Ganoderma lucidum

specie di fungo

Ganoderma lucidum (Curtis) P. Karst., Revue mycol., Toulouse 3(no. 9): 17 (1881).[1], è un fungo parassita oppure saprofita che predilige il legno di quercia o castagno; è conosciuto in Cina per le sue proprietà officinali, in quanto, secondo alcuni, conterrebbe principi attivi in grado di regolare il livello di colesterolo, la glicemia e di agire positivamente sull'aritmia cardiaca.[2]

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Ganoderma lucidum
Ganoderma lucidum
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneBasidiomycota
ClasseAgaricomycetes
OrdinePolyporales
FamigliaGanodermataceae
GenereGanoderma
SpecieG. lucidum
Nomenclatura binomiale
Ganoderma lucidum
(Curtis) P. Karst.
Ganoderma lucidum
Ganoderma lucidum
Caratteristiche morfologiche
Cappello
no
Imenio
Lamelle
no
Sporata
marrone
Velo
nudo
Carne
immutabile
Ecologia
Commestibilità
non commestibile

In Cina è conosciuto col nome di Ling zhi mentre in Giappone con l'appellativo di reishi (霊芝?).

Descrizione della specie

Cappello

Del diametro fino a 15 cm, circolare, reniforme o a ventaglio, con gambo verticale od obliquo, superficie lucida-laccata oppure opaca in età molto avanzata, color bruno-rossastra, con orlo del cappello giallastro, spesso con striature concentriche che gli conferiscono un aspetto zonato.

Tubuli

Corti, alti 10-20 mm, bianchi e poi giallastri.

Pori

Piccoli, con diametro di 0,2-0,3 mm, in numero di 4-5 per mm, rotondi-irregolari, bianco-giallastri.

Gambo

Quasi sempre eccentrico, concolore al cappello o più scuro, di dimensione variabile 15-30 cm, noduloso, lucido, raramente assente.

Carne

Elastica, poi coriacea, legnosa ma non troppo, quasi rugginosa.

  • Odore: leggero, gradevole, di tannino.
  • Sapore: legnoso, tannico.

In età avanzata può essere soggetto all'attacco di tarli che lo riducono praticamente in polvere.

Pori in dettaglio

Microscopia

Spore
Brunastre in massa, ovoidali, con l'apice tronco, verrucose, 9-11,5 x 6-9 µm.
Basidi
claviformi, tetrasporici.

Habitat

Fungo saprofita, cresce in primavera inoltrata, estate ed autunno, su ceppi di latifoglie specialmente di quercia e di castagno, talvolta anche di olivo.

Commestibilità

Il fungo non risulta essere immediatamente commestibile: agli scopi di cura, infatti, si utilizza una polvere essiccata.

Biochimica

Acido ganoderico A, molecola isolata dal G. lucidum

Il G. lucidum produce un gruppo di triterpeni chiamati acidi ganoderici, che hanno una struttura molecolare simile agli ormoni steroidi.[3] e contiene altri composti presenti spesso nei funghi, quali polisaccaridi (β-glucano), cumarina[4], mannitolo e alcaloidi.[3]

Medicina

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

In Cina e in Giappone viene coltivato sin dall'antichità, essiccato e poi ridotto in polvere; è adoperato per la preparazione di decotti, unguenti, liquori oppure viene semplicemente trasformato in compresse; secondo la tradizione, perché nessuna di tali è supportata da evidenze scientifiche, possiederebbe proprietà officinali.[2]

Alcuni studi in vitro hanno evidenziato, preliminarmente, un possibile ruolo dei triterpeni fungini di tipo anti-infiammatorio e di tipo citotossico oncologico.[5][6][7]

Etimologia

Dal latino lucidum, lucido, per il suo aspetto lucido, brillante, quasi laccato.

Sinonimi e binomi obsoleti

  • Agarico-igniarium trulla Paulet, Traité Champ., Atlas 2: 95 (1793)
  • Agaricus lignosus Lam., Encyclopédie Méthodique Botanique (Paris) 1: 51 (1783)
  • Agaricus pseudoboletus Jacq., Misc. Austriaca: 26, t. 41 (1778)
  • Boletus castaneus Weber, Suppl. Fl. hols.: 13 (1787)
  • Boletus crustatus J.J. Planer, Ind. Pl. erfurt. Fung. add.: 23 (1788)
  • Boletus dimidiatus Thunb., Flora japonica (1784)
  • Boletus flabelliformis Leyss., Florae halensis: 219 (1761)
  • Boletus laccatus Timm, Fl. Megapol. Prodr.: 269 (1788)
  • Boletus lucidus Curtis, Fl. Londin.: 72 (1781)
  • Boletus rugosus Jacq., Fl. austriac. 2: 44 (1774)
  • Boletus verniceus Brot., Fl. lusit. 2: 468 (1804)
  • Boletus vernicosus Bergeret, (1783)
  • Fomes japonicus (Fr.) Sacc., Sylloge fungorum (Abellini) 6: 156 (1888)
  • Fomes lucidus (Curtis) Cooke, Nov. Symb. Myc.: 61 (1851)
  • Ganoderma japonicum (Fr.) Sawada, Rep. Govt Res. Inst. Dep. Agric. Formosa 51: 76 (1931)
  • Ganoderma mongolicum Pilát, Annales Mycologici 68: 78 (1940)
  • Ganoderma nitens Lázaro Ibiza, Revta R. Acad. Cienc. exact. fis. nat. Madr. 14: 104 (1916)
  • Ganoderma ostreatum Lázaro Ibiza, Revta R. Acad. Cienc. exact. fis. nat. Madr. 14: 110 (1916)
  • Ganoderma pseudoboletus (Jacq.) Murrill, Bull. Torrey bot. Club 29: 602 (1902)
  • Grifola lucida (Curtis) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 644 (1821)
  • Phaeoporus lucidus (Curtis) J. Schröt., Kryptogamenflora der Schweiz 3: 491 (1888) [1889]
  • Placodes lucidus (Curtis) Quél., Fl. mycol. (Paris): 399 (1888)
  • Polyporus japonicus Fr., Epicrisis systematis mycologici (Uppsala): 442 (1838) [1836]
  • Polyporus laccatus (Timm) Pers., Mycol. eur., Section 1 (Erlanga) 2: 54 (1825)
  • Polyporus lucidus (Curtis) Fr., Systema mycologicum (Lundae) 1: 353 (1821)
  • Scindalma japonicum (Fr.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3: 518 (1898)

Note

Bibliografia

  • Riccardo Mazza, I Funghi, Sonzogno, 2000, ISBN 88-454-0991-0.
  • Carlo Papetti, Giovanni Consiglio e Giampaolo Simonini (a cura di), Atlante fotografico dei Funghi d'Italia Vol.I, Associazione Micologica Bresadola, 1999.

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