Populismo di destra

ideologia politica

Il populismo di destra, chiamato anche populismo nazionale, è un'ideologia politica che combina la politica di destra con la retorica e i temi populisti. La retorica consiste spesso in sentimenti anti-elitista e anti-intellettuali, opposizione alla classe dirigente e parlare alla "gente comune". Sia il populismo di destra che il populismo di sinistra si oppongono al controllo percepito delle democrazie liberali da parte delle élite; tuttavia, mentre il populismo di sinistra si oppone al potere delle grandi corporazioni e dei loro alleati, il populismo di destra normalmente sostiene forti controlli sull'immigrazione.[1][2]

Jair Bolsonaro, ex presidente del Brasile, e Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti d'America, due figure simbolo del populismo di destra alla fine degli anni 2010.

In Europa, il termine populismo di destra è usato per descrivere gruppi, politici e partiti generalmente noti per la loro opposizione all'immigrazione,[3] in particolare del mondo islamico,[4] e per l'euroscetticismo.[5] Il populismo di destra nel mondo occidentale è generalmente associato a ideologie come l'anti-ambientalismo,[6] il neo-nazionalismo,[7][8] l'anti-globalizzazione,[9] il nativismo[10][11] e il protezionismo.[12] I populisti di destra europei possono sostenere l'espansione dello stato sociale, ma solo per i "meriti"; [13]questo concetto è stato definito "sciovinismo del benessere".[14][15][16]

Descrizione

Motivi ideologici

Mescola alcuni elementi del laissez-faire e del liberismo ("meno tasse") con altri elementi della Nuova Destra, il rifiuto dell'uguaglianza sociale e dell'egualitarismo (e quindi di progetti politici finalizzati al suo raggiungimento), la critica del multiculturalismo[17] e il contrasto all'immigrazione[18]. La tendenza populista è la battaglia per gli interessi popolari, dai richiami all'antipolitica (che diventa lo strumento principale di coinvolgimento del popolo e quindi di acquisizione del consenso), e dagli appelli all'uomo comune in contrasto con le istituzioni, con le élite, e con l'establishment.[17][19]

Pratica politica

Altre caratteristiche a volte presenti nei partiti della destra populista sono una leadership carismatica, la demonizzazione degli avversari politici, la ricerca di un capro espiatorio, il cospirazionismo, la disinformazione e la manipolazione dell'informazione[20] e il produzionismo.[21] I partiti europei condividono inoltre un diffuso euroscetticismo.[22]

Lo sviluppo dei nuovi populismi si situa all’interno della crisi delle culture progressiste. Anziché cercare di migliorare le proprie condizioni di vita, gli individui sarebbero spinti a cercare qualcuno a cui far pagare il proprio malessere: è in questo percorso che emergono gli agenti politici dell’intolleranza – da Le Pen a Haider, dai postfascisti italiani a Sarkozy, per citare alcuni casi – che indicano gli obiettivi verso cui si indirizzerebbe l’odio sociale.[23]

Al contempo, "la collera contro le élite culturali” prenderebbe la forma di una collera contro il femminismo, contro il movimento dei diritti civili, contro la tolleranza religiosa e il multiculturalismo.[24]

Tipologie

Pur essendo caratterizzato dalle tendenze sopra esposte, il populismo di destra non è in realtà un monolite unico, e anzi si registrano alcune differenze tra i vari movimenti, dovute alla diversa storia e cultura politica che li hanno generati;[19] mentre alcuni di questi partiti nascono da movimenti neofascisti o comunque di estrema destra, altri sono sorti invece grazie a scissioni da partiti conservatori o liberali.[25]

Non esiste un'organizzazione internazionale che raggruppi questi partiti, né un partito europeo; al Parlamento Europeo i populisti di destra non formano un gruppo a sé, ma si dividono tra i Non iscritti e altri gruppi di destra, come Europa della Libertà e della Democrazia o, in passato, il Gruppo Tecnico delle Destre Europee (1989-1994), il gruppo Identità, Tradizione, Sovranità (2007), il gruppo per un'Europa delle Democrazie e delle Diversità (1999-2004), e quello Indipendenza e Democrazia (2004-2009).

Herbert Kitschelt, seguito poi da Pierre-André Taguieff, ha diviso i partiti populisti di destra in tre diverse tendenze o sottocategorie: la nuova destra radicale, caratterizzata dalla difesa del mercato e da una visione autoritaria (es. Fronte Nazionale e Vlaams Belang), i partiti del cosiddetto welfare sciovinista (come I Repubblicani tedeschi) e, infine, i rappresentanti del populismo antistatale/antistatalista (Partito della Libertà Austriaco e Lega Nord).[26]

Altri politologi come Hans-Georg Betz hanno invece individuato due tipi di populismo di destra: il populismo "neo-liberale"-libertario e il populismo autoritario o "nazional-populismo" dall'altro.[27]

A partire dagli anni novanta partiti populisti di destra si sono affermati in diversi stati europei, come per esempio Francia, Italia[28] e Paesi Bassi. Secondo Chantal Mouffe, l'ascesa del populismo di destra è stata spesso una conseguenza dell'affievolimento delle differenze tra i partiti tradizionali di destra e sinistra, dovuto a uno schiacciamento di questi verso il centro, e alla capacità di questi nuovi movimenti di saper dare espressione a esigenze non più rappresentate dai partiti esistenti.[29]

Partiti

Diversi partiti vengono comunemente classificati all'interno del populismo di destra:

Note

Bibliografia

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