Populismo di destra
Il populismo di destra, chiamato anche populismo nazionale, è un'ideologia politica che combina la politica di destra con la retorica e i temi populisti. La retorica consiste spesso in sentimenti anti-elitista e anti-intellettuali, opposizione alla classe dirigente e parlare alla "gente comune". Sia il populismo di destra che il populismo di sinistra si oppongono al controllo percepito delle democrazie liberali da parte delle élite; tuttavia, mentre il populismo di sinistra si oppone al potere delle grandi corporazioni e dei loro alleati, il populismo di destra normalmente sostiene forti controlli sull'immigrazione.[1][2]
In Europa, il termine populismo di destra è usato per descrivere gruppi, politici e partiti generalmente noti per la loro opposizione all'immigrazione,[3] in particolare del mondo islamico,[4] e per l'euroscetticismo.[5] Il populismo di destra nel mondo occidentale è generalmente associato a ideologie come l'anti-ambientalismo,[6] il neo-nazionalismo,[7][8] l'anti-globalizzazione,[9] il nativismo[10][11] e il protezionismo.[12] I populisti di destra europei possono sostenere l'espansione dello stato sociale, ma solo per i "meriti"; [13]questo concetto è stato definito "sciovinismo del benessere".[14][15][16]
Descrizione
Motivi ideologici
Mescola alcuni elementi del laissez-faire e del liberismo ("meno tasse") con altri elementi della Nuova Destra, il rifiuto dell'uguaglianza sociale e dell'egualitarismo (e quindi di progetti politici finalizzati al suo raggiungimento), la critica del multiculturalismo[17] e il contrasto all'immigrazione[18]. La tendenza populista è la battaglia per gli interessi popolari, dai richiami all'antipolitica (che diventa lo strumento principale di coinvolgimento del popolo e quindi di acquisizione del consenso), e dagli appelli all'uomo comune in contrasto con le istituzioni, con le élite, e con l'establishment.[17][19]
Pratica politica
Altre caratteristiche a volte presenti nei partiti della destra populista sono una leadership carismatica, la demonizzazione degli avversari politici, la ricerca di un capro espiatorio, il cospirazionismo, la disinformazione e la manipolazione dell'informazione[20] e il produzionismo.[21] I partiti europei condividono inoltre un diffuso euroscetticismo.[22]
Lo sviluppo dei nuovi populismi si situa all’interno della crisi delle culture progressiste. Anziché cercare di migliorare le proprie condizioni di vita, gli individui sarebbero spinti a cercare qualcuno a cui far pagare il proprio malessere: è in questo percorso che emergono gli agenti politici dell’intolleranza – da Le Pen a Haider, dai postfascisti italiani a Sarkozy, per citare alcuni casi – che indicano gli obiettivi verso cui si indirizzerebbe l’odio sociale.[23]
Al contempo, "la collera contro le élite culturali” prenderebbe la forma di una collera contro il femminismo, contro il movimento dei diritti civili, contro la tolleranza religiosa e il multiculturalismo.[24]
Tipologie
Pur essendo caratterizzato dalle tendenze sopra esposte, il populismo di destra non è in realtà un monolite unico, e anzi si registrano alcune differenze tra i vari movimenti, dovute alla diversa storia e cultura politica che li hanno generati;[19] mentre alcuni di questi partiti nascono da movimenti neofascisti o comunque di estrema destra, altri sono sorti invece grazie a scissioni da partiti conservatori o liberali.[25]
Non esiste un'organizzazione internazionale che raggruppi questi partiti, né un partito europeo; al Parlamento Europeo i populisti di destra non formano un gruppo a sé, ma si dividono tra i Non iscritti e altri gruppi di destra, come Europa della Libertà e della Democrazia o, in passato, il Gruppo Tecnico delle Destre Europee (1989-1994), il gruppo Identità, Tradizione, Sovranità (2007), il gruppo per un'Europa delle Democrazie e delle Diversità (1999-2004), e quello Indipendenza e Democrazia (2004-2009).
Herbert Kitschelt, seguito poi da Pierre-André Taguieff, ha diviso i partiti populisti di destra in tre diverse tendenze o sottocategorie: la nuova destra radicale, caratterizzata dalla difesa del mercato e da una visione autoritaria (es. Fronte Nazionale e Vlaams Belang), i partiti del cosiddetto welfare sciovinista (come I Repubblicani tedeschi) e, infine, i rappresentanti del populismo antistatale/antistatalista (Partito della Libertà Austriaco e Lega Nord).[26]
Altri politologi come Hans-Georg Betz hanno invece individuato due tipi di populismo di destra: il populismo "neo-liberale"-libertario e il populismo autoritario o "nazional-populismo" dall'altro.[27]
A partire dagli anni novanta partiti populisti di destra si sono affermati in diversi stati europei, come per esempio Francia, Italia[28] e Paesi Bassi. Secondo Chantal Mouffe, l'ascesa del populismo di destra è stata spesso una conseguenza dell'affievolimento delle differenze tra i partiti tradizionali di destra e sinistra, dovuto a uno schiacciamento di questi verso il centro, e alla capacità di questi nuovi movimenti di saper dare espressione a esigenze non più rappresentate dai partiti esistenti.[29]
Partiti
Diversi partiti vengono comunemente classificati all'interno del populismo di destra:
- Austria: Partito della Libertà Austriaco,[30][31][32] Alleanza per il Futuro dell'Austria;[32]
- Belgio: Interesse Fiammingo;[31][33]
- Croazia: Partito Croato dei Diritti;[34]
- Danimarca: Partito del Progresso,[17][31] Partito Popolare Danese;[35]
- Finlandia: Veri Finlandesi;[36]
- Francia: Rassemblement National,[31][37][38] Movimento Nazionale Repubblicano;[34][39]
- Germania: Alternativa per la Germania,[40] I Repubblicani,[31][41] Unione Popolare Tedesca;[34]
- Grecia: Raggruppamento Popolare Ortodosso;[42]
- Italia: Lega Nord[31][43][44], Lega per Salvini Premier, Fratelli d’Italia[45], CasaPound[46] e Die Freiheitlichen[34][47], Forza Italia.
- Norvegia: Partito del Progresso;[17][31][48]
- Paesi Bassi: Partito per la Libertà,[49] Lista Pim Fortuyn;[50]
- Regno Unito: Partito per l'Indipendenza del Regno Unito;[51]
- Russia: Partito Liberal-Democratico di Russia;[52]
- Slovacchia: Partito Nazionale Slovacco;[53]
- Slovenia: Partito Nazionale Sloveno;[54]
- Stati Uniti: Tea Party;[55]
- Svezia: Nuova Democrazia,[31][43] Democratici Svedesi;[56]
- Svizzera: Unione Democratica di Centro,[57] Lega dei Ticinesi,[31][58] Partito Svizzero della Libertà,[31] Movimento dei Cittadini Ginevrini.[58]
Note
Bibliografia
- (EN) Hans-Georg Betz, Radical Right-Wing Populism in Western Europe, New York, St. Martin's press, 1994, ISBN 0-312-08390-4. URL consultato l'11 giugno 2012.
- (FR) Pierre Blaise, Extrême droite et national-populisme en Europe de l'Ouest. Analyse par pays et approches transversales, CRISP, 2004, ISBN 978-2-87075-090-2. URL consultato l'11 giugno 2012.
- Sara Gentile, Il populismo nelle democrazie contemporanee. Il caso del Front National di Jean Marie Le Pen, Milano, FrancoAngeli, 2008, ISBN 978-88-464-9842-7. URL consultato l'11 giugno 2012.
- Chantal Mouffe, Sul politico. Democrazia e rappresentazione dei conflitti, traduzione di Sandro d'Alessandro, Paravia Bruno Mondadori, 2007, ISBN 978-88-424-2038-5. URL consultato l'11 giugno 2012.
- (EN) Jens Rydgren (a cura di), Movements of Exclusion: Radical Right-wing Populism in the Western World, New York, Nova Science Publishers, 2005, ISBN 1-59454-096-9. URL consultato l'11 giugno 2012.
- (EN) Christina Schori Liang (a cura di), Europe for the Europeans. The Foreign and Security Policy of the Populist Radical Right, Ashgate Publishing, 2007, ISBN 978-0-7546-4851-2. URL consultato l'11 giugno 2012.
- Pierre-André Taguieff, L'illusione populista, traduzione di Alberto Bramati, Paravia Bruno Mondadori, 2003, ISBN 88-424-9881-5. URL consultato l'11 giugno 2012.
- Nicola Genga, Il Front national da Jean-Marie a Marine Le Pen. La destra nazional-populista in Francia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2015, ISBN 978-8-84984-330-9
- M. Caiani e L. Parenti, Web nero. Organizzazioni di estrema destra e Internet, Bologna, Il Mulino, 2013 (ed. digit.: 2013, doi: 10.978.8815/314260)
- (EN) Mudde, C. (2007), The Populist Radical Right Parties, Cambridge: Cambridge University Press.
- Mauro Mazza, I partiti antisistema nei Paesi nordici, tra populismo e destra radicale, in "Diritto pubblico comparato ed europeo", 3/2015, pp. 695-712, DOI: 10.17394/81898
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