Calcocite

minerale

La calcocite (dal greco χαλκός = rame[2]) è un minerale, un solfuro di rame. Descritta per la prima volta da François Sulpice Beudant (Parigi 1787 - 1850), geologo e mineralogista francese, è sinonimo di calcosina.[3][7]

Calcocite
Classificazione Strunz2.BA.05
Formula chimicaCu2S[1][2][3]

[4]

Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinotrimetrico[2]
Sistema cristallinomonoclino[1][2][3] o rombico[3]
Classe di simmetriaprismatica[1][2]
Parametri di cellaa: 11,881, b: 27,323, c: 13,491[1]
Gruppo puntuale2/m[1][2]
Gruppo spazialeP 21/c[1][2]
Proprietà fisiche
Densità5,5-5,8[1][2][3] g/cm³
Durezza (Mohs)2½-3[1][2]
Sfaldaturaindistinta secondo {110}[1], imperfetta
Fratturaconcoide[1][2], irregolare
Coloregrigio blu[1][2], grigio[1][2], nero[1][2], grigio nero[1][4][5][6] con iridescenze[3][4][5] blu[4] o bluastre[3] superficiali[3][4], grigio acciaio[1][2], grigio-piombo, scurisce rapidamente virando al blu o al verde
Lucentezzametallica[1][2][3][4] su frattura fresca
Opacitàopaca[1][2]
Striscionero grigiastro[1], grigio nero acciaio[2], grigio scuro, con lucentezza metallica
Diffusioneraro[3]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

Abito cristallino

I cristalli spesso sono tabulari frequentemente geminati in varie forme.[3] o masse compatte granulari con abito pseudoesagonali[4] È dimorfo: monoclino o pseudo-ortorombico al di sotto dei 105 °C, diventa esagonale sopra i 105 °C (in quest'ultimo casi si parla di calcocite-alta)[2]. Al di sotto dei 105 °C la struttura è basata su di un impaccamento esagonale compatto di atomi di zolfo con gruppo spaziale monoclino. Sopra i 105 °C si trasforma in calcocite ad alta temperatura o gamma-calcosina con gruppo spaziale P63/mmc.

Origine e giacitura

La genesi è idrotermale[6]. Si trova in giacimenti filoniani[3][6] assieme ad altri solfuri di rame ove si forma per parziale ossidazione dei minerali di ferro e di rame[3] o in giacimenti cupriferi italiani[4] o associati a rocce eruttive. La sua giacitura primaria è come minerale supergenico nelle zone arricchite dei depositi di solfuri di origine idrotermale. In pratica in condizioni superficiali i solfuri primari di rame sono soggetti ad ossidazione; i solfati solubili che si formano si muovono verso il basso e reagiscono con i minerali primari per formare calcocite arricchendo il minerale in rame. È secondaria nei cappellacci di ferro. Ha paragenesi con rame, calcopirite, bornite, covellite.

Si trova a volte associato alla bayankhanite (nelle miniere di fluoro), tecnicamente un'unione di rame, cinabro e zolfo.

Forma in cui si presenta in natura

La calcocite si trova in piccole masse di colore nero, con riflessi azzurrastri e lucentezza metallica non eccessivamente viva, sotto questa forma si trova in molte località; i cristalli sono, invece, più rari o, addirittura, molto rari. L'abito è soventemente pseudoesagonale, la simmetria, invece, è rombica o monoclina.[3]

Caratteristiche fisico-chimiche

A volte settile (facilmente tagliabile in sottili lamine)[2]. Solubile in acido nitrico[3]; il minerale, alterandosi si trasforma in rame nativo, covellite, malachite e azzurrite[4], inoltre all'aria si altera facilmente in carbonati basici di rame, perché contiene questo elemento allo stato di ossidazione +1 e quindi in condizioni in cui esso è facilmente ossidabile; al cannello ferruminatorio schizza; fonde su carbone di legna in fiamma riducente e dà origine a gocce di rame, che, bagnate con un po' d'acqua, colorano la fiamma da verde ad azzurra.

Località di ritrovamento

Le località di ritrovamento sono, forse le miniere della Cornovaglia che, specialmente nel XIX secolo e nei primi anni del XX secolo hanno portato alla luce dei gruppi cristallizzati eccezionali, alcune miniere della Cornovaglia che hanno fornito dei campioni di calcocite sono: St. Just, Camborne, Redruth. Altri campioni interessanti di calcocite sono stati trovati a Bristol nel Connecticut (USA). In Italia, invece, dei minerali di calcocite sono stati trovati nelle miniere di Montecatini ed a Gambatesa in Liguria, in quest'ultimo caso è stato trovato insieme a minerali di manganese.[3] inoltre, assieme al granato, ad Ala di Stura, in provincia di Torino e a Saint-Vincent, in Val d'Aosta. Associata a calcopirite ed in forma compatta nella Serpentina a Rocca Bruna, nel comune di Traves, nelle Valli di Lanzo. In piccole quantità compatte nella miniera di Gambatesa, a Ne, in provincia di Genova; ed alla miniera Monte Nero, a Rocchetta di Vara, in provincia della Spezia.
Altre miniere sono:
Gezkazgan, nel Kazakistan; a Nižnij Tagil, nei Monti Urali, come minerale primario. A Butte e Bisbee, nel Colorado e negli scisti di Mansfeld, in Germania, come minerale secondario.

Utilizzi

Minerale primario per l'estrazione del rame[5][6].

Note

Bibliografia

  • Cornelis Klein, Mineralogia, Zanichelli, 2004.
  • Lucio Morbidelli, Le rocce e i loro costituenti, Ed. Bardi, 2005.
  • Minerali e rocce, Novara, De Agostini, 1962.
  • Alessandro Borelli e Nicola Cipriani, Guida al riconoscimento dei minerali, Mondadori, 1987.
  • I minerali d'Italia, Sagdos, 1978.
  • Fernando Corsini e Alessandro Turi, Minerali e rocce, Enciclopedie Pratiche Sansoni, 1965.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Portale Mineralogia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mineralogia