Strudà

frazione del comune italiano di Vernole

Strudà è una frazione di 1.659 abitanti del comune Vernole in Provincia di Lecce.

Strudà
frazione
Strudà – Veduta
Strudà – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Lecce
Comune Vernole
Territorio
Coordinate40°19′11.68″N 18°16′54.34″E / 40.31991°N 18.28176°E40.31991; 18.28176 (Strudà)
Altitudine42 m s.l.m.
Abitanti1 659 (censimento 2001)
Altre informazioni
Cod. postale73029
Prefisso0832
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantistrudesi
PatronoNostra Signora della Neve
Giorno festivo5 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Strudà
Strudà

Geografia fisica

Territorio

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

Strudà è una delle cinque frazioni appartenenti al territorio comunale di Vernole. È situata a nord del comune capoluogo da cui dista 4,5 km. L'abitato sorge a 42 m s.l.m.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Clima della Puglia e Stazione meteorologica di Lecce Galatina.

Dal punto di vista meteorologico Strudà rientra nel territorio del Salento orientale che presenta un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le precipitazioni, frequenti in autunno ed in inverno, si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/anno. La primavera e l'estate sono caratterizzate da lunghi periodi di siccità.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del Salento orientale sono influenzati fortemente dal vento attraverso correnti fredde di origine balcanica, oppure calde di origine africana[1].

Vernole-Strudà Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 12,613,215,018,322,626,829,229,626,221,817,614,213,318,628,521,920,6
T. min. media (°C) 5,65,87,29,513,117,019,519,917,313,79,97,16,29,918,813,612,1
Precipitazioni (mm) 71606540332016224980977420513858226627
Umidità relativa media (%) 78,778,277,877,376,272,970,972,476,579,280,580,379,177,172,178,776,7

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Salento e Storia della Puglia.

Il territorio fu abitato fin dall'età del bronzo. Le origini dell'abitato sono di epoca romana. Il toponimo, infatti, deriverebbe dal termine latino struthea, una specie di mela cotogna selvatica che, nelle campagne a ridosso del centro abitato, cresce spontaneamente.Tancredi d'Altavilla inglobò il feudo di Strudà (Casale Strute) alla Contea di Lecce. Seguì le sorti del Principato di Taranto, sotto la signoria degli Orsini Del Balzo e nel 1591 fu venduto ai Pagano. Nel 1607 passò alla famiglia Saluzzo; nel 1627 fu acquistato dai Salamy che l'anno dopo lo cedettero agli Esperti. A questa famiglia si deve la ristrutturazione del palazzo ducale. Con il matrimonio fra Margherita Vittoria Esperti e Andrea Saraceno di Montemesola, il quale si distacco dalla famiglia dei Saraceni e ne fondó una nuova insieme a Margherita Vittoria Esperti con il nome si Saraceno-Esperti. Il palazzo e feudo furono trasmessi a questa famiglia fino alla applicazione delle leggi eversive della feudalità. Nel 1866, con l'unificazione dell'Italia e la fine del dominio borbonico, l'universitas di Strudà fu aggregata al Comune di Vernole insieme alle universitates di Acaja, Acquarica di Lecce, Pisignano e Vanze[2].

Lo Stemma

Lo stemma di Strudà è questo:

Storia del palazzo Esperti-Saraceni

La storia del palazzo marchesale di Strudà è molto antica e affascinante. Si narra che il primo nucleo del palazzo fu costruito nel XV secolo dai baroni Esperti, che erano originari della Spagna e che avevano ricevuto il feudo di Strudà dal re Ferdinando I d'Aragona. I baroni Esperti erano noti per essere grandi mecenati e protettori delle arti, e fecero del palazzo un centro di cultura e di splendore. Qui ospitarono artisti, letterati, filosofi e scienziati, tra cui il celebre astronomo Galileo Galilei, che visitò il palazzo nel 1610 e vi osservò le fasi di Venere con il suo telescopio.

Nel XVI secolo, il palazzo fu ampliato e abbellito con elementi rinascimentali, come il portale bugnato, le finestre a bifora e il cortile interno con il pozzo. Il palazzo divenne anche sede di una cappella gentilizia dedicata a San Nicola di Bari, il patrono della famiglia Esperti. La cappella fu decorata con affreschi raffiguranti scene della vita del santo e con stucchi dorati. La cappella conserva ancora oggi un prezioso reliquiario in argento contenente una spina della corona di Cristo, donata ai baroni Esperti dal papa Clemente VIII.

Nel XVIII secolo, il palazzo passò per via ereditaria alla famiglia Saraceno, che era originaria di Napoli e che aveva acquisito il titolo di marchesi di Strudà. I Saraceno erano una famiglia molto ricca e potente, che aveva interessi commerciali e politici in tutto il Regno di Napoli. I Saraceno apportarono al palazzo ulteriori modifiche e aggiunte, come la balconata barocca, il salone delle feste, la biblioteca e il giardino all'italiana. Il palazzo divenne così uno dei più sontuosi e prestigiosi del Salento, e vi si svolgevano ricevimenti, banchetti, concerti e spettacoli teatrali. Tra gli ospiti illustri del palazzo ci furono il re Carlo III di Borbone, l'imperatore Giuseppe II d'Asburgo e il musicista Domenico Cimarosa.

Il palazzo marchesale di Strudà è rimasto di proprietà dei discendenti dei Saraceno fino ai giorni nostri. Nel 2020, i proprietari hanno deciso di aprire il palazzo al pubblico per visite guidate e eventi culturali, con lo scopo di valorizzare e diffondere la storia e l'arte del palazzo. Il palazzo è considerato un monumento nazionale ed è tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali della Puglia. Il palazzo è anche sede di un museo che espone oggetti, documenti, dipinti e arredi appartenuti alle famiglie Esperti e Saraceno. Il museo offre ai visitatori un viaggio nel tempo attraverso le diverse epoche e gli stili che hanno caratterizzato il palazzo marchesale di Strudà.

Storia del convento dei francescani

Il convento di Strudà fu fondato nel 1498 dai Francescani Scalzi, un ramo dell'ordine francescano che si distingueva per la sua rigorosa osservanza della povertà e della semplicità. I frati si dedicavano alla predicazione, all'assistenza ai poveri e alla cura degli infermi. Il convento era situato in una zona rurale, circondato da ulivi e vigneti. Il convento era composto da una chiesa dedicata a San Francesco, un chiostro con un pozzo al centro, una biblioteca che conservava preziosi manoscritti e una foresteria che accoglieva i pellegrini e i visitatori. Il convento era anche un centro culturale, dove si tenevano incontri, conferenze e dibattiti su temi religiosi e sociali. Il convento di Strudà visse un periodo di splendore fino alla metà del XVII secolo, quando fu colpito da una serie di calamità. Nel 1650, il convento fu soppresso dal papa Innocenzo X, che decise di ridurre il numero dei conventi francescani in Italia. I frati furono costretti a trasferirsi in altri conventi più grandi e meglio attrezzati. Il convento di Strudà fu abbandonato al suo destino e iniziò a decadere. Nel corso dei secoli, il convento subì i danni del tempo, delle intemperie e dei saccheggi. Oggi del convento rimangono solo alcuni resti, che testimoniano la sua antica bellezza e importanza. Il convento di Strudà è un patrimonio storico e artistico da salvaguardare e valorizzare.

Il pozzo della Madonna della Neve

Il Pozzo di Strudà è un antico pozzo che si trova nella piazza principale del paese, di fronte al Palazzo Baronale dei Saraceno. Il pozzo è una fedele replica della cinquecentesca fonte monumentale in pietra leccese andata distrutta nel 1958. Su di esso si erge l'originaria statua della Madonna della Neve, elemento scultoreo scampato alla demolizione. Il pozzo è stato ricostruito nel 2009¹.

Il pozzo ha una forma ottagonale e presenta otto colonne che sorreggono una cupola con una croce in cima. Al centro del pozzo c'è una vasca circolare con un'apertura da cui sgorga l'acqua. Il pozzo è decorato con motivi floreali e geometrici, tipici dell'arte barocca leccese. Il pozzo è circondato da una ringhiera in ferro battuto.

Il pozzo è dedicato alla Madonna della Neve, la patrona di Strudà. La statua della Madonna, in pietra leccese, raffigura la Vergine con il Bambino in braccio, con un manto azzurro e una corona dorata. La statua è posta su una base con quattro angeli che reggono uno stemma con le iniziali M e N. La statua è protetta da una teca di vetro.

La devozione alla Madonna della Neve risale al 5 agosto 1498, quando si narra che nevicò a Strudà, un fenomeno straordinario per il clima salentino. La gente interpretò la neve come un segno della presenza della Madonna e costruì una chiesa in suo onore. La chiesa, che si trova a poca distanza dal pozzo, è la chiesa madre del paese e conserva al suo interno un altare dedicato alla Madonna della Neve².

Il pozzo era un punto di ritrovo per gli abitanti di Strudà, che vi attingevano l'acqua per le loro necessità quotidiane. Il pozzo era anche un luogo di preghiera e di devozione, dove si recitavano il rosario e le litanie alla Madonna. Il pozzo era anche testimone di momenti di festa e di allegria, come le feste patronali, i matrimoni e le fiere.

Il pozzo di Strudà è un simbolo della storia e della cultura di questo paese salentino, che ha saputo conservare le sue tradizioni e la sua fede. Il pozzo è anche un'opera d'arte, che esprime la maestria e la creatività degli artisti locali. Il pozzo è infine un invito a scoprire le bellezze e i tesori di Strudà, un paesino a metà tra Lecce e il mare³.

La leggenda di Strudà

La leggenda di Strudà è legata al culto della Madonna della Neve, la patrona del paese. Si narra che nel 1200, durante una terribile siccità, una donna di nome Lucia, che viveva in una masseria vicino al paese, ebbe una visione della Madonna, che le chiese di andare a scavare un pozzo in un luogo indicato da un fiore bianco. Lucia obbedì e si mise alla ricerca del fiore, ma non lo trovò. Allora pregò ancora la Madonna, che le apparve nuovamente e le disse di tornare il giorno dopo. Il giorno seguente, Lucia si recò di nuovo nel luogo indicato e vide con stupore che il fiore era sbocciato sulla neve, nonostante fosse estate. Lucia scavò il pozzo e ne sgorgò dell'acqua limpida e fresca, che portò sollievo alla popolazione assetata. Da allora, il pozzo fu chiamato Pozzo della Madonna della Neve e divenne meta di pellegrinaggi e devozione. La Chiesa parrocchiale di Strudà fu costruita in onore della Madonna della Neve e conserva ancora oggi una statua lignea raffigurante la Vergine con il Bambino⁴. Ogni anno, il 5 agosto, si celebra la festa della Madonna della Neve con una processione e dei fuochi d'artificio³.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa Madre di Santa Maria ad Nives

Chiesa Madre

La chiesa Madre di Santa Maria ad Nives è il principale luogo di culto cattolico del paese.

L'impianto originale risale al XIII secolo ma l'aspetto attuale della chiesa è dovuto ai restauri della fine del XVI secolo: dell'edificio originario sono rimasti esclusivamente i muri perimetrali, la porta laterale e alcuni altari. La facciata si presenta semplice e lineare, caratterizzata da due nicchie con le statue degli apostoli Pietro e Paolo, portale d'ingresso e finestra centinata. L'interno, a navata unica, accoglie quattro altari in pietra leccese dedicati alla Madonna di Costantinopoli, alla Madonna della Neve, alla Madonna del Rosario e a san Francesco di Paola, quest'ultimo contenente lo stemma dei marchesi Saraceno. Al 1725 risale la sacrestia; il tetto, originariamente in canne, venne ricostruito nel 1823 con una volta a spigolo. L'edificio è inoltre provvisto di un campanile a vela, posto sul lato sinistro della costruzione[3].

L'organo a canne della chiesa è stato costruito nel 2000 da Eligio Bevilacqua[4]. A trasmissione elettrica, la sua consolle ha due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note.

Centro Pastorale San Giovanni Paolo II

Il 17 Settembre 2017 è stato inaugurato con benedizione solenne da Don Andrea Zonno alla presenza di grande partecipazione di popolo, il nuovo Centro Pastorale - Oratorio intitolato al grande Papa polacco. Dal 1962 la suddetta struttura parrocchiale ha accolto le Suore Salesiane dei Sacri Cuori di San Filippo Smaldone che hanno servito la comunità mediante l'educazione dei più piccoli. La scuola dell'infanzia "Maria SS.della Neve" è stata punto di riferimento per tante famiglie, luogo di ascolto e di sostegno umano e religioso. Dopo il ritiro delle Suore, la struttura continua ad essere luogo educativo parrocchiale per le attività ludiche, spirituali, catechetiche e formative della Comunità.

Altre chiese

Cappella Madonna delle Grazie

Architetture civili

Palazzo Baronale Esperti-Saraceno

Il palazzo Baronale Esperti-Saraceno fu edificato tra il XV e il XVI secolo . La facciata è caratterizzata da una pregevole balconata barocca e da un portale bugnato sormontato da mensole. L'edificio è a pianta rettangolare e al suo interno sono visibili grandi sale settecentesche ed un ingegnoso sistema di raccolta della acque piovane.

Masseria Visciglito

La masseria Visciglito risale al XVI secolo e sorge su un antico tracciato viario. Nel 1755 risulta appartenere al Collegio della Compagnia di Gesù di Lecce. Il complesso masserizio è costituito da molino, cantine, capanne, pozzo, da due frantoi ipogei, da una chiesa cinquecentesca e da un edificio palazziato caratterizzato da un colonnato e da una scala in pietra per l'accesso al piano superiore.

Altro

Pozzo della Madonna della Neve

Il pozzo costituisce una fedele replica della cinquecentesca fonte monumentale in pietra leccese andata distrutta nel 1958. Su di esso si erge l'originaria statua della Madonna della Neve, elemento scultoreo scampato alla demolizione. È stato ricostruito nel 2009. Il pozzo, oltre al suo naturale compito di provvedere alle necessità idriche della cittadina e del circondario, svolgeva funzioni di aggregazione sociale e, in origine, finanche di carattere amministrativo-istituzionale essendo storicamente indicato quale punto di riferimento del foro parlamentare che riuniva periodicamente la maggior parte delle Universitates appartenenti all'area contermine alla città capoluogo di Lecce.

Note

Bibliografia

  • Luciano Graziuso, Vernole e frazioni, Lecce, Capone editore, 1979.
  • Bernardino Realino Nocera, Strudà il mio paese, 1980.
  • Bernardino Realino Nocera, Strudà il mio paese 2, luglio 2017

Altri progetti

Collegamenti esterni

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