Aloe vera

specie di pianta della famiglia Aloeaceae

Aloe vera (L.) Burm.f. è una pianta succulenta della famiglia delle Asphodelaceae[1][2], che predilige i climi caldi e secchi.

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Aloe vera
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
OrdineAsparagales
FamigliaAsphodelaceae
SottofamigliaAsphodeloideae
GenereAloe
SpecieA. vera
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
OrdineLiliales
FamigliaAloeaceae
GenereAloe
SpecieA. vera
Nomenclatura binomiale
Aloe vera
(L.) Burm.f.
Sinonimi

Bas.: Aloe perfoliata var. vera L.
Aloe barbadensis Mill.
Aloe indica Royle
Aloe vulgaris Lam.

Descrizione

È una pianta succulenta perenne a portamento arbustivo, alta sino a un metro.

Foglie

Sono disposte a ciuffo, semplici, lunghe 40–60 cm, lungamente lanceolate, con apice acuto, presentano cuticola molto spessa e sono carnose a causa degli abbondanti parenchimi acquiferi presenti al loro interno. Presentano spine solo lungo i lati.

Fiori

Scapo fiorifero che si innalza dal centro delle foglie, costituito da un'infiorescenza a racemo con asse ingrossato. Sono di colore dal giallo al rosso.

È una pianta autosterile, si riproduce perciò solo con l'impollinazione incrociata, in quanto i fiori maschili e quelli femminili della stessa pianta non si incrociano tra loro. I fiori di aloe aperti sono sempre rivolti verso il basso, e le gemme si aprono man mano che i fiori cadono. La fioritura è a febbraio-marzo nei tropici.

Frutti

Sono costituiti da una capsula loculicida.

Distribuzione e habitat

La specie è nativa della penisola arabica.[1]

Tassonomia

Illustrazione relativa a studio sull'aloe pubblicato sugli Acta Eruditorum del 1688

Il nome Aloe vera è stato usato per la prima volta da Linneo, come Aloe perfoliata var. vera (1753), tuttavia la descrizione di Linneo dell'Aloe vera come specie a sé stante è successiva alla descrizione di Miller dell'Aloe barbadensis (1768), pur trattandosi sicuramente di esemplari della stessa specie. Inoltre il nome barbadensis venne attribuito da Miller a esemplari raccolti sull'isola di Barbados, nelle Piccole Antille, sicuramente discendenti da qualche pianta di Aloe lasciata sull'isola dai navigatori portoghesi o spagnoli oltre due secoli prima. Per questo motivo, in base alle regole sull'attribuzione dei nomi, deve essere usato il nome Aloe vera Miller (non: Linneo).

Precedentemente alla classificazione binomia introdotta da Linneo, la specie era chiamata Aloe vera vulgo o Aloe vera Vulgaris sive sempervivum marinum, e successivamente Aloe foliis spinosis confertis dentatis, vaginantibus planis maculatis. Questo indica che il nome vera stia a spiegare che la pianta è stata considerata dal "volgo" la vera Aloe.

Coltivazione

Nel mondo, l'aloe è coltivata principalmente in Africa, Australia, America settentrionale, America centrale, America meridionale, Russia, Giappone. Vi è una grande produzione in Repubblica Dominicana e Messico. In Europa e Medio Oriente l'aloe vera viene coltivata in Spagna, Italia, Grecia e Israele.

Moltiplicazione

La moltiplicazione dell'aloe avviene per seme o per divisione dei polloni che si formano alla base della pianta.

Usi

L'uso dell'aloe è molto antico, come testimoniato dal testo cuneiforme di alcune tavolette d'argilla ritrovate sul finire dell'Ottocento da un gruppo di archeologi nella città mesopotamica di Nippur, nei pressi di Baghdad, Iraq, e databili attorno al 2000 a.C. Nel testo si legge: «... le foglie assomigliavano a foderi di coltelli». L'aloe era nota e utilizzata anche presso gli Egizi (es. citata nel "papiro Ebers" del 1550 a.C.) per i preparati per l'imbalsamazione (da qui "pianta dell'immortalità") o per la cura e l'igiene del corpo o come cicatrizzante[3], nonché citata svariate volte nella Bibbia (es. Giovanni 19:39: «... e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre») quale pianta aromatica o per la preparazione degli unguenti prima della sepoltura[4].

Lo studio sistematico di questa pianta ebbe inizio solo nel 1959 grazie al farmacista texano Bill Coats, che mise a punto un processo per stabilizzare la polpa aprendo la strada alla commercializzazione dell'aloe senza più problemi di ossidazione e fermentazione. Parallelamente, il governo americano dichiarò ufficialmente le proprietà curative di questa pianta per il trattamento delle ustioni. Da allora gli studi sull'aloe sono molto attivi in tutto il mondo.

Da un punto di vista chimico si possono distinguere tre grandi classi di componenti nell'aloe: gli zuccheri complessi, in particolare glucomannani tra cui spicca l'acemannano, nel gel trasparente interno con proprietà immuno-stimolanti; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia ad azione fortemente lassativa e poi svariate altre sostanze come sali minerali, vitamine, aminoacidi, acidi organici, fosfolipidi, enzimi, lignine e saponine.

Presunte proprietà medicinali

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Il gel di Aloe vera è utilizzato per succhi di frutta o prodotti cosmetici

Estratti e preparati a base di aloe vera sono stati finora proposti per le supposte proprietà:

  • Rigeneranti: stimola la crescita dell'epitelio sulle ferite;
  • Proteolitiche e cicatrizzanti: dissolve e assorbe enzimaticamente le cellule morte o danneggiate;
  • Antinfiammatorie: accompagna e aiuta a superare il processo infiammatorio;
  • Umettanti: è idratante e favorisce l'idratazione dei tessuti della pelle;
  • Analgesiche: dà sollievo al dolore;
  • Fungicide: ostacola la crescita dei funghi;
  • Virostatiche: ostacola la crescita dei virus;
  • Antibiotiche: ostacola la crescita dei batteri;
  • Emostatica: riduce la fuoriuscita di sangue nelle lesioni;
  • Lenitive: dà sollievo nel prurito;
  • Disintossicanti: aiuta la disintossicazione del corpo dalle tossine.

Tuttavia gli studi scientifici finora effettuati per confermare tali proprietà sono stati su piccola scala, incompleti e alcuni contraddittori.[5][6][7][8][9]

Controindicazioni

La parte periferica della foglia contiene l'aloina, una droga antrachinonica con effetto lassativo[10] e irritativo del colon, se assunta singolarmente e in grandi dosaggi.

Nel 2021 l'EFSA ha introdotto delle misure sugli integratori che contengono l'aloe vera per la sua capacità di indurre mutagenesi nel DNA umano[11][12].

Note

  • ^ Ernst E, Adverse effects of herbal drugs in dermatology, in Br. J. Dermatol., vol. 143, n. 5, 2000, pp. 923–9, DOI:10.1046/j.1365-2133.2000.03822.x, PMID 11069498.
    «Oral and topical aloe vera is promoted for a variety of conditions but the evidence to support its use is not compelling.»
  • ^ Marshall JM, Aloe vera gel: what is the evidence?, in Pharm J, vol. 244, 1990, pp. 360–362.
  • ^ Vogler BK, Ernst E, Aloe vera: a systematic review of its clinical effectiveness (PDF), in Br J Gen Pract, vol. 49, n. 447, 1999, pp. 823–8, PMC 1313538, PMID 10885091.
  • ^ Aloina, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • ^ Giulia Masoero Regi, Integratori: banditi in Europa quelli a base di aloe, in La Repubblica, 15 aprile 2021.
  • ^ EFSA confirms health concerns for hydroxyanthracene derivatives in food, su efsa.europa.eu, EFSA, 23 gennaio 2018.
  • Bibliografia

    • Alessandro Bassetti e Stefano Sala. Il grande libro dell'aloe. Trento, Zuccari, 2003. ISBN 88-900309-8-4.
    • Gilbert Westacot Reynolds. The Aloes of Tropical Africa and Madagascar. Mbabane Swaziland, 1966. The Trustees, The Aloes Book Fund.
    • Gilbert Westacot Reynolds. The Aloes of South Africa. Mbabane Swaziland, 1930. The Trustees, The Aloes Book Fund.
    • Luciano Zambianchi. Le mie prime venti Aloe. Roma, 2013. ISBN 978-88-91058-31-7.

    Voci correlate

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