Thunnus albacares

un pesce di mare della famiglia Scombridae.

Il tonno a pinne gialle[2] (Thunnus albacares), conosciuto anche come tonno albacora o tonno monaco, è un pesce di mare della famiglia Scombridae.

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Tonno a pinne gialle
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
ClasseActinopterygii
OrdinePerciformes
SottordineScombroidei
FamigliaScombridae
SottofamigliaScombrinae
TribùThunnini
GenereThunnus
SpecieT. albacares
Nomenclatura binomiale
Thunnus albacares
Bonnaterre, 1788
Sinonimi

Germo albacares, Germo albacora, Germo allisoni, Germo argentivittatus, Germo itosibi, Germo macropterus, Kishinoella zacalles, Neothunnus albacares, Neothunnus albacora, Neothunnus albacora brevipinna, Neothunnus albacora longipinna, Neothunnus albacora macropterus, Neothunnus allisoni, Neothunnus argentivittatus, Neothunnus brevipinna, Neothunnus catalinae, Neothunnus itosibi, Neothunnus macropterus, Neothunnus macropterus itosibi, Neothunnus macropterus macropterus, Orcynus albacora, Orcynus macropterus, Orcynus subulatus, Scomber albacares, Scomber sloanei, Semathunnus guildi, Semathunnus itosibi, Thunnus albacares macropterus, Thunnus albacora, Thunnus allisoni, Thunnus argentivittatus, Thunnus catalinae, Thunnus itosibi, Thunnus macropterus, Thunnus zacalles, Thynnus albacora, Thynnus argentivittatus, Thynnus macropterus

Distribuzione e habitat

Un tonno pinne gialle

Si tratta di una specie circumtropicale, diffusa in tutti i mari caldi del globo, in particolare nel Pacifico occidentale, mar dei Caraibi, oceano Indiano e sud dell'Atlantico. In Europa si trova lungo le coste portoghesi dell'Atlantico e non è chiaro se, talvolta, penetri nel mar Mediterraneo.
È una specie pelagica come il tonno rosso, ma può occasionalmente trovarsi sottocosta.

Nonostante la pesca eccessiva negli oceani del mondo, la popolazione di tonno pinna gialla si è leggermente ripresa grazie alle misure di protezione e ai successi ottenuti contro la pesca illegale ed è stata quindi rimossa dalla Lista rossa delle specie minacciate. Si trova nella categoria "Least Concern" della IUCN.

Descrizione

Si distingue dal tonno rosso, dai seguenti particolari:

  • seconda pinna dorsale e pinna anale con lobo falcato molto più lungo che nel tonno rosso; negli adulti queste pinne hanno color giallo vivo invece che blu;
  • pinne pettorali lunghe fino all'inizio della seconda pinna dorsale, più lunghe che nel tonno ma assai più corte che nell'alalunga;
  • pinnule sul peduncolo caudale, di colore giallo acceso con bordo nero.

La colorazione è blu o nero-bluastra, spesso con fasce trasversali più chiare.

È inoltre più piccolo del tonno rosso e sembra che non superi i 2 m di lunghezza.

Alimentazione, Riproduzione

Simili a quelle del tonno.

Pesca

Si cattura con metodi simili a quelli impiegati oggi per il tonno rosso. In seguito all'assottigliamento degli stock di quest'ultima specie, il tonno pinna gialla viene pescato sempre più. Le sue popolazioni, comunque, sembrano in condizioni migliori di quelle del Thunnus thynnus del Mediterraneo.

Meno pregiato del tonno rosso e dal prezzo più economico, è l'elemento utilizzato per la quasi totalità delle conserve di tonno sott'olio.

Nel 2010, Greenpeace International ha aggiunto anche il tonno pinna gialla alla lista degli animali a rischio. "La 'seafood red list' di Greenpeace International è un elenco di pesci comunemente venduti nel mondo dalla grande distribuzione, che con una certa probabilità vengono pescati con metodi non sostenibili."[3]

Un'altra problematica collegata alla pesca del tonno pinna gialla, che ha attirato negli ultimi anni l'attenzione dell'opinione pubblica, è l'altissima mortalità di alcune specie di delfini che rappresentano una comune cattura accessoria in questo tipo di pesca: ciò è dovuto alla frequente associazione di banchi di Thunnus albacares con larghi gruppi di delfinidi, in particolare appartenenti alla specie Stenella attenuata[4], una situazione talmente ricorrente che persino i pescatori utilizzano spesso i delfini come indicatore della presenza del tonno, ulteriormente aumentando l'impatto sui cetacei.[5]

Note

Bibliografia

  • Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, 1991.
  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, Trezzano sul Naviglio (MI), Il Castello, 2006.

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