiSindaco
18531855Nicola ZambrottiSindaco
18561859Nicola PesceSindaco
18591859Antonio GallottiSindaco
18601861Antonio LadagaSindaco
18611863Gennaro GilibertiSindaco
18631863Avv. Vincenzo De FilpoDelegato Straordinario
18631868Francesco DamianiSindaco
18691869Giuseppe ArnoneRegio Delegato
18691869Saverio CosentinoSindaco
18691870Lorenzo LatronicoSindaco
18701873Vincenzo Giovanni AldinioSindaco
18731879Saverio CosentinoSindaco
18801885Vincenzo Giovanni AldinioSindaco
18851890Lorenzo LatronicoSindaco
18911893Saverio CosentinoSindaco
18931902Carlo PesceSindaco
19021904Francesco GallottiSindaco
19041910Giuseppe PicardiSindaco
19101912Marco Del VecchioSindaco
19131914Giuseppe PicardiSindaco
19141920Eduardo LeoSindaco
19201922Giuseppe PesceSindaco

Fonti: Archivio di Stato di Potenza[45], Archivi Comunali da FamilySearch.org[46] e N. Capaldo "La formazione delle maestre fra '800 e '900: la scuola Raffaella Settembrini di Lagonegro (1880-1925)"[47]

Amministrazione nel Ventennio

PeriodoPrimo cittadinoPartitoCaricaNote
19231926Avv. Cav. Vincenzo TancrediSindaco
19261926Comm. Avv. Edoardo LeoComm. pref.
19261927Rocco GagliardiComm. pref.
19261927Raffaele SiervoComm. pref.
19271927Giovanni CafieroComm. pref.
19271927Cav. Cesare ArmelliniComm. pref.
19281928Avv. Antonio PicardiComm. pref.In periodi non continuativi
19281929Cav. Avv. Bernardo Carusicircolo "Cristoforo Grossi"Podestà
19281929Comm. Avv. Edoardo Leocircolo "Sirino"PodestàIn periodi non continuativi
19291929Cav. Umberto NisiComm. pref.
19301930Marco Del VecchioPodestà
19301930Cav. Luigi FareseComm. pref.
19301930Ing. Francesco GabolaComm. pref.
19311938Uff.[48] Ing. Francesco GabolaPodestàIn periodi non continuativi
19351936Nicola PicardiComm. pref.In periodi non continuativi
19361942Alfonso PicardiComm. pref.In periodi non continuativi
19381938Vincenzo PergolaPodestà
19401940Attilio MaglianoPodestà
19421944Avv. Francesco TortorellaComm. pref.
19441946Avv. Nicola PesceComm. pref.

Fonti: Consiglio Regione Basilicata[49], N. Capaldo "La formazione delle maestre fra '800 e '900: la scuola Raffaella Settembrini di Lagonegro (1880-1925)"[47], a cura di N. Capaldo "Scritti Storici aggiornati ed inediti di Giuseppe Guida"[50], Archivio Storico Comunale Lagonegro Tit.XV, b. 18/19, f.19

Amministrazione

PeriodoPrimo cittadinoPartitoCaricaNote
19461952Giuseppe GuidaDemocrazia CristianaSindaco
19521956Giuseppe RossiDemocrazia CristianaSindaco
19561960Giuseppe RossiDemocrazia CristianaSindaco
19601962Giuseppe RossiDemocrazia CristianaSindaco
19621964Mario PicardiDemocrazia CristianaSindaco
19641970Mario PicardiDemocrazia CristianaSindaco
19701974Nicola FortunatoDemocrazia CristianaSindaco
19741975Francesco RizzoDemocrazia CristianaSindaco
19751980Francesco CostanzaDemocrazia CristianaSindaco
19801981Francesco CostanzaDemocrazia CristianaSindaco
19811981Paolo PecorielloSindaco f.f.
19811985Francesco RizzoDemocrazia CristianaSindaco
19851986Pietro GuidaSindaco
19861987Rocco ManziCommissario Prefettizio
19871989Rosario PicardiDemocrazia CristianaSindaco
19891990Aldo TallaricoSindaco f.f.
19901990Paolo PecorielloSindaco f.f.
19901992Aldo TallaricoSindaco
19921997Giuseppe CasconeDemocrazia CristianaSindaco
19972000Domenico CarlomagnoPolo per le Libertà (FI-AN, CCD, CDU)Sindaco
20002001Maria Raffaella LaraiaCommissario prefettizio
20012006Francesco Costanza(Lista civica) (L'Ulivo) (PDS, PPI, UD, FdV, RI, SI)Sindaco
20062011Domenico Mitidieri(Lista civica) (L'Unione)Sindaco
20112016Domenico Mitidieri(Lista civica) (PDSELIdV)Sindaco
20162019Pasquale Mitidieri(Lista civica) (PDMDPCiviche)Sindaco
20192020Maria Rita CocciufaCommissario prefettizio
20202020Francesco MauceriCommissario prefettizio
20202022Maria Di Lascio(Lista civica)Sindaco
20222023Gerardo QuarantaCommissario prefettizio
2023In caricaSalvatore Falabella(Lista civica) (PD)Sindaco

Gemellaggi

Sport

La squadra di calcio è l'A.S.D. Lagonegro 1929 che milita nel girone B del campionato di Prima Categoria.Risultati Prima Categoria Girone B - Basilicata - Tuttocampo.it[51] La squadra militerà in Promozione Basilicata nella stagione 2024/2025 per via della vittoria del campionato.

In passato il Lagonegro ha disputato il campionato di Lega Nazionale Dilettanti (stagione 1997/1998) ed è stato detentore della Coppa Italia Dilettanti Basilicata nella stagione 2017/2018.

Nella pallavolo è presente la Rinascita Volley '78 Lagonegro che milita nella Serie A (pallavolo maschile) Nazionale.

Lagonegro è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia: 1995, 1999, 2008[52]

Note

Bibliografia

  • A. Guillou, Spiritualità e società religiosa greca nell'Italia Meridionale e la Sicilia, Bari, Istituto Superiore di Teologia Ecumenica "S. Nicola", 1972.
  • Alessandro Falcone, Delle notizie con discorsi Istorici per la Città di Lagonegro (Trascr. dal manoscritto risalente al 1730 a cura di Carlo Calza).
  • Nicola Prosperi, Venti mesi in Lagonegro, Tip. Raffaele Prete, Napoli, 1875.
  • Carlo Pesce, Storia della Città di Lagonegro, Napoli, Stab. Tip. Pansini, 1913.
  • Raffaele Raele, La Città di Lagonegro nella sua vita religiosa, Buenos Aires, 1944.
  • Giuseppe Guida, Il Lagonegrese nel XIX secolo. Considerazioni storiche ed economico-sociali nel centenario dell'impresa dei Mille, Istituto Meridionale di Cultura, Napoli, 1961.
  • Giuseppe Guida, Profili di personaggi lagonegresi, Fasano Editore, Cosenza, 1988.
  • Carlo Calza, Libro di Statuti e Capitoli della Regia Città di Lagonegro, Zaccara Editore, Lagonegro, 1990.
  • Vincenzo Fucci, Madonna degli Angeli una identità ritrovata, Parallelo 88, Reggio Calabria, 2000.
  • Salvatore Trunfio, A proposito di Lagonegro, mpm Lauria, 2000.
  • Relazione della S. Visita alle Chiese di Lagonegro di S.E. Giuseppe Maria Cione Vescovo di Policastro del 27 marzo 1874, Carlo Calza (a cura di), Grafiche Zaccara, Lagonegro, 2006.
  • Carlo Calza, Cronologia della storia della Città di Lagonegro, Grafiche Zaccara, Lagonegro, 2009.
  • Nunziante Capaldo, La formazione delle maestre fra '800 e '900: la scuola Raffaella Settembrini di Lagonegro (1880-1925) (PDF), Basilicata University Press, 2022, ISBN 978-88-31309-17-2.
  • Nunziante Capaldo (a cura di), Scritti Storici aggiornati ed inediti di Giuseppe Guida, Zaccara Editore, 2023, ISBN 9791280537263.
  • Giuseppe Greco, Nerulum, Gagliardi, 2020, ISBN 9788894263251.
  • Giuseppe Greco, Il lago scomparso. L'eredità sommersa dei Longobardi in Italia, Gagliardi, 2023, ISBN 9791281098022.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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