Missione di ritorno del campione

Una missione di ritorno del campione (dall'inglese sample-return mission) è una missione spaziale il cui obiettivo è riportare sulla Terra, a scopo di analisi, campioni provenienti da un altro corpo celeste come un pianeta, una cometa o un asteroide, oppure campioni di particelle interplanetarie (come il vento solare) o interstellari. Questo tipo di missione può essere effettuata da una sonda robotica o come parte di una missione con equipaggio. Rispetto a uno studio condotto in loco dagli strumenti di un robot come il rover marziano Curiosity, raccogliere un campione di suolo e riportarlo sulla Terra permette di effettuare analisi con una precisione maggiore, di manipolare il campione e di modificare le condizioni man mano che la tecnologia e la conoscenza progrediscono.[1][2] I campioni possono essere solo atomi o molecole, gas atmosferici, porzioni di terreno e/o rocce. Possono essere raccolti mediante diversi strumenti, tra cui: collettori di particelle, pale o trapani meccanici, o qualsiasi altro mezzo che consenta di recuperare campioni dall'ambiente in esame.

La Roccia della genesi, recuperata sulla Luna dagli astronauti dell'Apollo 15.
Collettore di particelle di vento solare della sonda Genesis.

Per rispondere al rischio che il trasporto di campioni sulla Terra costituisce per la biosfera terrestre,[3] queste missioni devono generalmente soddisfare i principi guida sulla protezione planetaria.

Al 2023, sono stati raccolti campioni di roccia lunare da missioni robotiche e con equipaggio dalla Luna; la cometa Wild 2 e gli asteroidi 25143 Itokawa e 162173 Ryugu sono stati visitati da sonde spaziali robotiche che hanno riportato campioni sulla Terra, e campioni di vento solare sono stati raccolti dalla missione robotica Genesis. I campioni dell'asteroide 101955 Bennu, raccolti dalla sonda OSIRIS-REx, dovrebbero raggiungere la Terra nel settembre del 2023.

Contesto

La capsula di Stardust rientrata a terra, nel 2006, con il campione di una cometa.

Lo studio del sistema solare costituisce un importante obiettivo scientifico e può fornire preziosi indizi sul processo di comparsa della vita sulla Terra e sulla futura evoluzione del nostro pianeta, ad esempio permettendo di precisare i meccanismi dell'evoluzione del clima terrestre. Inoltre questi studi potrebbero anche portare alla scoperta di nuove forme di vita, che getterebbero una luce completamente nuova nel campo dell'esobiologia.

Fino all'inizio dell'esplorazione spaziale, la conoscenza dei diversi corpi del sistema solare si basava su osservazioni effettuate utilizzando telescopi terrestri e su studi di meteoriti raccolti sulla superficie della Terra. Le informazioni ottenute erano frammentarie anche se gli inizi della spettroscopia consentirono di determinare parzialmente e grossolanamente i principali elementi chimici presenti sulla superficie di questi corpi o nelle loro atmosfere. Oggetti distanti o troppo piccoli erano fuori dalla portata dei telescopi più potenti, così come la faccia nascosta della Luna.

Le prime sonde spaziali, che sorvolarono solo la Luna, Marte e Venere, produssero in breve tempo una messe di scoperte, come l'immagine della faccia nascosta della Luna, così diversa da quella visibile dalla Terra, la sterilità della superficie di Marte o l'inferno venusiano. Il perfezionamento delle tecnologie spaziali permise di mettere in orbita intorno alla Luna, Marte e Venere le prime sonde spaziali e poi di lanciarne altre verso mete più lontane (pianeti esterni) o di più difficile accesso, come Mercurio. Queste sonde spaziali trasportavano telecamere, spettrometri che osservano in diverse lunghezze d'onda e altri strumenti che consentirono di ottenere informazioni remote sulla topografia e la struttura di questi corpi, la composizione elementare, isotopica e molecolare della loro superficie e atmosfera. Queste sonde scoprirono una grande diversità di corpi celesti: oceani sotterranei su Europa e Ganimede, chimica complessa su Titano, vulcanismo su Io, ecc. In seguito i veicoli spaziali robotici vennero perfezionati e atterrarono sulla superficie della Luna (programma Surveyor), quindi su Marte (programma Viking, Mars 3) e Venere (programma Venera), consentendo uno studio in situ della superficie di questi corpi. I lander Viking furono le prime sonde spaziali a tentare uno studio approfondito di campioni di suolo marziano per rilevare la presenza di organismi viventi, ma lo strumento utilizzato non riuscì a fornire informazioni utilizzabili. Le prime macchine a muoversi in superficie furono i Lunakhod sovietici nei primi anni 1970, seguiti dal rover Sojourner della missione Mars Pathfinder (1997), dal successo dei due Mars Exploration Rover (Spirit e Opportunity, 2004) ma soprattutto dal Mars Science Laboratory (Curiosity, 2011).

Vantaggi

Immagine ripresa dalla fotocamera della sonda OSIRIS-REx mentre preleva un campione dall'asteroide 101955 Bennu.

Molte importanti scoperte scientifiche sono avvenute da remoto, grazie all'impiego dei telescopi, mentre solo pochi corpi del sistema solare sono stati esplorati attraverso sonde spaziali in orbita; in alcuni casi, le sonde sono anche atterrate sulla superficie con strumenti in grado di analizzare dei campioni in situ. Sebbene l'esecuzione di tali indagini risulti tecnicamente più semplice rispetto a una missione di raccolta di campioni, gli strumenti di analisi disponibili in un laboratorio terrestre sono molto più avanzati e diversi da quelli con cui può essere equipaggiata una sonda spaziale; essendo disponibili sulla Terra anche strumenti che possono distinguere il materiale extraterrestre da quello derivato da un'eventuale contaminazione di organismi terrestri.[2]

Le limitazioni imposte dalle condizioni di lancio alle sonde spaziali (in termini di massa del carico utile e di energia disponibile) consentono di trasportare solo un numero limitato di piccoli strumenti, progettati molto tempo prima dell'inizio della missione per compiere una precisa strategia di osservazione, ma dotati di una risoluzione relativamente bassa. Disponendo di campioni sulla Terra, si possono effettuare nuove indagini sui campioni raccolti anche dopo diverso tempo, beneficiando del progresso tecnologico degli strumenti di analisi nel corso degli anni.[1][2]

Ad esempio, i campioni di suolo lunare riportati nell'ambito del programma Apollo, sono stati rianalizzati in tempi più recenti con strumenti più sofisticati non esistenti all'epoca dello sbarco umano sulla Luna. Le nuove analisi hanno permesso di specificare l'età del nostro satellite, come e quando si è formata la crosta lunare, come si è formata la Luna e come e quando si è formato il legame con la Terra.[4][5]

Obiettivi

Immagine artistica della missione di ritorno campioni Mars Sample Return.

Al 2023, a parte missioni che hanno riportato a Terra campioni di suolo lunare, asteroidale o polvere interplanetaria, nessuna missione ha ancora riportato campioni di un pianeta terrestre. Le difficoltà risiedono in particolar modo nell'energia richiesta che consenta a un razzo di alzarsi dalla superficie, e poi ritornare verso la Terra. Marte, per la sua vicinanza e accessibilità alla superficie, è il primo obiettivo dal quale riportare campioni sulla Terra incontaminati (a differenza dei meteoriti di origine marziana)[2] da analizzare nei più sofisticati laboratori terrestri per capire se sul pianeta rosso esiste o è esistita la vita.[6] Una missione in fase di sviluppo è la Mars Sample Return, missione congiunta di NASA ed ESA, che usando il rover Perseverance ha già iniziato la raccolta dei primi campioni da rimandare a Terra nella prima metà degli anni 2030.[7]

Nel caso di Venere le difficoltà rispetto a Marte sarebbero enormemente maggiori, per via della maggior gravità e per l'ambiente ostile. Una missione di ritorno da Venere di campioni non potrebbe essere gestita con dei rover, la raccolta dovrebbe avvenire in tempi ristretti e sarebbe casuale, poiché le condizioni estreme della superficie venusiana danneggerebbero in breve tempo gli strumenti di un lander. Sarebbe più semplice, nel caso di Venere, una raccolta di campioni dell'alta atmosfera.[8]

Mercurio è il meno studiato ed esplorato dei pianeti terrestri, a causa della sua vicinanza al Sole ed è poco osservato dai telescopi, anche spaziali, per il rischio che la luce solare possa danneggiarne l'ottica. Nonostante l'assenza di atmosfera e la minor gravità rispetto a Venere, una missione che consenta l'atterraggio di un lander per raccogliere campioni resta comunque impegnativa per l'alta temperatura dell'emisfero diurno e il lungo "giorno mercuriano". Dopo la fine della missione BepiColombo che studierà il pianeta in modo dettagliato, verrà valutata una missione di ritorno di campioni da Mercurio.[8]

Il ritorno di campioni da alcune lune dei pianeti giganti sarebbe di notevole importanza per l'astrobiologia, ad esempio Europa ed Encelado hanno un oceano sotto la superficie di acqua salata da cui fuoriescono pennacchi di acqua e gas; una missione più semplice di quella di un lander sarebbe inviare una sonda che attraversa questi pennacchi raccogliendo i gas e incapsulandoli per trasportarli sulla Terra. Tuttavia le risorse richieste per missioni di questo tipo sono notevoli, in primis per la distanza dalla Terra; inoltre un campione recuperato, ad esempio da Europa, dovrebbe essere conservato per lunghi periodi di tempo a una temperatura non superiore ai 40 kelvin in contenitori totalmente ermetici, per evitare la fuoriuscita di gas.[9]

Lista delle missioni di ritorno dei campioni

Missioni passate o in corso

Data di lancioMissioneAgenzia spazialeTipo di campioneModalità di prelevamentoQuantità del campioneData di ritorno sulla TerraStato
14 giugno 1969Luna 15BUnione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (al lancio)
13 luglio 1969Luna 15Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (all'atterraggio sulla Luna)
16 luglio 1969Apollo 11NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio21,55 kg24 luglio 1969Successo
23 settembre 1969Kosmos 300Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (bloccata in orbita terrestre bassa)
22 ottobre 1969Kosmos 305Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (bloccata in orbita terrestre bassa)
14 novembre 1969Apollo 12NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio34,4 kg24 novembre 1969Successo
6 febbraio 1970Luna 16AUnione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (all'atterraggio sulla Luna)
11 aprile 1970Apollo 13NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio17 aprile 1970Fallimento (nessun sbarco sulla Luna ma sopravvivenza dell'equipaggio)
12 settembre 1970Luna 16Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di pala101 g24 settembre 1970Successo
31 gennaio 1971Apollo 14NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio43 kg9 febbraio 1971Successo
26 luglio 1971Apollo 15NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio77 kg7 agosto 1971Successo
2 settembre 1971Luna 18Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (all'atterraggio sulla Luna)
16 aprile 1972Apollo 16NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio95,8 kg27 aprile 1972Successo
14 febbraio 1972Luna 20Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di pala55 g25 febbraio 1972Successo
7 dicembre 1972Apollo 17NASAroccia lunare / regoliteraccolta dall'equipaggio110 kg19 dicembre 1972Successo
28 ottobre 1974Luna 23Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (trapano danneggiato)
16 ottobre 1975Luna 24AUnione Sovieticaregolite lunarelander munito di palaFallita (al lancio)
9 agosto 1976Luna 24Unione Sovieticaregolite lunarelander munito di pala170 g22 agosto 1976Successo
7 febbraio 1999StardustNASAcoda della cometa 81P/Wildcollettore con aerogel15 gennaio 2006Successo
8 agosto 2001GenesisNASAparticelle di vento solarecollettore di particellepiù di un milione di particelle8 settembre 2004Successo parziale (capsula di ritorno sventrata all'atterraggio sulla Terra)
9 maggio 2003HayabusaJAXA25143 Itokawaproiettile sparato da distanza ravvicinata e raccolta detriti1500 granelli di suolo13 giugno 2010Successo parziale (campione raccolto minore del previsto)
8 novembre 2011Phobos-GruntRoscosmossuolo di Foboslander con braccia roboticheFallita (al lancio)
3 dicembre 2014Hayabusa 2JAXA162173 Ryugusparo di un proiettile a distanza ravvicinata e raccolta detriti5,4 g5 dicembre 2020Successo
23 novembre 2020Chang'e 5CNSAregolite lunarelander munito di pala e trapano1731 g16 dicembre 2020Successo
6 settembre 2016OSIRIS-RExNASA101955 Bennuspruzzo di azoto per sollevare regolite dalla superficie> 60 g di regolite24 settembre 2023Successo

Missioni programmate

Data di lancioMissioneAgenzia spazialeTipo di campioneModalità di prelevamentoQuantità del campioneData di ritorno sulla TerraStato
2024Chang'e 6CNSAregolite lunarelander munito di pala e trapano~ 2 kg2024In fase di sviluppo[10]
2024Martian Moons ExplorationJAXAsuolo di Foboslander> 10 g2029In fase di sviluppo
2026Mars Sample ReturnNASA/ESAsuolo marziano, nuclei di varie rocceprelievi effettuati dal rover Perseverance2031In fase di sviluppo[7]

Missioni in fase di studio

Data di lancioMissioneAgenzia spazialeTipo di campioneModalità di prelevamentoQuantità del campioneData di ritorno sulla TerraStato
2025Tianwen 2CNSA469219 Kamoʻoalewalander con braccia robotiche> 200 gFase di studio[11]
~2027Luna 28Roscosmosregolite lunarelander1 kgFase di studio[12]
2028Tianwen 3CNSAMarterover2031Fase di studio[13]

Note

Bibliografia

Voci correlate

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