Prunella (botanica)

genere di pianta della famiglia Lamiaceae

Prunella L., 1753 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni della famiglia delle Lamiaceae.[1]

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Prunella
Prunella grandiflora
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaLamiaceae
SottofamigliaNepetoideae
TribùMentheae
SottotribùPrunellinae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineLamiales
FamigliaLamiaceae
SottotribùPrunellinae
GenerePrunella
L., 1753
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

Il nome generico (Prunella) deriva da una parola tedesca ("die Braune" o "die Breune") per indicare una infiammazione delle tonsille, una malattia per la cui cura in passato si usava questa pianta. In realtà il nome di questo genere inizialmente era Brunella, usato per la prima volta dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708). È stato successivamente Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné a modificare il nome del genere (non è spiegato il perché) in Prunella.[2][3][4]

Il nome scientifico del genere è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2. 1753" del 1753.[5]

Descrizione

Prunella vulgaris
Prunella grandiflora
Prunella laciniata
Prunella prunelliformis

Queste piante sono alte da pochi centimetri al massimo 50 cm. La forma biologica prevalente è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Non sono piante aromatiche.[4][6][7][8][9][10][11]

Radici

Le radici consistono di molte radichette secondarie generate dal rizoma.

Fusto

  • Parte ipogea: è un rizoma che talvolta presenta degli stoloni superficiali.
  • Parte epigea: è pubescente, fragile a portamento ascendente – eretto; la base può essere ramificata. La sezione del fusto è quadrangolare a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave.

Foglie

Le foglie hanno una forma ovata e si dividono in basali e cauline. Le foglie basali formano una rosetta e sono disposte a coppie e sono picciolate. I margini possono essere interi, crenati, seghettati, laciniati o pennatofidi; sulla superficie sono inoltre presenti delle nervature secondarie evidenti. Le foglie cauline sono disposte in modo opposto e ogni verticillo è alternato rispetto al precedente; sono inoltre più brevemente picciolate (a volte sono sessili); sono leggermente dentate e più lanceolate di quelle basali.

Infiorescenza

L'infiorescenza è una spiga apicale ovoidale o ovale-globosa: tutti i fiori (normalmente 6) sono addensati nell'estremità superiore del fusto. Caratteristici sono i verticilli delle numerose brattee membranose che in modo embricato coprono i calici dei fiori. Le brattee sono ampiamente ovato-acuminate e cigliate sui margini. Alla base dell‘infiorescenza è presente una coppia di foglie opposte (brattee reniformi appuntite (appendice apicale sottile). I fiori sono brevemente pedicellati.

Fiore

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (5-meri: la corolla e il calice - il perianzio - sono a 5 parti).

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X, K (5), [C (2+3), A 2+2] G (2), (supero), 4 nucule[7][9]
  • Calice: il calice è gamosepalo e sub-zigomorfo (debolmente bilabiato) con peli patenti. Il tubo ha una forma da tubolare a campanulata appiattita dorsoventralmente con 10 venature irregolari. La parte terminale è bilabiata col lobo superiore tridentato e quello inferiore bidentato (i denti sono lanceolati). Il calice può essere persistente.
  • Corolla: la corolla è zigomorfa, gamopetala di colore blu - violaceo, rosso, giallo, bianco o porpora. La forma è quella di un largo tubo ascendente, pubescente all'interno (è presente un anello di peli), e terminante con una forma allargata bilabiata a quattro lobi (struttura 1/3): il labbro superiore è alto e più grande di quello inferiore, arcuato e bilobo; mentre quello inferiore pendulo è espanso e trilobo (il lobo centrale è più grande dei due laterali).
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami. I filamenti sono glabri, sono adnati alla corolla, sono tutti paralleli e ascendenti sotto il labbro posteriore, sono incurvati in avanti ed emergono dalla corolla (a volte quelli posteriori sono più corti). Le antere hanno due teche con forme ellissoidi, distinte e divaricate o confluenti; le antere sono inoltre più o meno parallele ai filamenti. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato. Il disco nettario non è lobato ed è ricco di sostanze zuccherine.

Frutti

Il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio o in generale poliachenio) formato da quattro loculi e con diversi semi bruni.

Riproduzione

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti tipo ditteri e imenotteri (impollinazione entomogama).[7][13] Inoltre alcune piante sono mellifere e quindi ricercate dalle api da miele.
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).[14] I semi hanno una appendice oleosa (elaisomi, sostanze ricche di grassi, proteine e zuccheri) che attrae le formiche durante i loro spostamenti alla ricerca di cibo.[15]

Distribuzione e habitat

  • Distribuzione : l'area di origine del genere deve porsi in un lontanissimo passato nel bacino mediterraneo; ma poi le varie specie si sono disperse in tutto il mondo. La maggior parte delle specie sono quindi native dell'Europa, ma anche dell'Asia, dell'Africa del Nord. Alcune specie naturalizzate si trovano nel Cile e in Argentina.[6]
  • Habitat: allo stato spontaneo (in Europa) si trovano a tutte le quote (fino a 2000 m s.l.m.) in terreni calcarei, ben drenati, leggeri e soleggiati; ma anche nei pascoli, siepi e al limite delle boscaglie.[4]

Distribuzione delle specie alpine

Tutte e quattro le specie presenti sul territorio italiano si trovano sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[16].

SpecieComunità
vegetali
Piani
vegetazionali
SubstratopHLivello troficoH2OAmbienteZona alpina
Prunella grandiflora9subalpino
montano
collinare
Ca - Ca/SineutrobassoseccoF2tutto l'arco alpino
Prunella hyssopifolia11collinareCabasicobassoseccoF2 F3SV IM[17]
Prunella laciniata9montano
collinare
Ca - SineutrobassoseccoF2tutto l'arco alpino
(escluso TO SV)
Prunella vulgaris11subalpino
montano
collinare
Ca - SineutromediomedioB7 F3tutto l'arco alpino
Legenda e note alla tabella.

Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province).
Comunità vegetali: 9 = comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche; 11 = comunità delle macro- e megaforbie terrestri.
Ambienti: B7 = parchi, giardini, terreni sportivi; F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino; F3 = prati e pascoli mesofili e igrofili.

Tassonomia

La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie,[9] ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. La famiglia è suddivisa in 7 sottofamiglie; il genere Prunella è descritto all'interno della sottotribù Prunellinae appartenente alla sottofamiglia Nepetoideae (tribù Mentheae).[18]

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 28, 30, 32.[6]

Specie spontanee della flora italiana

Per meglio comprendere ed individuare le 4 specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora spontanea italiana) l'elenco che segue utilizza il sistema delle chiavi analitiche:[8]

  • Gruppo 1A : foglie larghe da 10 a 25 mm con evidenti nervi secondari;
  • Gruppo 2A : la base dell'infiorescenza è avvolta da due foglie; corolla di dimensioni medie da 12 a 17 mm;
Prunella laciniata (L.) – Prunella gialla : tutta la pianta è densamente villosa con peli eretti; si trova in quasi tutta la Penisola fino a 1400 m s.l.m..
Prunella vulgaris (L.) – Prunella comune o Brunella : comune su tutto il territorio dal piano fino a 2000 m s.l.m..
  • Gruppo 2B : infiorescenza libera da foglie avvolgenti (sono presenti solo le due brattee alla base dell'infiorescenza); corolla lunga da 24 a 26 mm;
Prunella grandiflora (L.) Scholler – Prunella delle Alpi : i fiori sono i più grandi della specie; si trova solo sui pascoli subalpini del Nord Italia fino a 2400 m s.l.m..
  • Gruppo 1B : larghezza delle foglie minore di 10 mm e uninervie;
Prunella hyssopifolia L. – Prunella a foglie strette : fiori di colore violetto (a volte anche pallido); è presente solamente in Liguria fino agli 800 m s.l.m..

Elenco specie

Elenco delle specie del genere Prunella:[19]

Ibridi

Nell'elenco seguente sono indicati alcuni ibridi interspecifici:[19]

  • Prunella × bicolor Beck
  • Prunella × codinae Sennen
  • Prunella × gentianifolia Pau
  • Prunella × intermedia Link
  • Prunella × surrecta Dumort.

Sinonimi

L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[20]

  • Brumella Mill., 1754
  • Prunellopsis Kudô, 1920

Usi

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia

Sono piante che nella medicina popolare sono molto usate per diversi trattamenti di lievi disturbi come intossicazione alimentare, bolle cutanee, tagli e infiammazioni in genere. In Cina alcune piante della specie sono usate come bevande a base di erbe per il trattamento di lievi disturbi corporei.[4]

Cucina

Le foglie primaticce della Prunella vulgaris sono usate come insalata anche se hanno un leggero sapore amarognolo.

Giardinaggio

L'impiego più importante delle specie di questo genere è nel giardinaggio. Con successo, specialmente la Prunella grandiflora grazie ai suoi grandi fiori, si adattano bene a formare aiuole, bordure, ma anche ad ornare i giardini rocciosi.

Altro

Le piante della specie Prunella sono il cibo preferito di larve di alcuni lepidotteri della specie Coleophora albitarsella.

Note

Bibliografia

  • Ingrid e Peter Schonfelder, Guida alle piante medicinali, Ricca editore, Roma, 2013, pagine 448 ISBN 978-88-6694-001-2
  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
  • Roberto Chej, Piante medicinali, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982.
  • David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 850, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica – Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 2, 1960.
  • Bryan T. Drew, Kenneth J. Sytsma, Phylogenetics, biogeography, and staminal evolution in the tribe Mentheae (Lamiaceae)., in American Journal of Botany, vol. 99, n. 5, 2012, pp. 933–953.

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